Domenica 6 ottobre è andata in scena, all’AncheCinema di Bari, una formidabile performance del grande trombettista Tom Harrell con il suo Quintetto. Il progetto musicale presentato, secondo appuntamento della rassegna “Adelante!”, proposta dall’associazione “Nel Gioco Del Jazz”, si chiama Infinity e prende il nome dall’ultimo disco del grande artista.
Una band semplicemente mostruosa dal punto di vista tecnico, con – oltre il grande Harrell – Mark Turner al sax, Charles Altura alla chitarra, Ugonna Okegwuo al contrabbasso e Jonathan Blake alla batteria. Ma quello che ha impressionato soprattutto il numerosissimo pubblico presente (assai competente) è stata l’esplosione di energia che ha investito gli spettatori sin dalle prime note del concerto.
Ciò, non soltanto per la grandissima levatura di Harrell, ma anche – e probabilmente in misura addirittura superiore – per la grandezza di una sezione ritmica ad altissimi livelli, come non mi era mai capitato di sentire in un concerto jazz. In modo particolare, il batterista Blake non sembrava essere una sola persona, sia quando suonava nell’ensemble, e sia quando, in più di una occasione, si è esibito in solo.
Mi si permetta una breve considerazione sulla figura di Tom Harrell.
È noto a tutti coloro che seguono il jazz che il grande artista soffre, ormai da molti anni, di una forma di schizofrenia che causa al suo fisico gravi limitazioni; ma chi, come me in questa occasione, lo vede per la prima volta in un’esibizione dal vivo non può non rimanere attonito di fronte alla forza della sua espressione artistica, oltre che alla sua raffinata e suprema levatura tecnica.
E così volano via un’ora e quaranta minuti di concerto a ritmi serrati. Una performance in cui – come detto – i momenti di ensemble si alternano a momenti di solo, in cui si cimentano tutti i componenti della band; anzi, probabilmente, i secondi sono stati più dei primi, forse per consentire al Maestro di avere delle pause e dei momenti di rifiatamento. Ma è solo una mia supposizione.
Se proprio si vuole trovare un motivo di minor risalto nella esibizione, si può osservare come l’esecuzione delle parti di chitarra siano state un po’ scolastiche, o se si vuole parzialmente deficitarie, quanto a grinta ed anima, rispetto a quelle degli altri strumentisti.
Ma l’osservazione rimane abbastanza secondaria di fronte alla carica di coinvolgimento ed alla prorompente musicalità che la band ha saputo creare, ripagata dal sold out generato da un pubblico (come già detto molto competente e composto anche da numerosi musicisti) letteralmente estasiato.
La rassegna “Adelante!” dunque prosegue all’insegna della qualità eccelsa, e soprattutto di un crescente gradimento di pubblico e critica.
E tra soli due giorni è di scena l’incontrastata classe di Franco D’Andrea.
Franco Muciaccia
Foto di Mba’rock Crudele