Nel 1801 Napoleone Bonaparte riuscì a strappare al governo borbonico Giovanni Paisiello che, oltre all’opera «Proserpine», per il generale francese scrisse la «Messa per l’Incoronazione», la cui esecuzione nel Duomo di San Cataldo di Taranto, accanto a una serie di Mottetti mai ascoltati in tempi moderni, sarà uno dei momenti più significativi della XIX edizione del festival intitolato al «genius loci».
Il Giovanni Paisiello Festival 2021, in programma a Taranto dal 20 al 30 settembre, sarà, infatti, tutto incentrato sui rapporti tra il musicista pugliese, considerato tra i più grandi esponenti della «scuola napoletana», e il controverso politico e condottiero, del quale quest’anno si celebra il bicentenario della scomparsa. Rapporti che verranno indagati attraverso recital, concerti da camera, presentazioni di edizioni critiche con interventi musicali, reading sonori, un convegno a tema e, per l’appunto, la riproposizione della «Messa per l’Incoronazione» impreziosita da un videomapping che, all’interno del Duomo di San Cataldo, riprodurrà le vetrate della Cattedrale di Notre Dame nella quale il 2 dicembre 1804 avvenne la celebre investitura di Napoleone.
Il festival promosso dagli Amici della Musica “Arcangelo Speranza” chiude la lunga estate di musica e spettacolo del Comune di Taranto. «Si rinnova il rapporto tra Taranto e la storia della musica di questa città», ha detto durante la conferenza stampa di presentazione l’assessore alla Cultura e vicesindaco, Fabiano Marti, riferendosi alla grandezza di Paisiello e all’attività ormai quasi centenaria degli Amici della Musica. Paisiello fu al servizio di molte corti del Vecchio Continente. E di «Paisiello cittadino europeo ante litteram» ha parlato il presidente degli Amici della Musica “Arcangelo Speranza”, Paolo Ruta, che ha rivelato di essere entrato in possesso di una rara edizione francese del «Barbiere di Siviglia», l’opera con la quale il compositore tarantino conobbe un successo internazionale prima ancora di Gioacchino Rossini. Il programma è stato presentato dal direttore artistico Lorenzo Mattei. «Stratega militare, politico astuto e uomo ambiziosissimo, Napoleone – ha spiegato Mattei – era ben consapevole di come la gestione del potere comportasse il patrocinio delle arti, considerate mezzo di propaganda e strumento per regnare. La musica era considerata la più importante in seno a questa politica culturale e la committenza napoleonica s’indirizzò, come quella dell’Antico regime, verso i maestri della scuola napoletana, fondatori d’una longeva koinè stilistica, accolti da tutte le corti d’Europa. Prima toccò a Piccinni, poi a Paisiello, considerato da Bonaparte il più grande tra i musicisti al mondo».
Il Giovanni Paisiello Festival 2021 si inaugurerà il 20 settembre (ore 21.00) nel Teatro Comunale Fusco con un recital del mezzosoprano Anna Bonitatibus, squisita specialista del repertorio vocale di primo Ottocento e molto apprezzata a livello internazionale. La cantante si è fatta particolarmente notare per aver riscoperto e valorizzato il repertorio cameristico inedito degli anni d’interregno tra la morte di Cimarosa (1801) e l’esordio di Rossini (1810). E ora, per il Giovanni Paisiello Festival, propone un florilegio di musiche di Paisiello, Cherubini, Haydn, Beethoven, Schubert e altri autori, musiche che negli anni in cui Napoleone preparò la sua salita al soglio imperiale circolavano nei salotti parigini.
Il 23 settembre (ore 17.30) il festival prevede al Museo Archeologico MArTA l’avvio di un ciclo dedicato alla presentazione di edizioni critiche secondo lo spirito della manifestazione, che ha sempre puntato ad approfondire i legami tra musica e musicologia. Per l’occasione si parlerà della festa teatrale «Le nozze di Peleo e Tetide» composta da Paisiello in occasione delle nozze reali di Ferdinando IV e Maria Carolina. L’edizione critica è stata curata da Paola de Simone e Nicolò Maccavino chiamati a illustrare quest’importante lavoro del giovane Paisiello con la prima esecuzione moderna di alcuni brani dell’opera interpretati dal soprano Angela Spinelli e dal cembalista Fabio Anti.
Si proseguirà il 24 settembre, al Teatro Comunale Fusco (ore 21.00), con i Solisti dell’Orchestra Barocca di Cremona, protagonisti di un concerto finalizzato a fornire un’interessante panoramica sul mondo dei quartetti dei musicisti italiani celebrati come capiscuola nella Parigi post-rivoluzionaria e napoleonica, maestri che hanno saputo imprimere una svolta insieme tecnica e stilistica in anni cruciali per lo sviluppo della scrittura per gli archi. «I solisti dell’Orchestra Barocca di Cremona, e in particolare il flautista Giovanni Battista Columbro – spiega Mattei – da anni portano avanti un lavoro di ricerca musicologica e di studio sulla prassi storicamente informata di questo repertorio ancor oggi misconosciuto».
Il 27 settembre, sempre al Teatro Comunale Fusco (ore 18.00), con una digressione rispetto al tema di quest’anno, il festival ritrova a distanza di un anno il divulgatore musicale Fabio Larovere, che torna per parlare del suo libro «E. W. Perché non possiamo fare a meno di Giuseppe Verdi e Richard Wagner» scritto a quattro mani con Andrea Faini in un incontro impreziosito dagli interventi del pianista Michele Renna, giovane talento tarantino, nella cui esecuzioni si potranno ascoltare celebri pezzi verdiani e wagneriani nelle trascrizioni di Liszt.
I legami tra Paisiello e Napoleone verranno ulteriormente indagati il 28 settembre, ancora al Teatro Comunale Fusco (ore 21.00), con il reading musicale di Giulia Perni «Il riposo dell’Imperatore» elaborato scenicamente da Chicco Passaro, protagonisti l’attore Francesco Foti, il Quartetto d’Archi del Giovanni Paisiello Festival, il soprano Flavia Muri, il contraltista Vincenzo Franchini e il clavicembalista Fabio Anti.
Quindi, il 29 settembre (ore 18.00), nel Salone degli Specchi di Palazzo di Città, si terrà la tavola rotonda «Paisiello e Napoleone, Napoli e Parigi» con Giulia Giovani dell’Università di Siena, Galliano Ciliberti del Conservatorio di Monopoli, Teresa Bosco dell’Alliance Française, Ennio Pascarella, autore della monografia«Il sogno di Napoleone» per l’editrice Scorpione, e altri importanti studiosi.
Gran finale il 30 settembre (ore 20.45) nel Duomo di San Cataldo, dove subito dopo la consegna del Premio Giovanni Paisiello Festival a una personalità che verrà rivelata il giorno stesso del conferimento, si ascolterà la «Messa in si bemolle per l’Incoronazione di Napoleone» composta da Paisiello per il sontuoso rito svoltosi a Notre Dame di Parigi nel 1804 e immortalato nella celebre tela di David. Contestualmente, verrà proposta una selezione di Mottetti scritti per la Cappella Palatina di Giuseppe Bonaparte, salito su quel trono delle Due Sicilie che passerà poi a Gioacchino Murat prima della restaurazione borbonica. Si tratta di una prima esecuzione assoluta in tempi moderni affidata, come la «Messa per l’Incoronazione», ai talenti pugliesi dell’Orchestra da Camera e Coro del Giovanni Paisiello Festival diretti da Pierluigi Lippolis, con solisti il soprano Mari De Biasi, il tenore Ma Yumeng e il basso Francesco Masilla.
Anche quest’anno il Giovanni Paisiello Festival è organizzato sotto l’egida del Ministero della Cultura e della Regione Puglia, oltre a Conad e Banca di Taranto, e il patrocinio del Comune di Taranto.
I biglietti saranno in vendita al costo di € 20,00 Platea ed € 15,00 Galleria presso la sede degli Amici della Musica in via Abruzzo n. 61 – Tel. 099.7303972 – 329.3462658 e on-line sul sito Liveticket.it.
Si accede esclusivamente con il Green Pass.
Tutte le info sono sul sito www.giovannipaisiellofestival.it