Monopoli si fa immagine: il ‘PhEST’ 2025 racconta il mondo in una capsula per il futuro

Festival Internazionale di Fotografia e Arte compie dieci anni e celebra questo traguardo con un’edizione speciale, più lunga nel tempo e più ricca nello spazio. Dal cuore di Monopoli, in Puglia, il festival apre nuovi orizzonti, intrecciando mostre, residenze d’artista, installazioni e progetti inediti in un viaggio che guarda avanti senza dimenticare le radici di dieci anni di ricerca, relazioni e trasformazioni.

Mostre evento: classici, visionari, maestri contemporanei
Tre mostre segnano idealmente il decennale di PhEST, ognuna con un peso simbolico ed artistico preciso:

  • Francisco Goya – Los Caprichos. La ragione dei mostri
    Per la prima volta nel Sud Italia, PhEST ospita la celebre serie completa dei Caprichos: 80 incisioni realizzate tra il 1797 e il 1799, in cui Goya ritrae, con feroce ironia e potenza onirica, le contraddizioni della società spagnola. Un’opera visionaria e ancora attualissima, in prestito dal Museo de Bellas Artes di València. A cura di Roberto Lacarbonara e Giovanni Troilo.
  • Yorgos Lanthimos – Jitter Period
    In anteprima assoluta per l’Italia, le fotografie del regista premio Oscar rivelano lo stesso linguaggio surreale e teatrale che attraversa il suo cinema. Un immaginario sospeso tra l’assurdo ed il sublime, curato da João Linneu in collaborazione con Fotofestiwal.
  • Martin Parr – Pleased to Meet You
    Mostra “madrina” del decennale, curata da Giovanni Troilo e Arianna Rinaldo. Il grande fotografo britannico racconta, con il suo stile inconfondibile, le stranezze, le contraddizioni e le bellezze della nostra quotidianità. Parr sarà presente a Monopoli il 27 e 28 settembre per un talk e la proiezione del film documentario I am Martin Parr, in collaborazione con Wanted Cinema.

Un atlante umano: viaggi, identità, visioni
La X edizione è un racconto corale, dove gli sguardi di fotografi, artisti visivi e narratori tracciano una geografia affettiva che spazia dal Mediterraneo alla Luna, dai riti arcaici alle realtà digitali.

Tra le mostre da non perdere:

  • Sam Youkilis – Under the Sun
    In mostra per la prima volta in Italia, l’artista americano costruisce una “wunderkammer contemporanea” usando iPhone e Instagram per raccontare il mondo. A cura di Sophia Greiff, con montaggio audio e video di Jens Lüstraeten (C/O Berlin Foundation).
  • Aleksandra Mir – Cristo e cosmo
    Una mostra diffusa tra case e botteghe del centro storico di Monopoli. L’iconografia cristiana incontra lo spazio siderale in una riflessione tra fede e scienza.
  • Dylan Hausthor – What the Rain Might Bring
    Un’intensa esplorazione in bianco e nero delle radici rurali e rituali dell’esistenza umana.
  • Gregg Segal – 7 Days of Garbage
    Ritratti ambientali potenti: i soggetti sono fotografati circondati dai propri rifiuti settimanali, tra denuncia e consapevolezza.
  • Deanna Dikeman – The Place of Ordinary Moments
    Un diario fotografico intimo sul passare del tempo e sulla memoria familiare.
  • Pietro Terzini – Arte&Vino
    Una nuova opera al neon concepita per TramArt, il progetto che esplora il legame tra arte contemporanea e vino con l’azienda San Marzano.

Le nuove generazioni e lo sguardo sul futuro
PhEST avvia una collaborazione con l’Accademia di Brera: una mostra virtuale in Piazza Palmieri e un magazine realizzato dagli studenti daranno voce al tema del festival. Tra gli artisti annunciati:

  • Alexey Titarenko – City of Shadows
    Un racconto poetico e spettrale della dissoluzione post-sovietica.
  • Phillip Toledano – We Are at War
    Un progetto visionario realizzato con l’intelligenza artificiale.
  • Zed Nelson – The Anthropocene Illusion
    Una riflessione sull’ambiguità tra natura e artificio nell’epoca ecologica.
  • Rhiannon Adam – Rhi-Entry
    L’artista racconta il sogno infranto di un viaggio verso la Luna.
  • Lorenzo Poli – Paesaggi post-antropocenici
    Fotografie che intrecciano spiritualità, memoria e geografia sacra.

Le residenze d’artista: memoria viva del festival
Per celebrare i dieci anni, PhEST dedica una grande mostra collettiva agli artisti che, attraverso le residenze, hanno trasformato Monopoli e la Puglia in luoghi narrati e vissuti: dagli ulivi di Alejandro Chaskielberg ai porti di Edoardo Delille, dai corpi di Mustafa Sabbagh ai pescatori di Piero Martinello. Le opere saranno esposte in spazi indoor e outdoor, con un focus speciale sul Cantiere di Cala Porta Vecchia, e raccolte in un catalogo che diventa archivio visivo della storia di PhEST.

Nel 2025 si aprono anche nuove residenze:

  • Arianna Arcara – Residenza in Daunia
    Un’indagine visiva nel cuore rurale della Puglia, tra documentario e memoria collettiva. La mostra sarà ospitata nel Porto Vecchio di Monopoli.
  • José Angelino – Out of the Blue. Resistenze 2025
    Un’installazione site-specific che ricrea aurore boreali in vitro, attraverso vetro e gas nobili. A cura di Melania Rossi, alle Stalle di Casa Santa.
  • Piero Percoco – Brighton Calling
    Frutto di una residenza in Inghilterra, realizzata con Photoworks UK e l’Istituto Italiano di Cultura di Londra.

THIS IS US – A Capsule to Space
Il tema della decima edizione è un messaggio al futuro. Come il Golden Record lanciato dalla NASA nel 1977, anche PhEST costruisce la sua capsula visiva: fotografie, installazioni, visioni che raccontano chi siamo oggi. “Un esperimento collettivo – spiega il direttore Gianni Troilo – tra memoria e futuro, tra scienza e immaginazione”.

Inaugurazione: 8–10 agosto 2025
Tre giorni di eventi speciali, visite guidate, talk con gli artisti, performance e le immancabili letture portfolio. Un’occasione per immergersi nel cuore vivo del festival.

Daniele Milillo

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