“Think Positive”: l’antidoto musicale dell’Associazione “Nel gioco del Jazz” all’annichilimento della cultura nella nostra provata società

Definita la straordinaria nuova Stagione Concertistica, la XII, dell’Associazione “Nel Gioco del Jazz, fiore all’occhiello della programmazione del capoluogo pugliese che, a ragione, vanta un fortissimo seguito di veri intenditori del genere. La rassegna, ancora una volta densa di stelle di prima grandezza, è stata presentata nel corso della conferenza stampa, tenutasi al Teatro Forma di Bari, dal presidente Donato Romito, dal direttore artistico Roberto Ottaviano, dal coordinatore Pietro Laera e dell’addetto stampa (e nostro direttore) Pasquale Attolico.
Giunti a questa sofferta dodicesima edizione della nostra rassegna – ha detto il Maestro Ottavianol’idea è stata senza indugio quella di chiamarla Think Positive. Fiducia? Scaramanzia? Istinto di conservazione? Non è facile rispondere. Un po’ tutte queste cose insieme, ma soprattutto l’idea che il mondo della Cultura deve in qualche modo reagire. Reagire al disagio, all’incertezza, all’incapacità, al vuoto ed alla paura. Crediamo fermamente che momenti come quelli che stiamo attraversando offrano spazio a molteplici comportamenti, molti dei quali sono facile preda di strumentalizzazione e manipolazione. È l’assenza di contenuti in favore di un “pensiero unico” che, se pur potrebbe sembrare il contrario, gravita tutto intorno al problema e raramente si concede fughe di riflessione sulla sostenibilità della nostro progetto di società. L’annichilimento della Cultura (comparto che per primo ha chiuso e per ultimo ha riaperto, con ripercussioni gravissime sul piano professionale ed economico), è sintomatico del fallimento di questo progetto e il nostro reagire intende sempre mettere i suoi contenuti in cima ad un modello virtuoso da perseguire. Ecco che Think Positive diventa uno dei manifesti possibili per riportare la centralità della Cultura come antidoto ad una società che si sta imbruttendo e che la situazione pandemica sta solo evidenziando. Torniamo al Teatro Forma perché ci sembra lo spazio ideale, come acustica e dimensioni, per il target della nostra programmazione, con puntate al Nicolaus Hotel per eventi in cui crediamo possa esserci un maggior richiamo, come del resto è avvenuto in passato. Il cartellone si muove su tre direttrici fondamentali nel rispetto del Jazz come tradizione, ma con una visuale contemporanea non necessariamente incline alle mode: artisti Italiani con una vena inesauribile sul piano inventivo o che sono spesso trascurati dai programmi nazionali; artisti del territorio che mostrano una vitalità musicale di alto profilo; artisti internazionali che stanno scrivendo nuovi capitoli nella storia più recente di questa musica.

Prosegue la Campagna Abbonamenti.
Per informazioni, rivolgersi a:
Associazione Nel Gioco del Jazz
Via Principe Amedeo 233, Bari
080 6457410 – 338 9031130
www.nelgiocodeljazz.it
nelgiocodeljazz@outlook.it
nelgiocodeljazz@pec.it

PROGRAMMA COMPLETO DELLA RASSEGNA

Mauro Ottolini e Fabrizio Bosso, due degli ottoni più importanti del nostro jazz nazionale, condividono la leadership di “Storyville Story”, muovendosi su un terreno comune e congeniale a entrambi: un viaggio musicale alla scoperta di New Orleans.
(27 ottobre 2020 – The Nicolaus Hotel)

Continuano gli omaggi a tema del Tinissima Quartet di Francesco Bearzatti, con le loro traiettorie spesso inaspettate: da Tina Modotti a Malcolm X, da Thelonious Monk a Woody Guthrie. Per il suo quinto progetto, la band si ispira per la prima volta a un personaggio di fantasia: “Zorro“. Musica avventurosa, passionale e rocambolesca, al pari delle vicende del giustiziere mascherato, e come esse schierata dalla parte del popolo, contro l’oppressione dei potenti. 
(18 novembre 2020 – The Nicolaus Hotel)

Il trio di David Murray, con Brad Jones al contrabbasso e Hamid Drake alla batteria, parte dal free per approdare a un jazz più ‘ecumenico’ che ingloba il mainstream più moderno, la world music, la fusion, tenendo saldi i legami con l’Africa. Dopo numerose collaborazioni con musicisti del calibro di Sunny Murray, Anthony Braxton, Don Cherry, Lester Bowie, il ’76 è un anno speciale per Murray, che fonda l’oggi leggendario World Saxophone Quartet assieme a Oliver Lake, Hamiet Bluiett e Julius Hemphill. A partire dalla fine degli anni Settanta si concentra sui propri progetti da leader, ma non prima di aver collaborato anche con Jerry Garcia dei Grateful Dead, Max Roach, Randy Weston ed Elvin Jones. Tra i numerosi riconoscimenti che gli sono stati attribuiti ci sono un Grammy Award per il suo tributo a John Coltrane (1989) e il danese Jazzpar (1991). 
(21 novembre 2020 – The Nicolaus Hotel)

Elogiato da Herbie Hancock, il pianista Antonio Faraò, esponente di un jazz ritmico e travolgente, ha suonato con un numero incredibile di musicisti americani di primo piano (Joe Lovano, Jack Dejohnette, Chris Potter, Benny Golson e tanti altri ancora). Il formato del trio esalta lo stile brillante di Faraò e la sua impetuosa carica emotiva. Con lui suonano due protagonisti del jazz  americano contemporaneo: Ameen Saleem, bassista richiestissimo nei circoli jazz newyorkesi e Bruce Ditmas, batterista che vanta impressionanti collaborazioni.
(3 dicembre 2020 – Teatro Forma)

No Eyes – Looking at Lester Young“,  un atto d’amore che intende omaggiare simbolicamente uno dei massimi geni della storia del jazz e “inventori” del sax tenore: Lester Young. Il senso dello swing, della danza gioiosa, ma anche della malinconia del blues sono gli elementi caratteristici di questo progetto immaginato e voluto da Emanuele Cisi il suono ricercato e personale di uno tra i musicisti jazz più apprezzati della nuova scena europea. 
(17 dicembre 2020 – Teatro Forma)

Ambrose Akinmusire fu notato mentre ancora frequentava la Berklee High School da Steve Coleman, che lo chiamò poi nei suoi Five Elements: aveva allora solo 19 anni. Ma nello stesso periodo veniva convocato anche da Joe Henderson, Joshua Redman e Billy Higgins. Registra di lì a poco il primo album a suo nome, per la Fresh Sound New Talent, ma viene anche notato da Bruce Lundvall, presidente della Blue Note Records: nasce così il suo disco When the Heart Emerges Glistening, il primo di una serie di incisioni per la storica etichetta che hanno messo in chiara luce il talento del trombettista, proiettandolo rapidamente ai vertici della scena internazionale. Da allora, disco dopo disco, Akinmusire ha raggiunto nuove vette nel controllo del suono, la gamma timbrica, la capacità di sovraccaricare di espressività la matrice post-bop. 
(13 gennaio 2021 – The Nicolaus Hotel)

Breathe, l’ultimo lavoro discografico di Fabio Accardi con i Fab Crew, che parte dalla natura, per poi tracciare un percorso emozionale rivolto all’uomo. Un album con brani dalle sonorità jazz-rock che si ispirano a Hancock, Metheny, Scofield, Holland e che portano tutti la firma di Fabio. Una serata per ascoltare dal vivo un concept album che esorta il pubblico a respirare profondamente, a non correre, a vivere con un ritmo più rilassato godendo di ogni momento e delle cose piccole, che spesso sono le più importanti. 
(29 gennaio 2021 – Teatro Forma)

Caro Chico” è l’ultimo progetto discografico di Susanna Stivali, una delle più interessanti voci del panorama jazz italiano ed internazionale, registrato tra Italia e Brasile. I musicisti che compongono il gruppo italiano, provengono da un linguaggio variegato, ognuno, con le sue caratteristiche qui insieme a raccontare una grande passione per la poetica sfaccettata di Chico Buarque De Hollanda. La forza del progetto, cantato interamente in italiano, è nell’incontro tra due culture musicali diverse e tra  lingue diverse che si sono spesso incontrate nella musica di Chico, che conosce bene ed ama la lingua italiana. Una lingua incontra l’altra, l’una si adagia sull’altra e viceversa in una ricerca di una sonorità nuova. 
(11 febbraio 2021 – Teatro Forma)

Lo stile chitarristico di Alberto Parmegiani paga un forte tributo alla tradizione della musica afro-americana, pur avendo sviluppato una cifra che gli consente di interagire con la modernità più spinta. Alberto, a suo agio con i linguaggi più disparati, dall’avanguardia all’hip-hop, è uno di quei musicisti in grado di suonare fuori dalla struttura ma anche, e molto bene, di intessere patterns ritmici e melodici molto sofisticati. 
(25 febbraio 2021 – Teatro Forma)

Fred Hersch è stato proclamato “il pianista più innovatore più accattivante nel jazz dell’ultimo decennio” da Vanity Fair, “un’elegante forza di invenzione musicale” da The L.A. Times, e “una leggenda vivente” da The New Yorker. Nominato Grammy dodici volte, Hersch ha regolarmente ottenuto i premi più prestigiosi del jazz, comprese le recenti distinzioni come Doris Duke Artist 2016, Pianista dell’anno Jazz 2016 e 2018 dalla Jazz Journalists Association e il Prix Honorem de Jazz 2017 dall’Acádemie Charles Cros per la totalità della sua carriera. Con oltre tre dozzine di album al suo attivo come leader o co-leader, Hersch riceve costantemente elogi critici e numerosi premi internazionali per ogni nuova attesa tanto attesa. Il suo ultimo album con il suo trio di lunga data, Live In Europe (Palmetto) del 2018, documenta una serata straordinaria a Bruxelles ed è stato acclamato come il migliore fino ad oggi – elogi considerevoli per un ensemble che suona costantemente a un livello così incredibilmente alto. 
(14 marzo 2021 – The Nicolaus Hotel)

John Surman è l’altra faccia del sassofono nordico, quella che meglio si contrappone all’egemonia sonora patinata di Jan Garbarek. Buona testimonianza di ciò è la sua sterminata presenza nel catalogo discografico dell’ECM a partire dalla fine degli anni Settanta, sia con i suoi dischi da leader che come partecipante a gruppi altrui: da Barre Phillips a Miroslav Vitous, Jack DeJohnette, Paul Bley, John Abercrombie, Tomasz Stańko, ma le sue radici jazzistiche erano già ben piantate ben prima, evidenti nelle collaborazioni con Mike Westbrook, Dave Holland, Chris McGregor, John McLaughlin, la Kenny Clarke-Francy Boland Big Band. Per gli anni a venire non resta che citare un po’ alla rinfusa, data l’inarrestabile attività di Surman: da Gil Evans a Terje Rypdal, Archie Shepp, Warne Marsh… Per questa volta sarà affiancato dal pianista Norvegese Vigleik Stooras. Musicista free-lance, fonda il Vigleik Storaas Trio nel 1993 e suona come pianista in molti gruppi diretti da Bjørn Alterhaug, Espen Rud, Karin Krog, John Surman e altri. Ha raccolto commissioni da Vossajazz, Trondheim Jazz Fest e altri. Ha all’attivo 8 CD come leader e circa una quarantina come esecutore e ha suonato da solista con – tra gli altri – Chet Baker, Warne Marsh, NHØP, John Scofield e Jack Dejohnette.
(22 marzo 2021 – Teatro Forma)

Ada Montellanico è autrice e cantante tra le più originali e raffinate della scena jazz italiana. Ha collaborato con artisti di fama internazionale tra i quali Jimmy Cobb, Lee Konitz, Paul McCandless, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, partecipando con successo di critica e di pubblico a numerosi e prestigiosi Festival italiani ed esteri. Nel progetto “Abbey’s road, Omaggio a Abbey Lincoln” ci sono brani importanti tratti dallo storico album della divina Lincoln “We Insist! Freedom now suite” – inciso con il leggendario batterista Max Roach, suo compagno artistico e di vita – e che divenne un manifesto della lotta contro il razzismo. Ma ci saranno anche brani originali della stessa Montellanico e del trombettista Giovanni Falzone che ha curato gli arrangiamenti di tutto il progetto.
(15 aprile 2021 – Teatro Forma)

A Secret Garden“, con Gianna Montecalvo, Roberto Ottaviano, Marino Cordasco, Giorgio Vendola e Marcello Magliocchi, è tributo in musica al pensiero ed alle composizioni del musicista recentemente scomparso Gianni Lenoci. Il giardino segreto di Gianni Lenoci dischiude appena i rami di una siepe per invitarci a scoprire un mondo complesso e labirintico in cui provare a definire un percorso tra i numerosi stimoli offerti dalla sua scrittura, quella tradizionale delle songs del Jazz e quella grafica dei protagonisti dell’avanguardia del ‘900, ma ancor di più a lasciarsi andare al gioco onirico, quasi inebriati dai profumi “erbatici” e floreali nelle speculazioni filosofiche con la leggerezza di una storiella da osteria. Equazione facile secondo la prospettiva di Gianni.
(29 aprile 2021 – Teatro Forma)

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