
Un termine intraducibile, eppure familiare a ogni vichese. Un concetto a metà tra testardaggine, creatività, orgoglio identitario e folklore. Un piccolo grande mistero antropologico. È dedicata a questo universo semantico la serata-evento «La mupìa. Ricerca antropologica e sociale sulla mupìa», in programma venerdì 25 luglio alle 21,30 in Largo San Pietro a Vico del Gargano (ingresso libero).
L’incontro è organizzato dall’associazione di Promozione Sociale «Ncvò ‘Cappà Nsciaun», con il patrocinio del Comune di Vico del Gargano (nell’ambito delle manifestazioni di «Agorà»), in collaborazione con il Teatro Popolare del Gargano e la Pro Loco di Vico del Gargano. A condurre la serata sarà il giornalista e scrittore Livio Costarella, firma della Gazzetta del Mezzogiorno.
Interverranno Cristiana Natali, antropologa dell’Università di Bologna – Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà – esperta in discipline demoetnoantropologiche, e Giuseppe Aguiari, autore del libro «La mupìa», frutto di un’originale indagine sociale e culturale condotta nel cuore di Vico del Gargano. A completare il programma della serata, le letture teatrali a cura dell’associazione Ncvò Cappà Nsciaun, che ha anche curato l’intero progetto di ricerca.
La mupìa è molto più di un termine dialettale: è un fenomeno culturale radicato nel territorio garganico, vivo e in continua trasformazione. Secondo il sondaggio condotto dall’associazione su un campione di 1100 abitanti, per il 65% dei vichesi la mupìa è sinonimo di testardaggine. Ma il significato si amplia e si arricchisce: per alcuni è irragionevolezza, per altri estro creativo, resistenza culturale, modo di essere. È insomma un tratto identitario, così emblematico da trasformarsi in vero e proprio marchio collettivo. Non a caso, tra le leggende popolari, si racconta che quando Gesù distribuì la mupìa ai paesi del Gargano, il sacco si ruppe proprio sopra Vico.
Il libro presentato durante la serata racconta questa complessità con rigore scientifico e ironia leggera, raccogliendo testimonianze, aneddoti, linguaggi e immagini che mettono in luce la forza simbolica del termine. La mupìa diventa così una chiave per riflettere sulla storia, sul cambiamento sociale, sulla memoria orale e sulla capacità di un paese di guardarsi dentro con affetto e consapevolezza.
Un appuntamento da non perdere, per ridere, pensare e riconoscersi in una parola che forse sfugge alla definizione, ma che a Vico del Gargano sa dire moltissimo.