La musica fuori dagli schemi di Maria Pia De Vito apre il Summer Jazz Days 2019 de Nel Gioco del Jazz

Mariapia De Vito ha aperto la sera di giovedì 1/08/2019 la minirassegna estiva Summer Jazz Days dell’Associazione “Nel Gioco del Jazz” presso il Duke Jazz Club di Bari. Ottima partecipazione di pubblico (come l’appuntamento meritava), ed ottima la scelta della location (anche se non volontaria, come ha spiegato il direttore artistico Roberto Ottaviano, perché dovuta ad ostacoli di natura burocratica nella concessione di una location pubblica), ovvero il jazz club della scuola di musica Il Pentagramma.

Va innanzitutto reso omaggio al coraggio dell’artista nella ideazione e realizzazione di un progetto musicale assolutamente al di fuori degli schemi consueti. Certo la De Vito con la voce che si ritrova può fare tutto ed il contrario, ma io vi assicuro che non mi è mai successo, in molti decenni ormai di ascolto e di valutazione di progetti musicali, di essere coinvolto in tal modo da una voce “accompagnata” solo da un vibrafonista (l’ottimo Pasquale Mirra) e da un percussionista (l’altrettanto bravo Michele Rabbia), i quali peraltro hanno un ruolo precostituito e non certo esuberante nell’economia del progetto, pur dimostrando di integrarsi in esso alla grande, e dimostrando anche la loro bravura tecnica nei momenti in cui hanno trovato il loro spazio.

Sin dall’inizio, ovvero dai primi due brani, il primo di Robert Wyatt ed il secondo del grande Peter Gabriel (probabilmente il momento più alto della serata), il concerto si è presentato con le dovute credenziali, ed è poi proseguito sullo stesso livello qualitativo, raggiungendo picchi di eccellenza nelle incredibili estensioni vocali della De Vito. 

Difficile trovare una lacuna nella performance del Re Song Trio, e non è certo quello che voglio dire osservando che, probabilmente, la partecipazione armonica anche  di un solo strumento ad arco avrebbe impreziosito il tutto. Ma ovviamente, la scelta è dell’artista, un’artista che ha dedicato tutta la propria vita (sin qui già preziosa) alla ricerca musicale, alle contaminazioni ed alle sperimentazioni, senza mai alcun ammiccamento o cedimento. Grande.

Franco Muciaccia

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