Si chiude a Lecce “Classiche Forme 2025”, il festival internazionale di musica da camera fondato e diretto da Beatrice Rana

Si chiude oggi, domenica 20 luglio, la grande settimana di appuntamenti di Classiche Forme, il festival internazionale di musica da camera fondato e diretto dal 2017 dalla pianista Beatrice Rana.

Alle ore 21.00, nel Chiostro del Rettorato di Lecce in programma la consueta e attesa Maratona finale. Sul palco Kevin Spagnolo, Chaos String Quartet, Andrea Obiso, Georgy Kovalev, Beatrice e Ludovica Rana e Massimo Spada. Si va dall’Ouverture su temi ebraici op. 34 di Prokof’ev al Trio per clarinetto, violino e pianoforte di Schoenfield, al Quartetto n. 10 in mi bemolle maggiore op. 125 n. 1 D87 di Franz Schubert, al contemporaneo Quartetto n. 2 di Verunelli, passando per Ma mére l’Oye suite per pianoforte a quattro mani di Ravel e Night, per pianoforte a quattro mani di Fazil Say, per chiudere con Johannes Brahms e il suo Sestetto n. 2 in sol maggiore op. 36. Un evento che fissa l’idea di musica come festa.

La Maratona Finale sarà trasmessa in diretta su RaiRadio3 (inviato Giacomo Fronzi). Saranno tre ore di musica live, dalle ore 21 alle ore 24.

Musica è festa! Si festeggiano così i momenti passati insieme e l’inizio della costruzione tutti insieme della X edizione del 2026: un vero e proprio arrivederci al 19 luglio 2026.

Ma prima dei saluti… ancora tanta musica con un programma che si muove avanti e indietro lungo la linea del tempo. E non solo, cambiano continuamente gli umori della musica, tra leggerezza e serietà, tra motivi impossibili da canticchiare come quelli del Quartetto di Francesca Verunelli e motivi che sembrano scritti apposta per essere canticchiati come quelli del Trio per clarinetto, violino e pianoforte di Paul Schoenfeld e dell’Ouverture su temi ebraici op. 34 di Sergej Prokof’ev. Nel Trio dell’ebreo statunitense Paul Schoenfeld, nato nel 1947, si respirano la vitalità festosa e il virtuosismo strumentale tipici della musica klezmer degli ebrei dell’Europa dell’Est, musica le cui radici sono sostanzialmente ottocentesche. Alla tradizione klezmer guarda anche l’Ouverture su temi ebraici op. 34 per clarinetto, quartetto d’archi e pianoforte di Prokof’ev, lavoro nato anch’esso negli Stati Uniti, nell’autunno del 1919, quando il compositore russo ricevette dall’ensemble ebraico Zimro un quaderno di temi ebraici con la richiesta di scrivere qualcosa di nuovo.

Scritta nel 2016 come bis per il duo dei fratelli Lucas e Arthur Jussen, in Night Fazil Say, si esalta nel contatto con il pubblico ed esalta il pubblico attraverso un virtuosismo brillante, sia come interprete sia come compositore, come accade anche in questo lavoro dalle venature jazzistiche tra ostinati e ritmi sincopati, suoni pizzicati direttamente sulle corde e percussioni dei tasti con le corde bloccate dalle mani a suggerire la sonorità di un banjo, che a tratti però si ammanta di suggestioni alla Debussy.

Altra è la strada percorsa da Maurice Ravel in Ma mère l’oye, sempre per pianoforte a quattro mani, una suite di cinque brani scritta nel 1910 per i figli una coppia di amici e ispirata alle favole della tradizione francese.

Con il Quartetto n. 2 composto nel 2015 da Francesca Verunelli siamo in una dimensione del tutto diversa, in una sorta di incubo bianco che inizia con le sonorità vitree dei due violini che poggiano sui glissandi di armonici della viola e i pizzicati e le note lunghe del violoncello, uno schema che poi si ripete a parti invertite.

Il Quartetto in mi bemolle maggiore D 87 di Franz Schubert e il Sestetto n. 2 in sol maggiore Johannes Brahms si collocano nel grande alveo della tradizione cameristica romantica, sia pure in una dimensione di quieto lirismo piuttosto che di sperimentalismo linguistico. Nel Quartetto D 87, composto nel 1813 da uno Schubert appena sedicenne, la trasparenza mozartiana e settecentesca della scrittura si sposa a una amabilità melodica che è sarà uno dei tratti caratteristici anche dello Schubert maturo, mentre il Secondo sestetto brahmsiano (1864/1865) si slarga in lunghe volute melodiche dal quieto sapore notturno, come già rivela il denso tema iniziale. Con questo Sestetto, in gran parte nato, al pari di molta musica da camera del compositore di Amburgo, nella quiete delle vacanze estive (in questo caso a Baden-Baden), Brahms ha voluto dare un cifrato addio in musica ad Aghate von Siebold, con la quale aveva avuto una relazione e che aveva lasciato pochi anni prima, citandone il nome attraverso uno dei temi del primo movimento ma intrecciato con la parola “Ade”, che significa “addio” è un capolavoro malinconico e un poco ombroso eppure di grande fascino melodico, perfetto per concludere una lunga serata di musica sotto le stelle.

L’acquisto dei biglietti è possibile sul luogo dell’evento a partire da un’ora prima dell’inizio del concerto. Biglietteria online su www.vivaticket.com

Biglietti euro 25 intero / euro 15 ridotto under26 oppure euro 15 intero / euro 10 ridotto under26

Abbonamenti euro 155 intero / euro 90 ridotto under26

Tutti i dettagli su www.classicheforme.com

Info 3274562684

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