
Dal 2011 l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) ha deciso di istituire l’International Jazz Day “per dare risalto al jazz e al suo ruolo diplomatico nell’unire i popoli in ogni angolo del globo”. Da quella data, in ogni parte del mondo, il 30 aprile si celebra questo riconoscimento.
Ma anche Castel del Monte è stato inserito (dal 1996) tra i beni del patrimonio dell’UNESCO perchè possiede un valore universale eccezionale per la perfezione delle sue forme, l’armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal Nord Europa, dal mondo musulmano e dall’antichità classica.

Questa affinità ha di certo avuto peso per la realizzazione di questo evento che ha fatto incontrare uno scenario tra i più belli al mondo con una leggenda vivente del jazz, come il pianista Kenny Barron. Ottantadue anni portati benissimo, è riuscito fin dalle prime note ad incantare il numeroso pubblico presente. Un regalo che l’Amministrazione del Comune di Andria ha voluto fare a tutta la cittadinanza e a tanti appassionati di questo genere musicale, per una serata che sicuramente resterà indimenticabile.

L’anello di congiunzione per la realizzazione dell’evento di certo è stata la cantante andriese Patty Lomuscio, che già dal 2011 si era trasferita negli Stati Uniti per una borsa di studio che l’avrebbe messa in contatto con il grande maestro. Contatti che sono rimasti ben saldi specie durante il periodo del Covid e che hanno visto, subito dopo, la registrazione newyorkese dell’album Star Crossed Lovers (publicato a maggio 2022),conuna formazione eccellente con Kenny Barron al pianoforte, Vincent Herring al sax alto, Peter Washington al contrabbasso e Joe Farnsworth alla batteria. E così, con grande sorpresa di tanti, siamo accorsi ai piedi di Castel del Monte per gustare questa serata dal vivo.

L’appuntamento rientra nel programma delle iniziative culturali estive promosse dal Comune di Andria con il supporto di Puglia Culture, con l’obiettivo di valorizzare il territorio attraverso la musica dal vivo ed offrire al pubblico esperienze artistiche di altissimo livello.

Kenny Barron è uno dei più grandi pianisti jazz viventi. Ha attraversato oltre sei decenni di storia musicale, collaborando con giganti come Dizzy Gillespie, Stan Getz e Ron Carter, e influenzando generazioni di musicisti in tutto il mondo.

“Andria Suona Jazz” è stata una rassegna ideata da Stefano Porziotta e Patty Lomuscio, che si è svolta il 18, 19 e 20 luglio, dedicata alla grande musica. Il concerto di Kenny Barron è stata la chiusura perfetta di questo percorso: un evento davvero unico, che ha portato ad Andria una leggenda del jazz mondiale. Un’opportunità non solo per gli appassionati, ma anche per chiunque abbia avuto voglia di lasciarsi affascinare da questo linguaggio universale.

Kenny Barron, nato a Filadelfia nel 1943, ha iniziato a suonare giovanissimo e si è trasferito a New York nei primi anni Sessanta, entrando nella band di Dizzy Gillespie. Ha collaborato con artisti del calibro di Stan Getz, Yusef Lateef, Freddie Hubbard, Ron Carter e Bobby Hutcherson. Tra le collaborazioni più longeve e proficue, quella con il contrabbassista Charlie Haden, con il quale ha realizzato autentici capolavori. Negli anni ’80 ha fondato il gruppo SPHERE, dedicato a Thelonious Monk, ed ha inciso alcuni degli album più apprezzati della scena jazz contemporanea.

Nel corso di una carriera lunga circa settant’anni, Barron ha suonato nei principali festival e jazz club del mondo, influenzando intere generazioni di pianisti. Una discografia smisurata: tra i suoi album più recenti: The Art of Conversation (con Dave Holland), The Book of Intuition, Concentric Circles (vincitore del premio dell’Accademia Francese del Jazz) e Beyond this Place (2024). Il suo stile elegante, lirico e ricco di invenzioni lo rende un autentico gigante del jazz contemporaneo.

Innanzi tutto, la prima affermazione fatta dal nostro ospite, ammirando lo scenario di Castel del Monte, è stata quella che quando il castello è stato costruito, l’America doveva essere ancora scoperta. Il concerto è scivolato via con dieci brani, uno più bello dell’altro, tra composizioni originali e omaggi ad altri artisti, prima di tutto Charlie Haden e Bud Powell. Il brano di apertura è stato “For Heaven’s sake”, seguito da “Bud Like” (omaggio a Bud Powell, ed una sua composizione originale (Rain, rain), senza tralasciare un omaggio a Broadway e alla commedia “Oklahoma” (The surrey with the fringe on top) ed un accattivante “Calypso”. Ricordando sempre il compianto Charlie Haden, è stato eseguito il suo brano “Nightfall”.

Ma il momento che ha sprigionato più emozione è quando ha invitato sul palco Patty Lomuscio, per un’accorata versione di “My funny Valentine”, eseguita magistralmente. Al termine di questo brano, durato circa sette minuti, non era solo il volto della nostra brava cantante a tradire emozione, ma ha coinvolto tutti noi presenti.

Al termine del concerto, un saluto istituzionale da parte dell’Amministrazione Comunale (con la Sindaca Giovanna Bruno e il Vice Sindaco, nonché assessore alle Radici, Cesareo Troia). A Kenny Barron è stata donata una pietra artistica con l’incisione dell’ottagono più famoso al mondo. Dopo la premiazione il concerto si è concluso non con un bis, ma con due composizioni; una originale e l’altra una medley di quattro brani.

Pubblico in visibilio, tutti coscienti di aver partecipato ad un evento che rimarrà unico e straordinario, con un Barron divertito per l’atmosfera, che non si è sottratto alle tantissime richieste di selfie e di autografi.
Di concerti nella via vita da appassionato ne ho visti. Tanti mi sono rimasti nel cuore. Anche se non è stata la prima occasione in cui l’ho ascoltato dal vivo, questo è destinato a restare immortale.
Thank you, Mr, Barron!
Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro