Alessandro Bergonzoni chiude “Estate a Napoli” al Maschio Angioino con tre giorni di arte, parola ed impegno civile

Sarà Alessandro Bergonzoni, artista poliedrico e voce fuori dal coro della scena culturale italiana, a firmare il gran finale di Estate a Napoli, la storica rassegna promossa e sostenuta dal Comune. Per tre giornate, il Maschio Angioino diventerà teatro di un attraversamento artistico che fonde parola, gesto, visione ed impegno civile: una vera e propria “summa” della ricerca che da anni anima il lavoro di Bergonzoni, tra teatro, attivismo e riflessione profonda sul nostro tempo.

«Con la presenza di un autore come Alessandro Bergonzoni, capace di interrogare il presente attraverso i linguaggi dell’arte, vogliamo chiudere questa edizione dell’Estate Napoletana con un invito alla riflessione sui valori che ci uniscono, soprattutto in un momento storico così fragile», dichiara il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
«La bellezza e il pensiero critico sono al centro della nostra visione culturale. E il Maschio Angioino, simbolo della città, grazie al lavoro dell’Amministrazione, si sta affermando sempre più come luogo vivo, aperto e accogliente, in grado di ospitare progetti di alto valore artistico e civile».

«Bergonzoni cammina sul filo del linguaggio, lo piega, lo reinventa, lo sovverte per aprire mondi nuovi – osserva Sergio Locoratolo, coordinatore delle politiche culturali del Comune. – Il suo è un attraversamento non solo artistico, ma anche filosofico e sociale. Per Napoli ha ideato un percorso unico, in tre tappe che fondono pensiero, spettacolo e impegno civile, in un dialogo costante con la città, offerto gratuitamente a tutti».

A chiudere il cerchio è Vincenzo Trione, consigliere del sindaco per l’arte contemporanea:
«Con questo progetto, il Maschio Angioino si conferma laboratorio di idee, luogo di incontro tra passato e presente. Bergonzoni porterà a Napoli una partitura in tre atti, che riflette sul potere della parola, sulle istanze del corpo, sull’urgenza dell’impegno. Tre giorni che intrecciano teatro, installazione e scrittura, in un’opera totale pensata appositamente per la città».

Il programma

Venerdì 12 settembre – ore 12:00 – Cappella Palatina
IL TAVOLO DELLE TRATTATIVE
Un’installazione disturbante, composta da otto arti artificiali: simboli concreti di ciò che resta dopo una guerra.
«Vorrei aver le gambe!» scrive Bergonzoni, raccontando come il progetto sia nato da un dialogo con Emergency. «Volevo unire arti ad arte, trasformare mutilazioni in azioni, creare un gesto, un segno, una denuncia. Questo tavolo rappresenta tutti i teatri di guerra: Sudan, Ucraina, Palestina, Israele, Libano… luoghi dove gli attori continuano a morire mentre un pubblico, spesso lontano e indifferente, osserva in silenzio – o finanzia».
Attorno al tavolo siederanno rappresentanti delle istituzioni, delle religioni, del mondo del volontariato. Bergonzoni condurrà la performance, trasformando lo spazio in un rito collettivo, in una prova di immedesimazione e consapevolezza.

Venerdì 12 e sabato 13 settembre – Sala dell’Armeria
TUTELA DEI BENI: CORPI DEL (C)REATO AD ARTE
Cinque repliche (venerdì alle 16:30 e 17:15; sabato alle 12:00, 16:30 e 17:15) per una performance spiazzante che esplora il corpo umano come bene artistico, oggetto sacro da tutelare.
«Che legame c’è tra Ministero della Giustizia, dei Beni culturali, della Difesa e degli Interni? – si chiede Bergonzoni – Tra bellezza e colpa, tra un museo e un carcere?».
Al centro, il “corpo del (c)reato”, da conservare e valorizzare come opera d’arte vivente. Un incontro profondo tra estetica e etica, tra responsabilità e spiritualità.

Domenica 14 settembre – ore 21:00 – Cortile del Castello
ARRIVANO I DUNQUE (Avannotti, sole Blu e la storia della giovane Saracinesca)
Debutto assoluto a Napoli per l’ultima opera teatrale di Bergonzoni: un flusso di immagini, parole e visioni che unisce le tre anime dell’artista – il pensatore, il performer, il poeta.
Uno spazio scenico fluido, attraversato da interrogativi e folgorazioni, in cui l’autore dà forma a quella che definisce «una congiungivite», una tensione continua ad unire ciò che apparentemente è distante: arte e sorte, van Gogh e Bangkok, fiamminghi e piromani, Dalì e Allah.
Un’opera che non si limita a essere spettacolo, ma diventa esperienza, attraversamento, scossa.

Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito fino a esaurimento posti.
Prenotazioni disponibili da lunedì 1° settembre su:
culturacomunedinapoli.eventbrite.com.

Daniele Milillo

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