
Non nascondo che sono di parte. Primo perché Maurizio De Giovanni è tra i miei scrittori preferiti (inutile elencare tutti i suoi libri), secondo perché in occasione della presentazione nella mia scuola del suo bellissimo libro L’equazione del cuore del 2022, scoperto il mio nome mi invitò a restare accanto a lui mentre firmava le copie del suo romanzo ai ragazzi. E non si poteva dire di no, lui parla con il cuore. E poi adoro le equazioni.

Quindi appena ho scoperto che il mio autore preferito sarebbe tornato a Bari, non potevo mancare l’appuntamento. Non sapevo cosa aspettarmi, ma sapevo che l’unione con l’ineguagliabile musicalità dell’eclettico Joe Barbieri sarebbe stata la soluzione della equazione. Ero comunque ignara di tutto: cosa mi aspettava e quale equazione si sarebbe risolta nella serata del 31 luglio presso il Cortile dell’Ateneo di Bari per ‘I Giovedi della Camerata’ Musicale Barese? Piena di aspettative mi son presentata in via Nicolai, per nulla sorpresa della lunga coda formatasi all’ingresso; due artisti di quel calibro insieme sicuramente avrebbero realizzato qualcosa di particolare. Tutto si preannunciava come una splendida novità per me, nell’assistere ad un reading concert tra le mura dello splendido cortile dell’Università.

L’attesa inizia, e poco dopo aver preso posto, sul palco salgono silenziosamente i bravissimi Oscar Montalbano, che accompagnerà con la chitarra manouche, e Nico Di Battista, con la DB guitar.
Una voce familiare che sembra riprendere un discorso interrotto dice” Non amore ma Ammore”, è De Giovanni che dialoga con Barbieri, io sorrido perché so che è tutto definito dall’inizio, ma è già un indizio.

Quando si parla di Ammore bisogna solo ascoltare, perché le due emme non solo rafforzano, ma come un profondo respiro, uniscono. Cosa? Lo so che l’amore unisce, due cuori o due anime, anche più di due, è abbastanza banale. Ammore mi ricorda Napoli, ma anche questa è un’altra banalità. Lo sanno tutti che sia Maurizio che Joe sono napoletani.
Mi basta ascoltare le prime parole di De Giovanni per capire che Ammore è la chiave di tutto, un connubio perfetto e circolare tra poesia e musica, che mi ricorda il simbolo di infinito. Si parte dalla poesia d’amore e si passa alla musica, e si ritorna alla poesia senza soluzione di continuità. Mentre ascolto la delicata malinconia con cui De Giovanni racconta la storia di come son nate alcune delle più importati poesie d’amore napoletane, la sensibilità musicale di Barbieri davanti ai miei occhi la compie. Così nasce la tradizionale canzone d’amore napoletana.
La canzone d’amore napoletana che piaceva al mio papà, anche lui di origine partenopea. Lo ammetto, piaceva al mio papà, ma a me – eduardianamente – nun me piaceva. Allora che ci faccio io qui?

Ho capito allora che questo non era uno spettacolo, bensì un percorso liberatorio in cui le parole si trasformavano in note, uno lo specchio dell’altra, la mente e il cuore fusi in una sola entità. La canzone d’amore napoletana, nel progetto di De Giovanni e Barbieri, è diventato il mio viaggio, letterario e musicale, un percorso che mi appartiene, che mi porta al punto di partenza, Napoli. Non mi restava, dunque, che ascoltare con il cuore e capire che stavo assistendo ad un capolavoro: lì dove la parola si limita a esprimere, la musica invece la definisce e la rende definitiva, l’una appartiene all’altra, indissolubilmente.

Un vero Ammore per Napoli, non solo per la sua cultura, ma anche per la sua lingua attraverso la poesia come espressione più alta della sua storia, portata a compimento attraverso melodie che cantano di passione e forza, smarrimento e sentimento.
Quando, alla fine, il mio cuore era colmo di amore, anzi di Ammore, per la grande canzone d’amore napoletana, ho finalmente scoperto la mia soluzione all’equazione; grazie a Joe Barbieri e Maurizio De Giovanni ho imparato ad amare incondizionatamente le canzoni d’amore tradizionali napoletane, immense e senza tempo, patrimonio non solo di Napoli ma di tutto il mondo, e per cui siamo conosciuti in tutto il mondo.

Il 31 luglio, nel Cortile dell’Ateneo di Bari, luogo sacro della cultura, grazie alla Camerata Musicale Barese, ho capito quanto mio padre avesse ragione.
Maurizia Limongelli
Foto di Roberta Longo, Emanuela Palmisano, Emanuele Belladonna
dalla pagina Facebook della Camerata Musicale Barese