Quando la musica jazz incontra la classica: 3xB apre la rassegna Crossover dell’Associazione “Nel Gioco del Jazz

Grande performance domenica 29 settembre del Trio composto da Andrea Bacchetti (pianoforte), Giuseppe Nova (flauto) e Giorgio Boffa (contrabbasso) per il primo concerto fuori cartellone della rassegna Crossover dell’associazione Nel Gioco del Jazz, nella splendida cornice dell’AncheCinema di Bari, che dopo soli quattro anni dall’apertura (forse non ancora compiuti), é divenuto già punto di riferimento fisso dell’attività culturale barese, ospitando eventi di grande risonanza; quest’anno, ad esempio, ospiterà, oltre a tutti gli spettacoli di “Nel Gioco del Jazz”, anche quelli della Sezione Teatri della XXXIV edizione di Time Zones, pur mantenendo una propria nutrita programmazione di teatro, recital, musica e cinema. Insomma, un vero polo di riferimento.

Tornando allo spettacolo cui ho avuto il privilegio di assistere, esso riviene da una idea tanto geniale quanto ardita: mescolare e coniugare la musica barocca di Bach con le improvvisazioni del jazz novecentesco. Tanti musicisti e compositori si sono ispirati a Bach, certo, ma nello spettacolo in oggetto, c’é di più: c’é lo sforzo, peraltro pienamente riuscito, di sposare movimenti musicali diversi, anche di notevole diversità, creare un’alternanza di ritmi per ottenere una fusion perfetta.

Lo spettacolo si compone di tre parti.
Nella prima, Andrea Bacchetti, virtuoso del pianoforte, suona in solo un concerto di Bach: grande maestria tecnica ed anche, a quanto mi é parso, una certa originalità di esecuzione.
Pur disattendendo l’ordine di esecuzione dei brani, voglio fare riferimento prima alla terza parte del concerto, consistita nell’esecuzione di quattro brani celeberrimi, tutti tratti dal musical West Side Story, composti dal grande compositore e direttore Bernstein. Una chiusura gioiosa del concerto, sempre fantastica se si pensa alla qualità della tecnica musicale dei tre protagonisti.
Oltre al maestro Bacchetti di cui si é detto, siamo stati ipnotizzati dal contrabbassista Giorgio Boffa, ormai definitivamente affermatosi come uno dei più talentuosi nella propria fascia generazionale, e, dal flautista Giuseppe Nova, il quale, senza neanche una benché minima  sbavatura da addebitargli, é stato – se mi é concesso dirlo – quello che ha maggiormente toccato le corde del pubblico – e le mie senz’altro -, suonando in modo da coinvolgere tutti i presenti in un grande simbolico abbraccio. Nova, peraltro, ha avuto il merito di esporre il progetto in termini di facile ascolto ed accessibilità, pur trattando temi di tecnica musicale e  di conoscenza storica della musica di notevole spessore.

La parte del progetto, e della performance che senz’altro  maggiormente rimane impressa nella memoria, sia perché rappresenta il fulcro del progetto artistico, e sia perché in essa le qualità di esecutori dei tre maestri sono apparse più evidenti, é quella centrale. Mi rimane impressa soprattutto la chiusura perfettamente all’unisono di cinque – credo delle sette – suite di Claude Bolling eseguite. Un particolare che denota un grande lavoro preparatorio e che occhieggia anche ad altri generi musicali contemporanei, sempre in omaggio alle mescolanze e contaminazioni.

Insomma, un gran concerto, difficile da dimenticare e far passare in secondo piano, specie se il ricordo lo si abbina mentalmente alla grandezza (ed originalità) del progetto.

Franco Muciaccia

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