“Experimenta” 2022 si sposta ad Alberobello ma resta sempre nel segno della altissima creatività femminile

Premetto immediatamente che, purtroppo, ho potuto seguire soltanto due (su tre) delle serate di Experimenta tenutesi ad Alberobello nella irreale quanto splendida cornice del piazzale antistante il Trullo Sovrano, e me ne rammarico. In ogni caso, anche considerando che manca all’attivo una performance, posso affermare, senza tema di smentita, che si è trattato di una esplosione di energia musicale cui non assistevo da molto tempo.

Il festival ha proseguito nella linea guida di performer di genere femminile, come nelle serate di Bari alla Vallisa. Certamente lo spettacolo che mi ha colpito maggiormente è stato il duo esplosivo composto da Jelena Poprzan (violista e violinista serba di nascita ed austriaca di adozione) e Caterina Palazzi (contrabbassista e violoncellista romana).

Durante l’ora abbondante di esibizione, si è potuto apprezzare una tecnica musicale fuori dal comune, l’uso assolutamente appropriato e congruo dei mezzi elettronici, un’intesa musicale tra le due invidiabile, pur tenendo conto che era la prima volta che dividevano il palco, ed anche una voce notevole (di Jelena), con un timbro che si adattava ed amalgamava alle sonorità aggressive degli strumenti. Tutte le composizioni sono state creata per l’occasione.
Formidabile espressione di proprietà tecnico-musicale e padronanza della scena assolutamente inscindibili tra di loro.

Prima delle due di cui sopra, era toccato alla arpista siriana, laureata al conservatorio Santa Cecilia di Roma, Rahaf ChiKhani, che si è esibita in solo in un repertorio di brani della tradizione popolare siriana. Anche in questo caso, grande tecnica musicale e grande coinvolgimento del pubblico (assai numeroso) incantato dalle soavi armonie create dallo strumento, assolutamente atipico in un contesto di manifestazione estiva, ma in totale feeling con la meravigliosa scenografia del concerto.

La serata del 29 maggio ha visto l’esibizione di David Place, cantante e chitarrista australiano di nascita che da tempo vive in Europa, ed ora a Bari, dove ha avviato una discreta produzione discografica. Place è stato accompagnato, negli ultimi brani e nel bis da Sebastiano Lillo, che è anche suo produttore discografico. Tutt’altro genere musicale qui, blues acustico che ricorda gli America, The Byrds ed in genere il rock-blues, il country-blues ed il soft-rock.

Brani di qualità, in ogni caso, voce gradevole (quella di Place) e sonorità molto accattivanti che mi hanno ricordato le musiche degli artisti sopradetti. Ottima tecnica musicale anche in questo caso, da parte di entrambi gli esecutori e alto gradimento da parte degli spettatori che hanno sfidato una serata fredda a tal punto da apparire autunnale.

Ma ci ha pensato subito Caterina Palazzi a riportare l’ambiente in un clima “horror”. Ed eccola infatti calarsi nel suo nuovo progetto audio-visivo Zaleska (figlia illegittima del conte Dracula, secondo la leggenda). La performance viene aperta da un urlo assordante (la voce di una donna, o di un bambino forse) che rompe tutti gli schemi da subito, e introduce lo spettatore nel clima della leggenda di Dracula. Da lì tutto un susseguirsi di suoni che mettono in soggezione ed apprensione, con un uso dei visuals che accentua la sensazione di timore ed apprensione.

Chiaramente si tratta di una vera e propria manifestazione di genialità da parte della musicista romana, che nonostante la giovane età ha ormai un curriculum lunghissimo di esperienze tutte costellate da “invenzioni” artistiche come quella a cui ho avuto la fortuna di assistere, spaziando dal rock al noise, alla psichedelia e, persino, al jazz (vincitrice del jazzit award nel 2010). Insomma un’artista a 360 gradi, e lo ha dimostrato ampiamente.

Ottime scelte musicali e di scenografia, come sempre, da parte della direzione artistica di Eperimenta, a cui vanno i nostri ringraziamenti.

Franco Muciaccia
Foto di Franco Muciaccia

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