La nuova personale fotografica di Giacinto Magliocchi è “Minimal”.

Il desiderio di fotografare nasce forse da questa constatazione: visto da una prospettiva d’insieme, dal punto di vista del senso, il mondo è molto deludente. Osservato nel particolare, e di sorpresa, è sempre di un’evidente perfezione.” (Jean Baudrillard)

È indubbio che la fotografia sia l’arte che permette di rendere eterno un attimo fuggente, sconfinato un piccolo scorcio di vita, universale una personalissima emozione.
La fotografia minimalista, forse più di ogni altra tecnica, ha saputo spostare l’attenzione dell’osservatore dall’apparire all’essere; infatti, riducendo al minimo ogni elemento e soffermandosi su soggetti apparentemente anonimi, continua a permettere ad ognuno di noi di concentrarsi sull’intrinseco significato dello scatto e non solo sulla figura, su ciò che si percepisce e non solo su ciò che si vede. L’apparente estrema semplicità che sembra caratterizzarla non denota affatto carenza di idee, né si deve cadere nel tranello di ritenere che possa essere affrontata con disinvoltura o, addirittura, con superficialità; chi si avvicina alla fotografia minimalista con l’obiettivo di raccontare una storia, di trasmettere un messaggio, deve necessariamente riuscire a rintracciare la bellezza in ogni minimo dettaglio, soprattutto lì dove la nostra distratta e frettolosa visione l’ha relegata, nei suoi più reconditi nascondigli, vale a dire nelle cose elementari, pulite, uniformi, nelle forme che affollano la nostra realtà quotidiana e che, per rendersi accessibili con estrema efficacia al nostro occhio, attendono di essere immortalate da quanti, come richiedeva Eugene Smith, ad una grande profondità di campo sappiano associare un’adeguata profondità di sentimento.
La fotografia di Giacinto Magliocchi è, senza tema di smentita, intrisa di tutti questi fattori, avendo, di fatto, già da tempo concettualmente abbracciato la tecnica minimalista; pertanto, nei più attenti non desterà sorpresa il titolo della sua nuova personale che si apre oggi, sabato 13 luglio 2019, e che sarà possibile visitare sino a tutto il 21 luglio 2019 presso lo Spazio Giovani in Via Venezia 41 a Bari, quel “Minimal” che, più che un’etichetta, appare come una dichiarazione di intenti, se non di vero e proprio amore.
Alla ricerca di un linguaggio chiaro, netto, definito, risolto, Magliocchi, forte della sua indubbia sensibilità, ci consegna i suoi scatti più introspettivi, sempre permeati dalla forma essenziale e raffinata che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare, ancora una volta al servizio di una visione molto personale dell’ambiente che lo circonda, che ama riprendere e raccontare attraverso la sua macchina fotografica, basandosi sulla propria esperienza, perseguendo un’idea che ponga in primo piano l’occhio, il cervello e l’anima rispetto al freddo strumento tecnico, focalizzando sul soggetto tutta la sua attenzione ed, infine, lasciando che siano le emozioni ed i sentimenti a prendere il sopravvento.
Le opere scelte per questa mostra fotografica sono caratterizzate da inquadrature di dettaglio, mai piatte o prive di contenuti, giochi di forme e sequenze di elementi, spesso dai colori molto vivaci, che definiscono ulteriormente la sua cifra stilistica: una serie di immagini affascinanti, visionarie, ipnotiche, che mostrano luoghi immortalati in un’atmosfera onirica, grazie a cui Magliocchi incarna perfettamente il fondamentale dettame di Yann Arthus-Bertrand: “la Terra è arte, il fotografo è solo un testimone.”

A corredo della sua personale, il fotografo barese ha allestito una serie di interessantissimi eventi – qui riportati – che, di certo, richiameranno l’attenzione del pubblico per l’intera settimana di allestimento.

www.facebook.com/events/2882219211795463/

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