“L’alloggio segreto” di e con Elisabetta Tonon domani al Teatro Traetta di Bitonto

Raccontare la storia di una clausura e di una prigionia da un’altra angolazione.
Per capire davvero cosa può provare una ragazzina tredicenne, di fronte al momento in cui la vita la costringe a rinchiudersi in un mondo tutto suo, diverso da quello che da bambini si può sognare.

Si ispira alla vicenda di Anne Frank, cercando di descriverne in profondità i dolori e le speranze, i tormenti e i sogni in frantumi, lo spettacolo teatrale «L’alloggio segreto», di e con Elisabetta Tonon, autrice di testo e regia (costumi e allestimento scenico di Stefania Scaraggi, actor’s trainer Christian Di Domenico, direttore di scena Fabio Fornelli). La pièce andrà in scena giovedì 6 febbraio, alle 20,30 al Teatro Traetta di Bitonto (ingresso libero), presentato dall’associazione di promozione sociale «Io sono Mia», all’interno della manifestazione «Memento», organizzata dal Comune di Bitonto per celebrare le due giornate internazionali della Memoria (27 gennaio) e del Ricordo (10 febbraio).

Elisabetta Tonon riprende in mano la biografia e i diari di Anne Frank e porta in scena un lavoro sul racconto di una giovane donna nota in tutto il mondo. «Ho iniziato sfogliando il suo diario – spiega l’attrice, regista, autrice e pedagoga teatrale – e una domanda ha cominciato a tormentarmi: chi eraveramente Anne Frank? Di sé lei scrive nell’ultima pagina del suo diario: “La mia anima è come se fosse divisa in due parti. In compagnia la Anne buona non si è fatta mai vedere, neppure una volta, mentre quando sono sola è lei a prevalere”. Così, ho cominciato a studiare. A indagare, scrivere, cancellare, ricominciare a scrivere. Il tentativo era quello di restare sola con la vera Anne. Di trovare il modo per entrare nel suo alloggio segreto. Per scoprire come avesse fatto. Come si fa. A vivere la propria adolescenza in una soffitta. A trovare la gioia nelle piccole cose. A restare innocenti quando il mondo continua a dirti che sei colpevole. Come si fa a continuare a vedere nell’uomo qualcosa di buono, ad amare così fortemente la vita, a credere ancora – nonostante il mondo ti stia strappando tutto – che “tutto tornerà a volgersi al bene, che anche questa durezza spietata finirà e che nel mondo tornerà tranquillità e pace”».

Lo spettacolo è la storia di una bimba che sfida la morte. Anzi la vita. Partendo dal miraggio dell’immortalità, la storia di Anne giunge a noi per raccontarci il suo anelato ingresso nella storia. È così che sul palcoscenico Tonon descrive la nota storia di Anne Frank, a partire dalle origini della famiglia, sino alla sua tragica scomparsa. La vicenda viene raccontata da una misteriosa ragazza dalle sembianze di Anne, la quale fa rivivere allo spettatore i momenti più salienti attraverso le parole del suo diario. La peculiarità dello spettacolo sta nella semplicità di un testo in cui tutti gli avvenimenti sono raccontati con le parole e con lo sguardo di una bambina innocente, che non ha mai smesso di sperare e di sognare un giorno migliore. Il risultato è uno sguardo teatrale profondo e al tempo stesso leggero, che alterna momenti di comicità a forte commozione.

Nella storia raccontata all’interno della pièce, Anne ha tredici anni e per il suo compleanno riceve un diario. La ragazzina scrive delle proprie passioni, recita le sue poesie per tutta la famiglia e gioca ad essere una stella del cinema. Anne si ritiene una ragazza fortunata perché vive in un alloggio segreto, dove può crescere e giocare. Nella sua piccola stanza si innamora, si traveste, balla da sola davanti allo specchio, scrive fiabe e sogna il successo. «Riuscirò mai a scrivere qualcosa di grande?», si chiede. È un’adolescente che riuscirà a realizzare il suo sogno in un momento straordinario, in cui essere giovani e avere degli ideali è praticamente impossibile. Anne Frank è una giovane donna coraggiosa, divenuta immortale morendo nel lager di Bergen-Belsen, nel febbraio del 1945.

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