Due Americhe unite dalla tastiera di un pianoforte: grande successo per l’esibizione di Benito Gonzales al Bari in Jazz 2025

Con il pianista venezuelano Benito Gonzales si è aperta una quattro giorni di concerti baresi per il Festival Metropolitano Bari in Jazz 2025, sotto la Direzione Artistica di Koblan Amissah Bonaventure.

Un artista forse poco conosciuto alle nostre latitudini ma che non ci ha messo molto ad entrare in sintonia con il pubblico presente. Un pianista esaltante che ha vinto la “Great America Jazz Piano Competition” nel 2005 e nel 2020 ed è stato onorato di essere un artista Steinway & Sons per “il suo suono riconoscibile per la potente sezione ritmica e i richiami afro-latini che privilegia in tutti i suoi progetti”. L’artista, nato in Venezuela ma residente a New York, è cresciuto suonando musica folk tradizionale venezuelana con la sua famiglia prima di assorbire l’inventiva di pianisti come Herbie Hancock, McCoy Tyner, Chick Corea, dai quali ha tratto ispirazione per creare in sound suo personale.

Gonzalez è arrivato negli Stati Uniti un po’ per un caso: un ambasciatore culturale americano aveva assistito a uno dei concerti e in seguito lo invitò a Washington, DC. Fu arruolato per suonare con il maestro batterista ghanese Okyerema Asante, con il quale riuscì ad entrare anche in sala d’incisione. Dopo qualche mese decise di rimanere negli Stati uniti “per imparare la musica nel modo giusto”.

Gonzalez ha continuato a suonare con Jackie McLean nel 2003, per poi unirsi al quartetto di Kenny Garrett per sette anni, fino al 2013, durante i quali ha ottenuto due nomination ai Grammy. Successivamente ha suonato con la band del sassofonista Azar Lawrence e nel 2019 si è unito alla leggenda del sassofono Pharoah Sanders (morto nel 2022) come suo pianista e direttore musicale.

Nel corso della sua carriera, Gonzalez ha avuto un ruolo determinante in collaborazioni con grandi del jazz come Bobby Hutcherson, Dave Liebman, Gary Bartz, Curtis Fuller, Al Foster, Lenny White, Billy Hart, Ignacio Berroa, Jeff”Tain”Watts, Buster Williams, Steve Turre, Delfeayo Marsalis, Hamiet Bluiett, Ron Blake, Antonio Sanchez e altri.

Gonzalez ha anche registrato album a suo nome, tra cui Starting Point (2004) e Circles (2010), poi ha continuato la sua carriera da solista con Dream Rhapsody (2015) con la flautista/cantante slava Sisa Michalidesová e un affettuoso tributo a McCoy Tyner Passion Reverence Transcendence (2018).

Con un ritmo propulsivo e una spinta percussiva afro-latina, Gonzalez ha posto il ritmo al centro di “Sing to the World” del 2021, il suo quinto album, pubblicato per la prima volta dall’etichetta russa Rainy Days Records di San Pietroburgo. Ha riunito un team impressionante di collaboratori, tra cui Christian McBride, Essiet Okon Essiet, Jeff “Tain” Watts e Nicholas Payton, oltre a stelle nascenti come il batterista Josh Evans e il russo Sasha Mashin.

Ormai la fama e la stima di cui gode Benito Gonzalez nel mondo del jazz sono elevatissime. Il pianista venezuelano, pieno di talento, è riuscito ad imporsi non solo in virtù di una strepitosa padronanza tecnica, ma anche e soprattutto per una filosofia espressiva in grado di coniugare la tradizione jazzistica nordamericana con i ritmi afro-latini del proprio patrimonio culturale.

Nato in una famiglia di musicisti venezuelani folk e jazz, il pianista Benito Gonzalez affonda le sue radici nel passato e nella tradizione. Considerato oggi una certezza nel panorama americano, Benito sottolinea come questo sia stato possibile grazie all’aver seguito le orme dei suoi antenati, fondendo poi ritmi da tutto il mondo con un jazz molto lineare. Il suo tocco magico al pianoforte, sia che suoni ballate o pezzi swing, lo rendono amato ovunque.

Con lui, su palco barese, due musicisti italiani. Gabriele Pesaresi al contrabbasso e Roberto Gatti alle percussioni.  Pesaresi si diploma in contrabbasso presso il Conservatorio di Pesaro e in “Jazz e musiche improvvisate del novecento” presso il Conservatorio di Bologna. Prosegue poi gli studi presso la Fondazione Siena Jazz, l’Accademia Romana di Musica, i Seminari estivi di Laurino Jazz, a New York e Boston, con vari insegnanti tra cui Hal Crook, Dennis Irwin, Giovanni Tommaso, Paolino Dalla Porta, Furio Di Castri, Cameron Brown, Drew Gress, John Lockwood. “Bassista moderno e versatile ma insieme rispettoso della tradizione, la sua duttilità̀ ed esperienza gli permettono di trovarsi a proprio agio in contesti dalle caratteristiche anche molto diverse tra loro, piccoli e grandi gruppi, situazioni mainstream, free o di jazz contemporaneo” (F.Caprera – Dizionario del jazz italiano). Vanta collaborazioni a fianco di moltissimi musicisti nazionali e internazionali e in numerosi progetti di musiche originali. E’ docente di basso elettrico e contrabbasso jazz al Conservatorio Statale di Musica G.B.Pergolesi di Fermo.

Roberto Gatti,perugino, musicista freelance, suona le percussioni da oltre 20 anni. Profondamente interessato alla ricerca e alla sperimentazione delle percussioni, ha trascorso lunghi periodi a Cuba. Ha studiato con alcuni dei più importanti percussionisti come Giovanni Hidalgo, Oscar Valdes, Pedro Martinez. Nel luglio 2022 viene pubblicato il suo primo progetto discografico “Amanolibera”. Di lunga data la sua collaborazione con il quarto componente del gruppo di Gonzales: Mario Rodriguez

Anche Rodriguez è nato in Venezuela, nel 1987. È sulla scena musicale da più di 20 anni, come batterista dal vivo e in studio. vanta collaborazioni eccezionali come Horacio “El Negro” Hernandez, Roberto Quintero, Paoli Mejias, Oscar Valdés , Gabriele Mirabassi ed altri. Nel 2022 viene nominato ai “Latin Grammy Awards”.

Un concerto ricco di intensità, groove e improvvisazione, per un viaggio musicale autentico e travolgente. Un perfetto interplay tra i quattro musicisti che hanno saputo interagire in modo eccellente. In particolare, un omaggio a Kenny Garrett (Spanish-go-round) e McCoy Tyner (Sama Layuca), ed un finale coltraniano con My favourite things. Un concerto tiratissimo, con un ritmo più che sostenuto. Non possiamo far altro che ringraziare la Direzione artistica di Bari in Jazz per le attente proposte musicali.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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