Il controtenore Nicolò Balducci ed il flautista Dan Laurin con l’Ensemble Meridies alla riscoperta delle pagine di Giuseppe Porsile in “Ulisse e Parthenope (Il ritorno di Ulisse alla patria)”

Leggenda vuole che Napoli sia nata dalla drammatica storia d’amore tra Parthenope e Ulisse, che s’incontrano nuovamente nel mito per la tredicesima edizione del festival Anima Mea, oggi, giovedì 4 novembre a Bari, nel Circolo Unione del Petruzzelli (ore 20.30), e domani, venerdì 5 novembre a Trani, a Palazzo delle arti Beltrani (ore 20.30), con la riscoperta di Giuseppe Porsile (1680-1750), figura poco nota della cosiddetta «scuola napoletana».

L’operazione la firma il flautista di fama internazionale Dan Laurin, che con la collaborazione di Sonja Radzun ha revisionato e pubblicato le sei arie dell’opera d’esordio di Porsile, «Il ritorno di Ulisse alla patria» del 1707, pagine al centro di questo doppio concerto. Le sei arie verranno intervallate con musiche di Leonardo Leo, Alessandro Scarlatti e Pietro Domenico Paradies ed eseguite dal controtenore Nicolò Balducci, sopranista e contraltista di Canosa di Puglia specializzato nel repertorio barocco che, nonostante la giovane età (21 anni), ha già raccolto riconoscimenti importanti, tra i quali il premio come più giovane finalista al concorso internazionale «Voci Olimpiche». Lo accompagnerà l’Ensemble Meridies composto dallo stesso Dan Laurin al flauto dolce, da Maria Lindal al violino, da Gioacchino De Padova alla viola da gamba e da Anna Paradiso al clavicembalo.

Giuseppe Porsile fa, dunque, parte di quella lunga schiera di compositori della cosiddetta «scuola napoletana», in realtà fatta spesso di musicisti «regnicoli», pugliesi, calabresi, lucani, e certo anche di nati nella capitale, come è il caso di Porsile, per l’appunto. I quattro conservatorii della città furono insieme poli di attrazione di tutti i giovani talenti musicali del Regno e anche trampolino di lancio per le loro carriere internazionali. E in questo senso la biografia di Porsile è esemplare: figlio del popolo, fu ammesso al Conservatorio dei Poveri dove studiò sotto la guida di Gaetano Greco. Da lì l’avvio di una carriera concretizzatasi prima con gli incarichi di cantore, maestro di canto, compositore e, infine, direttore della Cappella Reale di Barcellona, poi con la funzione di istruttore personale di musica dell’Imperatrice di Vienna e infine come compositore di corte.

La prima opera di Porsile, «Il ritorno d’Ulisse alla patria», dramma per musica su libretto di Giovanni Andrea Moniglia dedicato a Donna Angela Spinelli, principessa di Tarsia, è anche il lavoro più celebre del compositore napoletano, che tenne il titolo a battesimo al Teatro dei Fiorentini con un buon successo di pubblico, come testimonia la Gazzetta di Napoli del 10 febbraio 1707, secondo la quale la rappresentazione riuscì «per tutte le sue parti di comune soddisfazione».

Su www.animamea.it tutti i dettagli per le prenotazioni e i biglietti, che possono essere acquistati anche direttamente all’ingresso del concerto.

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