
Un incontro tra continenti, anime musicali e territori: «The Complete Bari Sessions», il nuovo lavoro discografico della cantante Amália Baraona, nasce così, come un racconto di affinità elettive tra il calore del Brasile e la sensibilità jazzistica pugliese. Prodotto dall’etichetta barese Gemini Music and Arts, il disco è in uscita su tutte le piattaforme digitali venerdì 13 giugno 2025. E celebra una stagione di ispirazione che ha portato l’artista portoghese – cresciuta in Brasile e oggi residente a Belgrado – a intrecciare la propria voce con il talento di quattro musicisti pugliesi d’eccezione: Marco Giuliani (chitarra, voce e curatore degli arrangiamenti), Bruno Montrone (pianoforte), Nico Catacchio (contrabbasso) e Fabio Delle Foglie (batteria).
Undici tracce che sono molto più di semplici riletture: sono rivisitazioni intime, raffinate, vibranti di una selezione di classici – e meno noti – della musica brasiliana, da Jobim a Sidney Miller, da Johnny Alf a Petrúcio Amorim. Con molte gemme di raro ascolto, appartenenti a quel repertorio.
Registrato a Bari in presa diretta, l’album coglie lo spirito vivo di una sessione condivisa, tra interplay acustico, suoni ariosi e un approccio filologico ma non museale. A cominciare da «Olhos Verdes» (Vicente Paiva), brano che apre il disco con grande vivacità e brillantezza. La voce di Amália danza tra nostalgia e leggerezza, mentre il trio strumentale “dipinge” una timbrica coinvolgente e appassionata. «Molambo» (Augusto Mesquita / Jaime Florence – versione italiana di Marco Giuliani) è uno dei vertici poetici dell’album, in cui la voce di Baraona è soffusa e vellutata, affiancata da quella dello stesso Giuliani. Una trasposizione fedele ma fresca, di grande intensità. «Ângela» (Antônio Carlos Jobim) è una delle melodie meno conosciute del maestro della bossa nova, qui filtrata dal tocco pianistico cristallino di Montrone e una vocalità che sembra sospesa tra sogno e confessione.
«Nós os Foliões» (Sidney Miller) è un brano rapsodico e teatrale, reso in un crescendo interpretativo che passa dal lirismo all’estro gioioso. La bonus track finale del disco ne propone una seconda versione, arricchita dalle percussioni vibranti di Cláudio Infante. «Olhos Negros» (Johnny Alf / Ronaldo Bastos – versione italiana di Marco Giuliani) è un altro brano dal sapore intimo e introspettivo. I due interpreti – Baraona e Giuliani – dialogano in equilibrio perfetto, in un’atmosfera di grande eleganza. «Forever Green» (Antônio Carlos Jobim / Paulo Jobim) è un’evocazione lieve e al tempo stesso coinvolgente: Montrone accompagna al pianoforte con tocco impressionistico, mentre Amália si muove tra linee delicatissime di bossa e jazz. «Sucedeu Assim» (Antônio Carlos Jobim / Marino Pinto) è una bossanova essenziale, costruita sulla sottrazione. Un autentico gioiello, poetico e contemplativo.
«O negócio é amar» (Carlos Lyra / Dolores Duran) si rivela poi una melodia giocosa e amaramente ironica, in cui l’amore viene decantato con misura e swing. Con un arrangiamento che la avvicina a un suadente jazz da camera. «Tareco e Mariola» (Petrúcio Amorim – versione italiana di Marco Giuliani), giocando tra lingua italiana e portoghese, è un brano che acquista una forma quasi popolare, evocativo di terre lontane ma affini. «Palhaçada» (Haroldo Barbosa / Luís Reis), infine, è una delle canzoni più belle e malinconiche dell’album. Dietro la leggerezza del ritmo si cela una riflessione disillusa sul vivere.
Il disco – distribuito sia in formato fisico che digitale – rappresenta anche il preludio a una tournée italiana, che porterà Amália Baraona in Puglia a partire da settembre 2025, per una serie di concerti che toccheranno Bari e altre città del territorio.
Nata in Portogallo, Amália Baraona è cresciuta in Brasile e la sua ispirazione e i suoi influssi musicali provengono dalla Bossa Nova e dalla musica popolare brasiliana. Amália vive nei Balcani da due decenni e mette in contatto i musicisti che la circondano con la ricchezza della musica brasiliana. Ha registrato il suo primo album “Mulheres” nel 2010 con arrangiamenti del pianista Bruno Montrone, proponendo una digressione poetica sul femminile attraverso la musica popolare brasiliana. Nel 2012, il suo secondo album “Menescantando”, un tributo a Roberto Menescal, vede lo stesso Menescal come ospite in due brani. Il 2015 segna il lancio del terzo album di Amália, “3 Mundus”, ispirato a tre mondi musicali collegati da tre chitarristi. “Everyday a Little Love” uscito nel 2022, si concentra essenzialmente sulle composizioni di João Donato, figura di spicco della storia della bossa nova e del jazz brasiliano, con musicisti provenienti da Serbia, Croazia, Macedonia del Nord, Albania e Brasile. Amália attualmente vive a Belgrado, in Serbia.