Parte a Bari “Tempi Luminosi sul 41° parallelo Nord”, il festival che intreccia cinema, fotografia, musica, arti e sapori per celebrare la libertà e i valori universali della democrazia

Una rassegna che intreccia cinema, fotografia, musica, arti e sapori; linguaggi attraverso i quali celebra la libertà e i valori universali della democrazia: è Tempi Luminosi sul 41° parallelo Nord, il festival organizzato da Mez –società attiva dal 2014 nella produzione di eventi culturali e nella distribuzione di opere cinematografiche – con il sostegno della Regione Puglia e di Puglia Culture, che si svolgerà a Bari dal 16 aprile al 15 maggio all’interno degli spazi della Mediateca Regionale Pugliese e del Teatro AncheCinema.

Curato dall’artista barese Agnese Purgatorio, il progetto si propone di rappresentare un ponte culturale tra due terre idealmente estreme, con forti risonanze simboliche, culturali e storiche: una linea immaginaria che attraversa il globo a 41 gradi di latitudine nord e che collega in questo modo la Puglia e il Portogallo, accomunate non solo dalla posizione geografica, ma anche da una storia condivisa di lotte e conquiste democratiche. Geografia e connessioni globali in una sorta di cintura trasversale, che unisce mondi diversi che si riconoscono in un certo tipo di luce, di clima, di rapporto con il paesaggio. Due regioni cerniera, la Puglia e il Portogallo, che condividono il 25 aprile come giornata simbolo della lotta per i diritti e per la democrazia: è in questo giorno che la Puglia ricorda la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, mentre il Portogallo celebra il giorno in cui la dittatura dello Estado Novo fu deposta a seguito della Rivoluzione dei Garofani. Ecco che questo legame diventa la spina dorsale di un dialogo culturale che, attraverso linguaggi universali come l’arte visiva, il cinema, la musica e la gastronomia, connette le storie delle due terre, evocando un senso di solidarietà e vicinanza. Un’occasione per riflettere sul significato della partecipazione popolare, partendo dalla memoria storica per arrivare a un presente che aspira a nuovi orizzonti di condivisione e inclusività. Il tutto, nella consapevolezza di come la cultura e l’arte possano fungere da strumenti di resistenza.

Ad aprire il festival sarà una mostra allestita all’interno della Mediateca Regionale Pugliese e che sarà inaugurata mercoledì 16 aprile alle ore 18 alla presenza degli artisti e della curatrice. Un’esposizione ad ingresso libero che comprende tre diversi lavori: “Portogallo 50 anni di rivoluzione”, mostra del fotografo di origini toscane Fausto Giaccone che nel 1975 ha realizzato un toccante racconto per immagini della condizione delle campagne portoghesi ad un anno dalla Rivoluzione dei Garofani; O Caminho das Estrelas (Il cammino delle stelle), proiezione dell’opera video dell’artista portoghese/angolana Mónica de Mirandache rivisita l’eredità della resistenza anticoloniale in Angola, invitando il pubblico in un viaggio attraverso la storia rivoluzionaria del suo paese di origine e la prospettiva di un futuro in divenire; Revolución de horizontes, struttura installativa multimediale dell’artista e curatrice del festival Agnese Purgatorio che, spostando il punto di vista verso una visione ribaltata e indipendente, induce a ripensare la soggettività in una dimensione poetica e scomposta.

E poi il cinema, nell’ambito di un festival che si propone di raccontare la resistenza, la rivoluzione e la lotta per la difesa dei valori della democrazia attraverso l’uso di immagini e linguaggi artistici privi di mediazione: e così, Tempi Luminosi sul 41° parallelo nord è anche una rassegna cinematografica, che sarà ospitata nelle giornate del 28-29 aprile e 12-13 maggio a partire dalle ore 20 nel Teatro AncheCinema di Bari. Un viaggio attraverso storie e immagini che riflettono i temi della libertà, della memoria collettiva e della ricerca di un futuro condiviso. I film selezionati, firmati da autori di rilievo del panorama lusofono e italiano, intrecciano trame universali che dialogano con la memoria storica e culturale: si parte lunedì 28 aprile con Grand Tour(2024) diretto da Miguel Gomes e vincitore del Prix de la mise en scène alla 77ª edizione del Festival di Cannes; si prosegue martedì 29 aprile con Palazzina Laf (2023), tratto dal libro “Fumo sulla città” dello scrittore Alessandro Leogrande, diretto e interpretato da Michele Riondino. Lunedì 12 maggio sarà la volta di Ainda estou aqui (Io sono ancora qui) (2024), tratto dall’omonimo libro di memorie di Marcelo Rubens Paiva, vincitore del premio Osella alla 81ª Mostra del Cinema di Venezia, del premio ai Golden Globes a Fernanda Torres come miglior attrice e dell’Oscar come Miglior Film Internazionale. La rassegna si chiude con Nuovomondo (2006), diretto da Emanuele Crialese, Leone d’argento alla Mostra del cinema di Venezia, premio al regista come “rivelazione” e tre David di Donatello per scenografia, costumi ed effetti speciali. 

E ancora, la musica, ulteriore forma d’arte che rappresenta uno dei principali tratti identitari di un popolo e della sua cultura: la chiusura del festival sarà infatti affidata all’evento di musica tradizionale portoghese Fado Roubado – Paula Oliveira & Bernardo Moreira in concerto, ospitato nella serata di giovedì 15 maggio anch’esso nel Teatro AncheCinema di Bari. Il progetto musicale riprende il disco omonimo, in una sorta di omaggio alla poesia portoghese e ai suoi autori. “Fado Roubado” nasce da opere di artisti portoghesi che sognavano la libertà, come Carlos Paredes, Zeca Afonso e Amélia Muge, con le parole prese in prestito dai poeti Alexandre O’ Neill, Yvette Centeno, Sophia de Mello Breyner Andersen e Fernando Pessoa, ma soprattutto caratterizzato dai magnifici arrangiamenti e dall’interpretazione straordinaria di Paula Oliveira e di Bernardo Moreira.

«Tempi luminosi sul 41° parallelo Nord è un viaggio trasversale che attraversa la memoria, quella che ha cambiato la storia, per eccesso e per difetto, ma è anche il nostro presente nomade che nasce dagli attraversamenti, dalle “non più libere frontiere” – racconta la curatrice Agnese Purgatorio – È un pensiero che insegue geografie emozionali su una linea immaginaria; è una ricerca interdisciplinare che indaga, con uno sguardo laterale, convergenze tra poesia, identità, gender, memoria e luoghi dell’anima. Per non lasciare che queste percezioni diventino invisibili è necessario che siano raggiungibili, fruibili e tangibili».

MOSTRA – Mediateca Regionale Pugliese (Ex Caserma Rossani)

PORTOGALLO 50 ANNI DI RIVOLUZIONE fotografie di Fausto Giaccone

Il 25 aprile del 1974, il giorno dello scoppio della Rivoluzione dei Garofani, Fausto Giaccone era impegnato con un altro lavoro. Quando, nell’estate dell’anno successivo, la situazione portoghese si scaldò al punto che quel periodo venne ricordato come il “Verão Quente”, l’estate calda, cercò di non perdere questa seconda occasione. A Lisbona la situazione era caotica ma estremamente interessante. Con giornalisti e fotogiornalisti di tutto il mondo era sempre in strada a seguire cortei o grandi meeting politici. Dopo qualche giorno di lavoro e di riflessioni, decise di raccontare quella rivoluzione in un modo diverso, più personale. Era lì in totale libertà, nessuno aspettava i suoi rullini prima della chiusura dei giornali…Decise di lasciare la meravigliosa Lisbona, febbricitante di energia rivoluzionaria, per approfondire la situazione nelle campagne, nell’Alentejo, a sud, dove, grazie alla legge della Reforma Agraria promulgata qualche mese prima, i braccianti stavano occupando le terre abbandonate dai latifondisti organizzandosi in cooperative agricole. Fu un’esperienza unica. Il momento più emozionante è stato quando, alla presentazione a Lisbona del catalogo della mostra voluta dal Ministero della Cultura e dall’Ambasciata Italiana, ha visto avvicinarsi un signore anziano, che ha chiesto di dedicargli una copia del suo libro. Era Fernando Silva Oliveira Baptista, l’ex-ministro dell’Agricoltura che nel luglio del 1975 aveva promulgato la legge della Reforma Agraria. Il primo libro sulla sua esperienza in Portogallo nacque dall’incontro fortuito con lo scrittore Antonio Tabucchi al quale mostrò le foto realizzate nel 1975. Spinto anche dalla sua reazione entusiasta tornò, nel 1986, in quegli stessi luoghi. Da questo viaggio nacque il libro Una storia portoghese edito nel 1987 dalla galleria Randazzo Focus di Palermo. 

Fausto Giaccone è nato a San Vincenzo, in Toscana, nel 1943. È cresciuto e si è formato a Palermo. Nel 1965 si trasferisce a Roma dove si laurea in architettura. L’anno 1968, con l’inizio del movimento studentesco universitario, segna la sua scelta di dedicarsi interamente alla fotografia. Da allora è stato un fotografo free lance interessato soprattutto ai reportage sociali. Le sue prime collaborazioni sono con giornali e riviste politiche romane come L’ Astrolabio, Rinascita, Vie Nuove, Noi Donne. In quegli anni ha lavorato spesso nel meridione italiano come fotografo documentarista: in Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Sardegna. Nella seconda metà degli anni ’70 ha anche collaborato a diversi documentari televisivi in Africa e America Latina. All’inizio degli anni ’80 si è trasferito a Milano e fino al 2010 ha viaggiato molto per riviste varie, su committenza o, preferibilmente, su temi da lui stesso scelti. Finita la stagione del fotogiornalismo, si è dedicato soprattutto alla creazione di libri di fotografia e a ordinare il suo archivio di circa quarantacinque anni di lavoro. La sua fotografia si nutre di una forte carica umana capace di intrecciarsi alle problematiche sociali. L’interesse per i cambiamenti sociali e la passione suscitata dall’incontro con il Portogallo e la sua gente, gli consente di realizzare nel 1975 un reportage storico rimasto unico, che ha avuto numerosi riconoscimenti.  Ha viaggiato in tutti i continenti per la produzione di reportage a carattere socio-politico e culturale. L’amore per i libri e per l’America Latina, la Colombia in particolare, lo porta sulle tracce di Gabriel García Márquez, e realizza il libro Macondo. Il mondo di Gabriel García Márquez.

O CAMINHO DAS ESTRELAS (il cammino delle stelle) di Mónica de Miranda 

È un’opera video del 2022 (durata 34’41”). L’artista portoghese/angolana rivisita l’eredità della resistenza anticoloniale in Angola, invitando il pubblico in un viaggio attraverso la storia rivoluzionaria del suo paese di origine e la prospettiva di un futuro in divenire. Il titolo è tratto da O Caminho das Estrelas (Il cammino delle stelle), una poesia del 1953 di Agostinho Neto, combattente del Movimento Popolare di Liberazione (MPLA) e primo presidente dell’Angola. Nel corso di una sola giornata, le spettatrici e gli spettatori seguono il cammino di un’eroina, che dall’alba al tramonto naviga lungo il fiume Kwanza, il più lungo dell’Angola che sfocia nell’Oceano Atlantico e servì come punto di ingresso per l’invasione portoghese, ma anche il luogo di numerose battaglie della lotta per l’indipendenza dell’Angola dal Portogallo. Un film profondamente poetico nel quale l’artista rivisita l’eredità della resistenza anticoloniale. Mónica de Miranda con le sue immagini fa luce sulle figure invisibili e non celebrate che hanno preso parte alla lotta per l’indipendenza dell’Angola, in particolare le donne, e sulle risorse ecologiche che queste combattenti hanno difeso, soprattutto i corsi d’acqua, testimoni di una eredità passata e presente. L’opera è un viaggio attraverso la storia rivoluzionaria di uno dei più importanti paesi africani, per raccontare il senso di appartenenza e la dura esperienza della migrazione. Il film invita a guardare al futuro come un cammino verso la riconciliazione in una prospettiva che unisce passato e presente. L’intreccio di temi legati alle radici e al desiderio di un mondo migliore si allinea ai valori del festival, celebrando la speranza che ha animato la rivoluzione portoghese. 

Mónica de Miranda, nata a Porto nel 1976, è una artista portoghese di origine angolana la cui ricerca interdisciplinare indaga convergenze tra politica, identità, gender, luoghi e memoria, mettendo in discussione le nozioni standard di identità basate sulle categorie di razza e genere. Mónica de Miranda è una artista e una ricercatrice; le sue opere nascono da importanti riflessioni sulla costruzione di un’identità che, attraverso uno sguardo opposto alla storia, si concentra sul riconoscimento e l’autonomia delle culture africane e la costante ricerca di personali geografie affettive. Nella sua pratica interdisciplinare utilizza disegno, installazione, fotografia, film, suono e video. Diplomata in Visual Arts e Sculpture al Camberwell College of Arts (Londra), ha un PhD in Artistic Studies alla Middlesex University (Londra), ed è la fondatrice di Hangar (2014), centro d’arte e ricerca a Lisbona. Nel 2024 ha rappresentato il Portogallo alla 60° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e ha esposto a Roma presso il Mattatoio, La Pelanda; nel 2023 ha partecipato alla 18° edizione di Fotografia Europea, Reggio Emilia; nel 2022 al Houston FotoFest; nel 2021 alla BIENALSUR. Tra le mostre più importanti ricordiamo la 6° Lubumbashi Biennale; la 12° Berlin Biennale; la 12° Dakar Biennale; la 5° Biennale Internationale de l’Art Contemporain de Casablanca; la 13° African Biennale of Photography; la 14° Venice Architecture Biennale. Nel 2019 ha avuto la nomination al New Artist Award del MAAT (Museu de Arte Arquitectura e Technologies, Lisbona) e nel 2016 al New Photo Bank Award e come finalista ha esposto alla Berardo Collection Museum.  Attualmente vive tra Lisbona e Luanda.

REVOLUCIÓN DE HORIZONTES di Agnese Purgatorio

ANNO 2025, struttura installativa multimediale, audio, video in loop

Agnese Purgatorio per questa mostra utilizza una struttura installativa site-specific che destabilizza il concetto di spazio espositivo: realizzata con schermi di vari formati, l’installazione evoca il cambiamento e la sospensione del tempo che perde la sua articolazione nel passaggio da una visione a un’altra. Apertura, interdisciplinarità e dialogo sono da sempre le parole chiave della sua ricerca. Revolución de horizontes è il titolo della performance realizzata a Cuba durante la 15° Bienal de la Habana che sottolinea l’urgenza di affrontare quest’epoca di transizione. L’artista utilizza anche opere video e performance realizzate all’interno dell’ex caserma Rossani prima e durante la fase di restauro. Agnese Purgatorio con la sua pratica artistica sposta il punto di vista, interrompe la linearità delle sequenze, per restituire centralità a qualcosa che non l’ha attraverso una visione ribaltata e indipendente che ci induce a ripensare la soggettività in una dimensione poetica e scomposta. 

Agnese Purgatorio nata a Bari nel 1964 vive tra Belgrado e Beirut. Del nomadismo e della migrazione, intese non solo come emergenza sociale, ma come entità paradigmatica della condizione dell’artista, Agnese Purgatorio ha fatto i temi privilegiati della sua sperimentazione; sin dagli esordi l’artista, con la sua pratica multidisciplinare, ricorre a vari linguaggi espressivi; dalla performance alla fotografia e all’installazione multimediale, dal video alla scrittura luminosa con il neon, dalla ricerca del suono al collage digitale e analogico. Le sue opere sono state esposte e commissionate da prestigiose istituzioni nazionali ed internazionali come la 15° Bienal de la Habana, la 14° Bienal Internacional de Arte Contemporânea de Curitiba, la 5° Moscow Biennale of Contemporary Art, la 49° e la 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia,  la Triennale di Milano, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, the Jordan National Gallery of Amman, la Fondazione Garuzzo di Torino, il Museo della Scultura Contemporanea di Matera, la Pinacoteca Corrado Giaquinto e il Museo Archeologico di Santa Scolastica di Bari, La Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, La Fondazione Fiumara d’Arte di Catania, the Museum of Contemporary Art Zagreb, la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, il Museo de Arte Contemporáneo – La Plata, the Armenian Center for Contemporary Experimental Art – Yerevan, il Ludwig Museum für Moderne Kunst – Aachen, il Musée de L’Elysée – Lausanne, il Centro Cultural Recoleta – Buenos Aires, il Centre de Cultura Contemporània de Barcelona, in una serie di personali negli Istituti Italiani di Cultura di Berlino, Colonia, Copenaghen, La Valletta, Melbourne, Mosca, Strasburgo, Tirana, Vilnius, Zagabria, nelle Ambasciate d’Italia a Canberra e Amman, e in importanti gallerie private come: Galleria Bonomo – Bari, Gallery Onetwentyeight – New York, Mars Gallery – Melbourne, Podbielski Contemporay – Berlin e Milano. Ha realizzato diverse mostre con le donne recluse nella sezione femminile della Casa Circondariale di Bari.

Orari di apertura della mostra 

(ultimo ingresso, 30 minuti prima della chiusura)

Dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 15.00

Nei giorni 25 e 26 aprile, 3 e 10 maggio dalle ore 16.00 alle ore 20.00

Ingresso gratuito

RASSEGNA CINEMATOGRAFICA – Teatro Polifunzionale AncheCinema di Bari 

La rassegna rappresenta un viaggio attraverso storie e immagini che riflettono i temi della libertà, della memoria collettiva e della ricerca di un futuro condiviso. I film selezionati, firmati da autori di rilievo del panorama lusofono e italiano, intrecciano trame universali che dialogano con la memoria storica e culturale. 

28 aprile – Grand Tour è un film del 2024 (durata 128 minuti) diretto da Miguel Gomes che ha vinto il Prix de la mise en scène alla 77ª edizione del Festival di Cannes. Il regista presenta un racconto frammentato e poetico, in cui passato e presente si sovrappongono in un viaggio che esplora la memoria collettiva di un mondo in trasformazione. Il film, con il suo stile innovativo, invita a riflettere sulla storia come strumento per comprendere il presente e immaginare un futuro alternativo. L’opera si connette profondamente al tema del festival, sottolineando la possibilità di ridefinire identità e percorsi collettivi attraverso il cambiamento.

29 aprile – Palazzina Laf è un film italiano del 2023 (durata 99 minuti) tratto dal libro “Fumo sulla città” dello scrittore Alessandro Leogrande, diretto e interpretato da Michele Riondino, al suo debutto alla regia. Il film racconta, attraverso gli occhi di un operaio, la difficile vita nella fabbrica; una vicenda realmente accaduta all’Ilva di Taranto, città originaria di entrambi, regista e scrittore. Il titolo dell’opera riprende il nome dell’omonima palazzina teatro degli eventi raccontati dall’operaio Caterino Lamanna. Una storia sulla pericolosità e tossicità di certi ambienti di lavoro, uno dei più gravi casi di abuso in ambito lavorativo della storia italiana. Il film ha vinto tre premi ai David di Donatello 2024: al Miglior attore protagonista (Michele Riondino), al Miglior attore non protagonista (Elio Germano) e alla Migliore canzone originale (La mia terra, scritta e interpretata da Diodato).

12 maggio – Ainda estou aqui (Io sono ancora qui) è un film del 2024 (durata 136 minuti) diretto da Walter Salles, tratto dall’omonimo libro di memorie di Marcelo Rubens Paiva, ha vinto il premio Osella alla 81ª Mostra del Cinema di Venezia, un premio ai Golden Globes a Fernanda Torres come miglior attrice e l’Oscar come Miglior Film Internazionale. Ambientato nel 1971 in Brasile durante la dittatura militare. Un ex deputato vive con sua moglie e i figli a Rio de Janeiro. Il colpo di Stato di sei anni prima ha segnato la fine della sua vita politica. Un giorno viene prelevato dalle autorità per un interrogatorio e non fa più ritorno. Con sensibilità e profondità, il regista esplora la forza e il coraggio di una protagonista che lotta per rimanere ancorata alle proprie radici, nonostante le difficoltà. Il titolo stesso diventa una dichiarazione di resistenza e speranza, richiamando lo spirito di chi ha creduto in un cambiamento possibile, pur in un contesto di incertezza e instabilità.

13 maggio – Nuovomondo è un film del 2006 (durata 120 minuti) diretto da Emanuele Crialese; Leone d’argento alla Mostra del cinema di Venezia, premio al regista come “rivelazione” e tre David di Donatello per scenografia, costumi ed effetti speciali. Nella Sicilia degli inizi del Novecento, la famiglia Mancuso lascia Petralia alla volta dell’America. Salvatore vuole imbarcarsi per il “nuovo mondo” e condurre oltre oceano i figli e l’anziana madre. Il protagonista vede nella partenza l’unica possibilità rimastagli per scampare dalla fame e dalla miseria più disperata, ma l’arrivo a Ellis Island, l’isola della quarantena alle porte di New York, con le lunghissime e snervanti procedure di ingresso, sarà ben diverso da come Salvatore e i suoi si erano illusi che fosse. Una traversata fisica e interiore illuminante sull’esperienza migratoria italiana transoceanica, che fonde le visioni surreali dei protagonisti con una profonda lezione di vita.

CONCERTO “FADO ROUBADO” – Teatro Polifunzionale AncheCinema di Bari 

Il progetto musicale riprende il disco omonimo, in una sorta di omaggio alla poesia portoghese e ai suoi autori, che come dice Paula Oliveira “erano le bandiere di un’epoca: gli anni Sessanta/Settanta”. “Fado Roubado” nasce da opere di artisti portoghesi che sognavano la libertà, come Carlos Paredes, Zeca Afonso e Amélia Muge, con le parole prese in prestito dai poeti Alexandre O’ Neill, Yvette Centeno, Sophia de Mello Breyner Andersen e Fernando Pessoa, ma soprattutto caratterizzato dai magnifici arrangiamenti e dall’interpretazione straordinaria di Paula Oliveira e di Bernardo Moreira.

Paula Oliveira è uno dei maggiori riferimenti del jazz odierno. Partecipa ai festival jazz più prestigiosi in Spagna, Germania, Italia, Svizzera, Danimarca, Stati Uniti, Thailandia, Indonesia, Angola, Mozambico, Guinea-Bissau.

Bernardo Moreira è uno dei più importanti contrabbassisti, ha collaborato con artisti internazionali del calibro di Benny Colson, Freddie Hubbard, Wayne Shorter, Art Farmer e Kenny Wheeler e in Portogallo con il quartetto Maria João/Mário Laginha, con il Mário Laginha trio, e con Cristina Branco.

MEZ è una società attiva dal 2014 nella produzione di eventi culturali e nella distribuzione di opere cinematografiche. Nel 2014 distribuisce il cortometraggio “Bibliothèque”, scritto e diretto da Alessandro Zizzo, vincitore di più di 18 premi internazionali. Il corto, che vede come protagonista Angelo Argentina, affiancato da Stefania Delia Carnevali, Daniela Vantaggiato, Gino Andreoli e il poeta e musicista milanese Vincenzo Costantino Chinaski, è stato inserito nello showreel 2014 del Centro Nazionale del Cortometraggio (cineteca e agenzia di promozione del cortometraggio italiano) ed è stato selezionato per l’Italian Short Film Corner del mercato del Film Court del Festival di Clermont Ferrand. Il cortometraggio coniuga cultura e sociale ed è ambientato nella piccola biblioteca di un paese indefinito del nord Italia. Ha collaborato nel 2014 nella distribuzione del cortometraggio “Sposerò Nichi Vendola”. Il cortometraggio è stato selezionato alla 67ª Cinematografica di Venezia. MEZ ha lanciato e gestito un’iniziativa editoriale innovativa e prestigiosa di distribuzione cinematografica di cortometraggi/prodotti editoriali, grazie alla collaborazione con le librerie LaFeltrinelli. Negli anni MEZ ha promosso spettacoli, anteprime cinematografiche, presentazioni di libri, presentazioni di album, concerti, rassegne musicali, eventi di beneficenza.

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