Dalla prosa classica al teatro contemporaneo, dalla letteratura alla danza: il Teatro Piccinni torna ad accendersi per la Stagione teatrale e di danza 2021/2022 del Comune di Bari e del Teatro Pubblico Pugliese

Tre esclusive regionali, due appuntamenti di danza in prima nazionale, recuperi di spettacoli sospesi delle passate stagioni e il progetto speciale “Teatro dei sogni” che mescola libri, musica e teatro e un nucleo di iniziative che hanno l’arduo compito di coinvolgere e riavvicinare tutta la città e il suo vecchio e nuovo pubblico al teatro, luogo di incontro, crescita e confronto.

E’ la nuova Stagione teatrale e di danza 2021/2022 di Bari: una stagione articolata, che riprende le fila di un discorso interrotto a dicembre del 2019, con un cartellone costruito ad arte dal Comune di Bari e dal Teatro Pubblico Pugliese. Dalla prosa classica al teatro contemporaneo, dalla letteratura alla danza, la stagione di Bari è piena di emozioni e ricca di una pluralità di linguaggi in grado di raggiugere una fascia di pubblico il più ampia e varia possibile, dai più acerbi ai più esperti e appassionati, prevedendo, per la ripartenza, un ampio programma di attività di formazione del pubblico che volge lo sguardo alla città con l’intento di riappropriarsi dei luoghi, della cultura e degli uomini, e che mirano a coinvolgere tutta la cittadinanza con percorsi differenti che andranno a confluire in alcuni eventi comuni come gli incontri con gli artisti e l’assoluta novità del progetto Palestra Culturale, che consiste in quattro grandi incontri, curati dal regista Francesco M. Asselta, aperti a tutta la cittadinanza che si terranno in palestre comunali e scolastiche in altrettanti quartieri della città di Bari che, attraversando gli spettacoli della stagione teatrale, analizzeranno macro-tematiche legate all’identità: dalla violenza alla democrazia, dalla felicità alla paura, dalla famiglia al conflitto.

A fine novembre si apre la Stagione 2021/2022 con il progetto speciale “Teatro dei sogni”, dedicato alla letteratura con scrittori e giovani icone musicali che danno voce a sensibilità trasversali, parlando a generazioni diverse, affinando la capacità di leggere la realtà.
Qui si inseriscono sabato 27 novembre il primo appuntamento con l’accademico Gianfranco Dioguardi, l’architetto Francesco Maggiore e il fotografo Lorenzo Capellini che con la partecipazione speciale della cantautrice romana Paola Turci presenteranno “La mia Puglia”, per la collana “I luoghi dei sentimenti” (Minerva Edizioni): una raccolta di gemme letterarie di grandi firme della letteratura italiana che raccontano il patrimonio storico-artistico del Belpaese. Modera Enrica Simonetti.
Martedì 30 novembre, invece, è in programma Omaggio a David Foster Wallace a cura degli scrittori baresi Alessandra Minervini e Giovanni Za con la partecipazione speciale di Cristiano Godano, cantautore e chitarrista italiano, frontman del gruppo rock Marlene Kuntz. Modera Carlo Chicco.
Si aggiungono a questi, altri due appuntamenti con date da definirsi: il primo con lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni insieme a Marco Zurzolo con Angeli per i bastardi di Pizzo Falcone (Einaudi 2021), a dicembre; il secondo di e con Nichi Vendola con musiche di Populous Quanto resta della notte. Parole, versi e suoni in cerca di un giorno nuovo, con la collaborazione di Valter Malosti per la regia.

Il 21 marzo, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, Sara Bevilacqua porterà in scena Stoc ddo’ – Io sto qua. (fuori abbonamento). Un monologo di teatro civile ispirato a Lella, mamma di Michele Fazio, ucciso, non ancora sedicenne, dalla mafia a Bari vecchia il 12 luglio 2001. Una morte, quella di Michele, che fa scoprire a Lella una forza e un coraggio mai sospettati e inizia a combattere imponendo le esigenze della giustizia ai clan, denunciando, testimoniando e puntando gli occhi negli occhi di chi vorrebbe imporle il silenzio: io non fuggo, e nemmeno chiudo la porta di casa: “Stoc ddò”.
Sempre a marzo (data in fase di definizione), Fabrizio Gifuni porterà sul palco del teatro Piccinni il suo Con il vostro irridente sorriso. Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro, di cui è ideatore, drammaturgo e interprete (fuori abbonamento). Dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini, in due spettacoli struggenti e feroci, riannodando una lacerante antibiografia della nazione, Fabrizio Gifuni attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia.

Venendo propriamente alla Stagione di prosa, i primi due appuntamenti saranno fuori abbonamento:
lunedì 6 e Martedì 7 dicembre sul palco del teatro Piccinni Ferzaneide Sono Ia! uno spettacolo di e con Ferzan Ozpetek, un viaggio sentimentale attraverso il racconto dei suoi ricordi, delle suggestioni e delle figure umane che hanno ispirato molti dei suoi film;
domenica 19 dicembre Licia Lanera con tre spettacoli in un giorno con La Trilogia. Guarda come nevica, che nell’affrontare grandi nomi della letteratura russa, mette in moto tutto ciò che è proprio della letteratura russa, con il suo continuo interrogarsi sul senso delle cose.

Il 2022 si apre da giovedì 6 a domenica 9 gennaio con Gianfelice Imparato e Carolina Rosi in Ditegli sempre di sì, per la regia di Roberto Andò, uno dei primi testi scritti da Eduardo De Filippo, un’opera vivace, colorata il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione.

Da giovedì 13 a domenica 16 gennaio in esclusiva regionale al Piccinni Se questo è un uomo di e con Valter Malosti, spettacolo sulla memoria ispirato all’opera di Primo Levi.

Da giovedì 27 a domenica 30 gennaio Glauco Mauri e Roberto Sturno porteranno a Bari in esclusiva regionale Re Lear, la più titanica delle tragedie di William Shakespeare, dramma dell’amore padri-figli e della follia, per la regia di Andrea Baracco.

Da giovedì 3 a domenica 6 febbraio ci saranno Umberto Orsini e Franco Branciaroli in Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del Novecento e che ha occupato un posto importante nell’alchimia tra teatro dell’assurdo e teatro del quotidiano, con regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi.

Da giovedì 17 a domenica 20 febbraio Il silenzio grande, una commedia di Maurizio De Giovanni per la regia di Alessandro Gassman con Massimiliano GalloStefania Rocca Antonella Morea.

Da giovedì 3 a domenica 6 marzo Sergio Rubini in Ristrutturazione, ovvero disavventure casalinghe raccontate da Sergio Rubini in forma confidenziale e legate alla ristrutturazione di un appartamento, un viavai di architetti e ingegneri, allarmisti e idraulici, operai e condòmini che si avvicendano nella vita di uno sfortunato padrone di casa stravolgendolo senza pietà.

Da giovedì 10 a domenica 13 marzo toccherà al barese Emilio Solfrizzi che si cimenterà in Il malato immaginario di Molière restituendo al testo del commediografo francese del XVII secolo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato.

Da giovedì 7 a domenica 10 aprile (recupero della Stagione 2019/2020) in esclusiva regionale La gioia per la regia di Pippo Delbono in scena con il suo straordinario gruppo di attori/performer. Fare uno spettacolo sulla gioia vuol dire attraversare i sentimenti più estremi, angoscia, felicità, dolore, entusiasmo, per provare a scovare, infine, in un istante, l’esplodere di questa gioia. Ecco allora il circo, coi suoi clown e i suoi balli. Ecco pure il ricordo di uno sciamano che con la follia libera le anime.

Due soli appuntamenti con la danza, entrambi in recupero della Stagione 2019/2020, ma di sicuro fascino:
domenica 23 gennaio è prevista in anteprima nazionale la doppia recita di Anastasia e la maledizione dei Romanov di Equilibrio Dinamico Dance Company con la coreografia di Roberta Ferrara;
sabato 12 e domenica 13 febbraio, l’ultima produzione di Elisa Barucchieriin prima nazionale, seconda replica fuori abbonamento, I sogni di Leonardo. L’uomo che intuì il volo. Nel tentativo di descrivere l’immensa opera di Leonardo, un viaggio attraverso i suoi segni e le sue parole, il corpo e la luce ne possono evocare la meraviglia.

COMUNE DI BARI
TEATRO PUBBLICO PUGLIESE
Stagione Teatrale di Bari 2021_22

Teatro Piccinni

TEATRO DEI SOGNI
progetto speciale

Sabato 27 novembre 2021
Gianfranco Dioguardi, Francesco Maggiore, Lorenzo Capellini con la partecipazione speciale di Paola Turci
LA MIA PUGLIA
modera Enrica Simonetti
L’accademico Gianfranco Dioguardi, l’architetto Francesco Maggiore e il fotografo Lorenzo Capellini sono gli autori de La mia Puglia per la collana I luoghi dei sentimenti (Minerva 2021), una raccolta che vede grandi firme della letteratura italiana raccontare il patrimonio storico-artistico del Belpaese.

Martedì 30 novembre 2021
Alessandra Minervini, Giovanni Za con la partecipazione speciale di Cristiano Godano
OMAGGIO A DAVID FOSTER WALLACE
modera Carlo Chicco
Alessandra Minervini è nata a Bari, dove ora vive. Lavora come editor e insegnante di scrittura presso licei, università, accademie di comunicazione. Suoi racconti sono apparsi sulle principali riviste letterarie italiane. Ha pubblicato il suo primo romanzo Overlove (LiberAria, 2016). Scrive di libri e letteratura sul “Quotidiano del Sud” e “Exlibris20”. Nella primavera 2020 ha pubblicato “Bari una guida” per Odos Edizioni. Giovanni Za è nato nel 1978, si è laureato a Milano e Bari. Ha lavorato come docente presso molti istituti del Piemonte e per molti anni ha vissuto a Verbania. Nel 2016 è tornato in Puglia e oggi lavora nella scuola in cui si è diplomato. Stupidi e contagiosi (Fandango Libri) è il suo romanzo d’esordio.

Dicembre 2021 data di prossima comunicazione
Maurizio De Giovanni, Marco Zurzolo
ANGELI PER I BASTARDI DI PIZZOFALCONE
(Einaudi 2021)
Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome, Rondini d’inverno, Il purgatorio dell’angelo e Il pianto dell’alba (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero). Dopo Il metodo del Coccodrillo (Mondadori 2012; Einaudi Stile Libero 2016; Premio Scerbanenco), con I Bastardi di Pizzofalcone (2013) ha dato inizio a un nuovo ciclo contemporaneo (sempre pubblicato da Einaudi Stile Libero e diventato una serie Tv per Rai 1). Per Rizzoli sono stati pubblicati Il resto della settimana (2015), I Guardiani (2017), Sara al tramonto (2018), Le parole di Sara (2019) e Una lettera per Sara (2020); per Sellerio, Dodici rose a Settembre (2019); per Solferino, Il concerto dei destini fragili (2020). Sempre per Einaudi Stile Libero, ha pubblicato della serie di Mina Settembre Troppo freddo per Settembre (2020) e Una Sirena a Settembre (2021). I libri di Maurizio de Giovanni sono tradotti in tutto il mondo. Molto legato alla squadra di calcio della sua città, di cui è visceralmente tifoso, de Giovanni è anche autore di opere teatrali.
Marco Zurzolo, sassofonista jazz, arrangiatore e compositore napoletano cresciuto con Pino Daniele ed Enzo Avitabile. Nella sua carriera ha composto diverse musicalità per il teatro e la televisione. Tra le sue più recenti creazioni, la colonna sonora della fiction “I bastardi di Pizzofalcone”, tratta dalla fortunata serie di romanzi di Maurizio De Giovanni, sull’ispettore Lojacono.

2022 Data di prossima comunicazione
Fidelio
Nichi Vendola, Populous
QUANTO RESTA DELLA NOTTE
Parole, versi e suoni in cerca di un giorno nuovo
di e con Nichi Vendola, musiche di Populous, collaborazione alla regia di Valter Malosti
Lo spettacolo di e con Nichi Vendola, suddiviso in sei capitoli poetici, prevede la proiezione di video che accompagneranno le introduzioni a braccio a ciascun capitolo. Il Veejay, sul palco insieme a Nichi, lo inseguirà nei suoi discorsi con i suoi video. I capitoli poetici, recitati da Nichi, saranno accompagnati e vestiti dalle musiche prodotte da Populous.

STAGIONE TEATRALE 2021/22

Lunedì 6 e martedì 7 dicembre2021/ Fuori abbonamento
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
Ferzan Ozpetek
FERZANEIDE – Sono Ià!
uno spettacolo di e con Ferzan Ozpetek
“Questa volta sul palco ci sono io, io solo, ad incontrare il pubblico con il racconto della mia carriera artistica e del mio sentimento per la vita, la mia e quella degli altri. Nell’amore, nell’amicizia, nello stupore, in tutti quei gesti e luoghi illuminati dalla passione. Negli anni ho sposato molte cause all’insegna del coraggio. Coraggio. Forse in questa parola è racchiuso il senso di quello che dirò sera dopo sera. Il coraggio di inseguire i propri sogni. Il coraggio di sfidare i pregiudizi. Il coraggio di essere felici. E sperare di tornare ad esserlo di nuovo. A teatro, al cinema, ai concerti, ai musei. Ovunque.” (Ferzan Ozpetek)

domenica 19 dicembre 2021 / Fuori abbonamento
Compagnia Licia Lanera
Licia Lanera
LA TRILOGIA
GUARDA COME NEVICA
– GUARDA COME NEVICA 1. CUORE DI CANE
di Michail Bulgakov
adattamento e regia Licia Lanera
con Licia Lanera e Tommaso Danisi Qzerty
co-produzione TPE – Teatro Piemonte Europa
– GUARDA COME NEVICA 2.IL GABBIANO
di Anton Cechov
adattamento e regia Licia Lanera
con Vittorio Continelli, Mino Decataldo, Alessandra Di Lernia, Caterina Filograno, Jozef Gjura, Marco Grossi, Licia Lanera, Fabio Mascagni
co-produzione Teatro Metastasio di Prato, TPE – TeatroPiemonte Europa
– GUARDA COME NEVICA 3. I SENTIMENTI DEL MAIALE
di Licia Lanera
regia Licia Lanera
con Danilo Giuva e Licia Lanera, chitarra e voce Dario Bissanti, batteria Giorgio Cardone, basso Nico Morde Crumor
co-produzione TPE – Teatro Piemonte Europa – Festivaldelle Colline Torinesi
Guarda come nevica ha come base drammaturgica i testi di tre differenti autori russi che affondano le loro radici in tre diversi generi letterari. Il progetto, che prende vita in tre anni di lavoro, si sostanzia in un unico spettacolo in tre tempi, tre impianti scenici complementari immaginati per essere fruiti dal pubblico nello stesso contesto e in successione e in formato di maratona. “La trilogia mette in evidenza la portata del ruolo dell’artista nella società e i suoi tumulti interiori. Tutti e tre gli autori, isolati in modi diversi parlano dell’inquietudine degli artisti e del mistero della creazione. Dalla sarcastica ferocia di Bulgakov contro il sistema, al tormento di Kostja nel Gabbiano, fino al suicidio di Majakovskij.” (Licia Lanera)

Da giovedì 6 a domenica 9 gennaio 2022
Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, Fondazione Teatro della Toscana
Gianfelice Imparato, Carolina Rosi
DITEGLI SEMPRE DI SÌ
di Eduardo De Filippo
con (in ordine di locandina) Carolina Rosi, Gianfelice Imparato, Edoardo Sorgente, Massimo De Matteo, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Nicola Di Pinto, Paola Fulciniti, Viola Forestiero, Vincenzo D’Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola
scene e luci Gianni Carluccio, costumi Francesca Livia Sartori
regia Roberto Andò
Ditegli sempre di sì è uno dei primi testi scritti da Eduardo, un’opera vivace, colorata il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione. In Ditegli sempre di sì la pazzia di Michele Murri è vera; infatti, è stato per un anno in manicomio e solo la fiducia di uno psichiatra ottimista gli ha permesso di ritornare alla vita normale. Michele è un pazzo tranquillo, socievole, cortese, all’apparenza l’uomo più normale del mondo, ma in verità la sua follia è più sottile perché consiste essenzialmente nel confondere i suoi desideri con la realtà che lo circonda; eccede in ragionevolezza, prende tutto alla lettera, ignora l’uso della metafora, puntualizza e spinge ogni cosa all’estremo. Tornato a casa dalla sorella Teresa si trova a fare i conti con un mondo assai diverso dagli schemi secondo i quali è stato rieducato in manicomio; tra equivoci e fraintendimenti alla fine ci si chiede: chi è il vero pazzo? E qual è la realtà vera?

Da giovedì 13 a domenica 16 gennaio 2022 / Esclusiva regionale
ERT – Teatro Nazionale, TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Valter Malosti
SE QUESTO È UN UOMO
dall’opera di Primo Levi (pubblicata da Giulio Einaudi editore)
condensazione scenica a cura di Domenico Scarpa e Valter Malosti
scene Margherita Palli, luci Cesare Accetta, costumi Gianluca Sbicca, progetto sonoro GupAlcaro tre madrigali (dall’opera poetica di Primo Levi) Carlo Boccadoro, video Luca Brinchi, Daniele Spanò
uno spettacolo di e con Valter Malosti
Progetto realizzato in collaborazione con Centro Internazionale di Studi Primo Levi, Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Primo Levi, Polo del ‘900 e Giulio Einaudi editore in occasione del 100° anniversario dalla nascita di Primo Levi (1919 – 1987).
La voce di Primo Levi è la voce che più di ogni altra ha saputo far parlare Auschwitz: la voce che da oltre settant’anni, con Se questo è un uomo, racconta ai lettori di tutto il mondo la verità sullo sterminio nazista. È una voce dal timbro inconfondibile, mite e salda: «considerate che questo è stato». Nel centenario della nascita di Levi, Valter Malosti ha firmato la regia e l’interpretazione di Se questo è un uomo portando per la prima volta in scena direttamente il romanzo, senza alcuna altra mediazione, e la voce di questa irripetibile opera prima, che è il libro di avventure più atroce e più bello del ventesimo secolo. Una voce che nella sua nudità sa restituire la babele del campo – i suoni, le minacce, gli ordini, il rumore della fabbrica di morte. La condensazione scenica del testo è stata curata da Domenico Scarpa e dallo stesso Malosti. La voce è quella del testimone-protagonista, ma i suoi registri sono molti. La voce di Se questo è un uomo contiene in realtà una moltitudine di registri espressivi, narrativi, percettivi e di pensiero.

Domenica 23 gennaio2022 (doppia recita) / Danza / Anteprima nazionale (recupero stagione 2019/20)
Equilibrio Dinamico Dance Company
ANASTASIA E LA MALEDIZIONE DEI ROMANOV
da un’idea di Roberta Ferrara
regia Michelangelo Campanale
visual Artist Raffaele Fiorella e Alessandro Vangi, disegno Luci Roberto Colabufo, musiche originali Pier Alfeo
danzatori Equilibrio Dinamico Dance Company
coreografia Roberta Ferrara
Con il supporto del Teatro Pubblico Pugliese, Comune di Barletta e Comune di Fasano, Coproduzione Compagnie Art Garage e Resextensa
Il tempo scorre e fugge come un cavallo senza tregua. La macchina del tempo scandisce il flusso delle azioni con particelle che esplodono nello spazio creando un posto dalla quale la protagonista Anastasia è intrappolata. Un sogno, un ricordo, realtà? Siamo in un limbo tra fantasia e azioni storiche che esplodono sui personaggi lasciando melodie che si propagano nell’aria in suggestioni di colori e interazioni.

Da giovedì 27 a domenica 30 gennaio 2022 / Esclusiva regionale
Compagnia Mauri Sturno / Fondazione Teatro della Toscana
Glauco Mauri, Roberto Sturno
RE LEAR
di William Shakespeare
traduzione di Letizia Russo
riduzione e adattamento di Andrea Baracco e Glauco Mauri
con Glauco Mauri, Linda Gennari, Aurora Peres, Emilia Scarpati Fanetti, Roberto Sturno, Francesco Sferrazza, Aleph Viola, Dario Cantarelli, Enzo Curcurù, Laurence Mazzoni, Paolo Lorimer, Francesco Martucci
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta, musiche Giacomo Vezzani, Vanja Sturno, luci Umile Vainieri
regia Andrea Baracco
“Non ho mai smesso di credere che bisogna sempre mettersi in discussione, accettare il rischio pur di far sbocciare idee nuove per meglio comprendere quel meraviglioso mondo della poesia che è il teatro. Ed eccomi qui per la terza volta, alla mia veneranda età, impersonare Lear. Perché? Mi sono sempre sentito non all’altezza ad interpretare quel sublime crogiolo di umanità che è il personaggio di Lear. In questa mia difficile impresa mi accompagna la convinzione che per tentare di interpretare Lear non servono tanto le eventuali doti tecniche maturate nel tempo quanto la grande ricchezza umana che gli anni mi hanno regalato nel loro, a volte faticoso, cammino. Spero solo che quel luogo magico che è il palcoscenico possa venire in soccorso ai nostri limiti. Cosa c’è di più poeticamente coerente di un palcoscenico per raccontare la vita? E nel Re Lear è la vita stessa che per raccontarsi ha bisogno di farsi teatro.” (Glauco Mauri)

Da giovedì 3 a domenica 6 febbraio 2022
Compagnia Orsini / Teatro de Gli Incamminati
Umberto Orsini, Franco Branciaroli
POUR UN OUI OU POUR UN NON
di Nathalie Sarraute
regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
La commedia di Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del Novecento e che ha occupato un posto importante nell’alchimia tra teatro dell’assurdo e teatro del quotidiano, mette al centro della scena la forza delle parole in una ragnatela di incomparabile abilità. Due amici che si ritrovano dopo un non motivato distacco si interrogano sulle ragioni della loro separazione e scoprono che sono stati i silenzi tra le parole dette e soprattutto le ambiguità delle “intonazioni” a deformare la loro comunicazione aprendola a significati multipli e variati. Ogni “intonazione” può essere variamente interpretata dalla disposizione d’animo di chi l’ascolta. Questo è il tema centrale di Pour un oui ou pour un non titolo che si può semplicemente tradurre con Per un sì o per un no, ma che in realtà significa molto di più e che nella nostra lingua ha solo un’apparente valenza speculare. Per un sì o per un no è quel nulla che può cambiare tutto, quel nonnulla che provoca lacerazioni profonde, ferite insanabili. La prosa della Sarraute, nella sua complessità, è un banco di prova per due manipolatori della parola quali Franco Branciaroli e Umberto Orsini che si ritrovano sulla scena dopo tanti anni per dare vita con la loro abilità al terribile gioco al massacro che la commedia prevede.

Sabato 12 e domenica 13 febbraio2022/ Prima nazionale / Seconda replica fuori abbonamento (recupero stagione 2019/20)
ResExtensa
Elisa Barucchieri
I SOGNI DI LEONARDO
l’uomo che intuì il volo
musica a cura di ResExtensa
light Design Stefano Limone
ideazione e direzione Elisa Barucchieri
La parola può narrare il genio di Leonardo, ma sono il corpo e la luce che ne possono evocare la meraviglia e l’immensità. La creatività leonardiana, il suo infinito ricercare, capire, inventare, ispira uno spettacolo unico di forma e luce, movimento e parola, danza tra aria e terra, giochi di luce e proiezioni, per un momento di meraviglia in onore al grande visionario. Nel tentativo di descrivere l’immensa opera di Leonardo, un viaggio attraverso i suoi segni e le sue parole, e dentro il vortice delle sue invenzioni.

Da giovedì 17 a domenica 20 febbraio 2022
DIANA OR.I.S.
Massimiliano Gallo, Stefania Rocca, Antonella Morea
IL SILENZIO GRANDE
una commedia di Maurizio De Giovanni
con Massimiliano Gallo, Stefania Rocca, Antonella Morea, Paola Senatore, Jacopo Sorbini
regista assistente Emanuele Maria Basso
scene Gianluca Amodio, costumi Mariano Tufano, light designer Marco Palmieri, suono Paolo Cillerai, elaborazioni video Marco Schiavoni, musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
regia Alessandro Gassmann
“Ho approfondito la mia conoscenza delle umanità raccontate da De Giovanni, interpretando l’ispettore Lojacono nella fortunatissima serie televisiva, giunta alla terza stagione, I bastardi di Pizzofalcone. Quando in una pausa a pranzo con Maurizio parlammo de Il silenzio grande vidi l’idea nascere lì in pochi minuti. Ebbi subito la sensazione che, nelle sue mani, un tema importante come quello dei rapporti familiari, del tempo che scorre, del luogo dove le nostre vite scorrono e mutano negli anni, ovvero la casa, avrebbe avuto una evoluzione emozionante e sorprendente. Questo è spettacolo dove le verità che i protagonisti si dicono, a volte si urlano o si sussurrano, possano farvi riconoscere, dove, come sempre accade anche nei momenti più drammatici, possano esplodere risate, divertimento, insomma la vita. Questa storia ha poi al suo interno grandissime sorprese, misteri che solo un grande scrittore di gialli come Maurizio De Giovanni avrebbe saputo maneggiare con questa abilità e
che la rendono davvero un piccolo classico contemporaneo.” (Alessandro Gassmann)

Da giovedì 3 a domenica 6 marzo 2022
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
Sergio Rubini
RISTRUTTURAZIONE ovvero disavventure casalinghe raccontate da Sergio Rubini
scritto da Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi
musiche eseguite dal vivo da Musica da Ripostiglio, Luca Pirozzi – chitarra e voce, Luca Giacomelli – chitarra, Raffaele Toninelli – contrabbasso, Emanuele Pellegrini – batteria
regia Sergio Rubini
Ristrutturazione è il racconto in forma confidenziale della ristrutturazione di un appartamento, un viavai di architetti e ingegneri, allarmisti e idraulici, operai e condòmini. Una pletora di personaggi competenti e incapaci, leali e truffaldini, scansafatiche ed operosi fino all’esaltazione che si avvicendano nella vita dello sfortunato padrone di casa stravolgendola senza pietà. E questa vita sconvolta lo è ancor di più se i padroni di casa sono due, un Lui e una Lei, con i loro diversi punti di vista, la loro diversa capacità di resistere all’attacco quotidiano delle truppe corazzate che trasformano il loro “nido” in una casa occupata. E quando il tubo di scarico si intasa allagando la camera da letto, sembrerebbe che anche le fondamenta che reggono la stabilità della coppia stiano per cedere…

Da giovedì 10 a domenica 13 marzo 2022
Compagnia Moliere / La Contrada – Teatro Stabile di Trieste
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
con Emilio Solfrizzi, Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia D’amico e con Rosario Coppolino
costumi Santuzza Calì, scenografie Fabiana Di Marco, musiche Massimiliano Pace
adattamento e regia Guglielmo Ferro
in collaborazione con Teatro Quirino – Vittorio Gassman
Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”. Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti. La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Molière lo scrive per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Il rifiuto della propria esistenza. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Molière viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti.

21 marzo 2022 / Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie / Fuori abbonamento
Meridiani Perduti
Sara Bevilacqua
STOC DDO’ – IO STO QUA
drammaturgia Osvaldo Capraro, disegno Luci Paolo Mongelli, organizzazione Daniele Guarini
regia Sara Bevilacqua
Michele Fazio non ha ancora compiuto sedici anni quando viene colpito per errore durante un regolamento di conti tra clan rivali. La vita di Lella, da quella sera, muta radicalmente direzione. Giorno dopo giorno, con la sola presenza di madre ferita, impone le esigenze della giustizia ai clan, denunciando, testimoniando, puntando gli occhi negli occhi di chi vuole imporle il silenzio: io non fuggo, e nemmeno chiudo la porta di casa: “Stocddò”. Da dove, Lella, ha tratto la forza per combattere una guerra che non l’ha mai vista abbassare lo sguardo? Dall’esempio di sua mamma, cumma’ Nenette, donna determinata nell’educare i figli alla sostanza delle cose. Dal sostegno del marito Pinuccio, della famiglia e della gente del quartiere. Ma, soprattutto, dal dialogo mai interrotto con Michele, il garzone allegro, l’angelo di Bari Vecchia. Un dialogo, quello con suo figlio, che nessun ostacolo riuscirà mai a impedire, nemmeno la morte.

Marzo 2022 data di prossima comunicazione/ Fuori abbonamento
Fabrizio Gifuni
CON IL VOSTRO IRRIDENTE SILENZIO
Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro
Ideazione, drammaturgia e interpretazione di Fabrizio Gifuni
Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie. E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale – partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri. Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro, l’insieme delle carte scritte nei 55 giorni della sua prigionia: quelle ritrovate o, meglio, quelle fino a noi pervenute. Un fiume di parole inarrestabile che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere. Le lettere e il memoriale sono oggi due presenze fantasmatiche, il corpo di Moro è lo spettro che ancora occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre. Dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini, in due spettacoli struggenti e feroci, Fabrizio Gifuni attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia.

Da giovedì 7 a domenica 10 aprile 2022 /Esclusiva reginale (recupero stagione 2019/20)
ERT – Teatro Nazionale/ Compagnia Pippo Delbono / Pippo Delbono
LA GIOIA
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella e con la voce di Bobò
composizione floreale Thierry Boutemy, musiche Pippo Delbono, Antoine Bataille, Nicola Toscano e autori vari, luci Orlando Bolognesi, costumi Elena Giampaoli
uno spettacolo di Pippo Delbono
Coproduzione Théâtre de Liège, Le ManègeMaubeuge – ScèneNationale
Questa creazione di Pippo Delbono diventa un cammino verso la gioia che prosegue con il suo straordinario gruppo di attori/performer, ancor più dopo il vuoto lasciato dalla scomparsa di Bobò, fedele compagno di scena a partire dal loro incontro avvenuto nel 1995 nel manicomio di Aversa. Protagonista di molti spettacoli, icona poetica e anima del teatro di Delbono, Bobò continuerà ad essere una presenza-assenza dentro e fuori la scena in questo nuovo viaggio verso la gioia. Fare uno spettacolo sulla gioia vuol dire attraversare i sentimenti più estremi, angoscia, felicità, dolore, entusiasmo, per provare a scovare, infine, in un istante, l’esplodere di questa gioia. Gli attori di Delbono salgono così sul palcoscenico uno dopo l’altro e prendono, ognuno con il suo diverso sentire, il pubblico per mano e ne fanno un compagno di viaggio, parte di una comune ricerca inesauribile. Storie personali, maschere, danze, clownerie, memorie sono tutte sfuggenti immagini di persone alla ricerca della gioia. Ogni replica regala una sorpresa, a chi decide di mettersi in cammino e seguire il ritmo della compagnia e di questa ricerca infinita della gioia.

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