Domenica 8 maggio 2022, alle ore 21:30, presso Stazione 37 (via Duca D’Aosta, 37) a Taranto, si terrà “Sospendete l’incredulità! – Monologo… a più voci sulla storia del jazz” di Marcello Galati con
Tiziana Risolo, voce recitante, ed Enzo Lanzo, batteria (info 342 741 3133 – 393 930 5967).
Fatti accaduti che sono così inverosimili da lasciare lo spettatore a bocca aperta, raccontati in scena da un’unica voce recitante, che di volta in volta, si fa donna, uomo, cantante, trombettista, sassofonista, contrabbassista, batterista.
Sono i protagonisti del jazz e le loro storie, storie che non sono scritte sui saggi di musica e che rendono più tragicamente umani questi mostri sacri. In scena, un’unica voce recitante, è Bessie Smith, “l’Imperatrice del Blues”, che muore davanti ad un ospedale per bianchi, perchè all’epoca c’era la segregazione, (“i bianchi con i bianchi i neri con i neri”), è Charlie Parker, alle prese con la registrazione di Lover man, capolavoro inciso nella disperazione più profonda a causa della sua dipendenza dalla droga, è Joe “King” Oliver, da Re ad omaccione sdentato finito a raccogliere palle di biliardo.
Sono i contrasti dell’Incredulità, sottolineati, esaltati, vissuti dallo strumento che più di tutti scandisce il tempo e lo percorre, è la pancia del sentire, la batteria.
E l’attenzione si sposta a New Orleans e alle marce funebri che si trasformano in festa (“Piangi quando nasci e sii allegro quando muori”) o ad Harlem con le sonorità dello jungle style del Cotton Club o a Little Rock e a Charles Mingus che scrisse di quella volta in cui nove studenti neri furono aggrediti (“Neri, Neri!”) nonostante la Corte Suprema avesse stabilito loro di poter accedere ad una scuola per bianchi. È esistita l’apartheid e il jazz l’ha raccontata e combattuta attraverso le parole, ma anche attraverso la musica, dal blues al free, passando dallo swing e dal be-bop (“Senti, io ho sempre combattuto il razzismo con la musica, cioè con qualcosa che allude, insomma che non dice nulla di così chiaro come quando usi le parole. Io ho parlato con qualcosa che comprendi solo se vuoi capirla” Duke Ellington).
Il primo disco della musica dei neri africano-americani è stato inciso da un bianco originario della Sicilia. Roba da non credere, verrebbe da pensare, se non fosse che il jazz è stata una creazione collettiva a cui hanno partecipato i neri, certo e soprattutto, ma anche i bianchi di origini italiane e gli ebrei che venivano dall’Europa dell’Est.
Occorre sospendere l’incredulità per credere vera … la verità.