
Un appuntamento davvero straordinario, per il Bari Piano Festival presso il Parco Rossani di Bari, quello di Alessandro Sgobbio. Una Direzione Artistica, di Emanuele Arciuli, sempre attenta a proporre artisti molto particolari che non finiscono mai di sorprenderci. Sgobbio, seppur pugliese (di Martina Franca) e uno dei tanti “nostri” artisti più conosciuti all’estero che nel nostro territorio.

Eppure Sgobbio, lo scorso settembre ha partecipato, al Teatro Piccinni, al Falastin Festival, un festival dedicato alla cultura palestinese e patrocinato dal Comune di Bari, accompagnando la cantante Amal Murkus, nota cantante palestinese. Questa manifestazione, voluta dalla Comunità Palestinese d’Italia con la collaborazione di diverse associazioni solidali con la Palestina, ha voluto far conoscere la ricchezza e la vivacità della cultura palestinese in tutte le sue declinazioni, culturali e artistiche, nonché affrontare la questione palestinese a partire dalle radici storiche per arrivare ai giorni nostri. E’ possibile recuperare una recensione di questo evento sulle pagine di Cirano Post.

Compositore, pianista e produttore, Alessandro Sgobbio persegue un personale percorso creativo caratterizzato da composizioni, improvvisazioni ed esplorazioni musicali, dedicando i suoi ultimi lavori a se stesso, ai luoghi e alle tematiche a lui più care. Leader dei quartetti italo-scandinavi Silent Fires e Hitra, Alessandro Sgobbio è stato nominato al TopJazz (nuovi talenti del jazz italiano) nel 2023, ricevendo i premi Umbria Jazz Contest e Padova Carrarese per il progetto Pericopes, di cui è stato co-fondatore. Formatosi presso il Conservatorio di Parma e la Norges Musikkhøgskole di Oslo, Alessandro riceve il secondo premio al Concorso Luca Flores di Firenze e viene selezionato al concorso Martial Solal di Parigi. In Francia, Alessandro Sgobbio crea e produce nuovi progetti discografici, tra cui il trio Charm e il sestetto Debra’s Dream. Quindici gli album pubblicati in qualità di leader / co-leader, con oltre 200 i concerti eseguiti in America, Europa e Cina.

Negli ultimi anni, dopo svariate collaborazioni e progetti, ha voluto tornare all’essenza della musica, realizzando una trilogia intitolata “Piano Music”: tre album in solitudine pubblicati nel 2022, 2023 e 2025. Piano solo si, ma con alcuni inserti elettronici, che accompagnano le note acustiche della tastiera, sovrapponendole a voci e rumori della vita quotidiana. Colpisce subito l’attenzione il groviglio di cavi molto colorati che danno l’impressione di “uscire” dal pianoforte e che, sapientemente manipolati durante l’esecuzione dei brani, hanno creato atmosfere rarefatte.

Per chi aveva avuto modo di ascoltarlo lo scorso settembre al Teatro Piccinni non è una novità il suo attaccamento alla Palestina, schierandosi nettamente a sostegno di un popolo che ha tutto il diritto, come tutti gli altri, a vivere in pace sul proprio territorio. Quello che oggi succede a Gaza è sotto gli occhi di tutti, Il brano iniziale si intitola appunto “Ghaza”, con la particolarità che è stato scritto qualche anno fa, perché questa non è storia di oggi, ma ha radici molto lontane.

Il secondo brano è invece dedicato alla sua unica nipotina, dal titolo Feuilles (Foglie). Altra dedica è quella con i brani successivi (Atma Mater e Creosotechromies, dedicati entrambi a quello che è stato il suo insegnante presso l’Accademia Musicale Norvegese di Oslo: Misha Alperin, un pianista Sovietico-norvegese scomparso nel 2018.

Ancora un brano che trasuda impegno politico, dedicato a George Floyd, dal titolo Third Ward. Per chi non ricorda, George Floyd era un afroamericano assassinato per soffocamento da un agente di polizia bianco a Minneapolis, Minnesota, il 25 maggio 2020, durante un arresto effettuato dopo che un commesso di un negozio sospettava che Floyd avesse usato una banconota da venti dollari contraffatta. Le proteste per l’omicidio di George Floyd nel 2020 hanno nuovamente portato all’attenzione mediatica il movimento Black Lives Matter (Le vite dei neri contano), già attivo dal 2013.

Il concerto termina con “Fireflies” (lucciole), il singolo che ha preceduto l’uscita di Piano Music 1 nel 2022. Come è possibile leggere nelle note di copertina, “… questo è davvero speciale per me, in quanto è la mia personale “dedica di figlio” ai miei amati genitori Iolanda e Stefano per il loro amore, supporto e guida che mi hanno reso il musicista e l’essere umano che sono oggi”.

Ogni brano è come un diario di viaggio, dove il compositore, l’ascoltatore e la persona o il luogo a cui è dedicata la musica possono incontrarsi, meditare, coesistere e scrivere insieme nuove storie. Di lui, la rivista specializzata americana DownBeat ha scritto: “Un jazz moderno la cui forza risiede nell’intelligenza delle melodie e nell’energia delle improvvisazioni”.
Di certo un artista da tenere d’occhio. Non finisce mai di stupirci. Un bel live per una rassegna sempre più significativa.
Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro