L’Agìmus di Mola di Bari chiude l’Inverno con la splendida Laura Morante, voce narrante nello spettacolo-evento «Memorie» dedicato ad Astor Piazzolla, il padre del «tango nuevo» del quale lo scorso anno si è celebrato il centenario della nascita e del quale nel 2022 ricorre il trentennale della scomparsa.
Con la drammaturgia di Marco Fabbri, liberamente tratta dal libro «A manera de memorias» di Natalio Gorin, il recital, in programma domani, domenica 20 marzo, alle ore 19.30, nel Teatro van Westerhout, vede lo stesso Fabbri impegnato al bandoneon, lo strumento reso grande da Piazzolla, eseguire, in trio con Massimo Repellini al violoncello e Stefano Giavazzi al pianoforte, un florilegio di musiche del compositore argentino, dalla struggente «Adiós Nonino» a «Libertango».
«Debbo dire la verità più assoluta. Potrei raccontare una storia di angeli ma non sarebbe la vera storia. La mia è di diavoli, mescolata con angeli e con un po’ di meschinità: bisogna avere un po’ di tutto per andare avanti nella vita», dice a un certo punto Piazzolla nel libro intervista di Gorin, nel quale il musicista si mette a nudo con parole e aneddoti attraverso i quali ripercorre non solo la propria personale esistenza, ma gran parte della storia musicale argentina e internazionale del Novecento. E lo fa con sincerità, come se stesse suonando il bandoneon, strumento che in scena accompagna il racconto del personaggio attraverso il quale si è scelto di dare voce a Piazzolla: una creatura celeste. Esattamente l’angelo al quale il musicista di origini pugliesi (il nonno era di Trani) dedicò un’intera opera strumentale («La suite dell’Angel»).
La vita di Piazzola viene, quindi, inserita in una partitura musicale, come se fosse un canto melodico, a volte in assolo o all’unisono con altri strumenti dell’ensemble, a volte in un gioco di contrappunti e inseguimenti con le sue stesse melodie o quelle di altri compositori con i quali il musicista di Mar del Plata collaborò durante la sua straordinaria carriera. Infatti, «Memorie» è come una macchina del tempo che consente al pubblico di conoscere non solo il musicista, ma anche l’uomo Piazzolla. Un uomo con le sue paure, le gioie, le ambizioni e i sogni, da quand’era soltanto un «pibe», un ragazzino, a pochi giorni prima della grave malattia, un ictus che ad Astor non diede scampo, portandoselo via il 4 luglio 1992 dopo un ricovero in clinica durato diversi giorni.
Biglietti acquistabili online su https://www.associazionepadovano.it/acquisto/.
Info e Prenotazioni 368.568412 – 393.9935266