
Dal 14 al 17 maggio tornano in scena Daria Deflorian e Antonio Tagliarini con un evento unico e site-specific da fruire sul palco insieme spettatori e artisti, liberamente tratto dal film Ginger e Fred di Fellini.
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, coppia artistica tra le più interessanti della scena teatrale italiana, si confrontano con il cinema trasognante di Federico Fellini, dando vita ad una metanarrazione dove finzione e biografia si intrecciano e sovrappongono.
Nel film due artisti (interpretati da Giulietta Masina e da Marcello Mastroianni) che non hanno mai sfiorato il successo, conosciuti per la loro imitazione della famosa coppia Ginger Rogers e Fred Astaire, tornano dopo molti anni ad esibirsi in pubblico in un programma televisivo scoppiettante di banale volgarità. Daria e Antonio dopo anni di lavori condivisi con altri tornano in scena come la coppia che li ha fatti conoscere, hanno avuto a loro modo successo, la vicinanza ha confuso alcuni confini e la convivenza li ha resi meno amici, più appuntiti nel bisogno di evidenziarsi. Lei non ha grande simpatia per Giulietta Masina, trova démodé il costume nel film. Ma scopre che dietro l’irritazione che sente ci sono punti in comune inizialmente inaspettati. Lui ha paura di invecchiare, pensava – come Fellini – che sarebbe successo solo agli altri. Trova coraggioso che Mastroianni si sia fatto diradare i capelli dal truccatore, strappati uno a uno con le pinzette in modo che anche nell’aspetto della pelata assomigli al regista come una goccia d’acqua. Nel personalissimo stile che li contraddistingue, i due artisti entrano ed escono dai personaggi del film e creano un racconto autobiografico e malinconico, una delicata riflessione sul tempo, sulla fragilità e sugli anni che passano.
Il filo della Stagione: Un progetto unico in cui il palco del Teatro Fontana si trasformerà in platea per accogliere due icone del grande teatro degli ultimi decenni in un evento esclusivo. Il Tempo è l’Angelo perennemente in fuga, irraggiungibile e spietato.
Rassegna stampa
Deflorian/Tagliarini ci ammettono alle loro prime ricerche su Ginger & Fred di Fellini, che porteranno a uno spettacolo da palco con più attori in autunno. (…) A due tavolini, uno di fronte all’altro, separati da uno specchio, si fanno truccare da due ragazze molto giovani. (…) Parlano della paura di invecchiare, del sentirsi forever young che è di un’intera generazione, molto più giovani all’apparenza in un’età più o meno simile a quella che avevano Masina e Mastroianni all’epoca del film. Mettono a nudo le loro relazioni con i vecchi e con l’invecchiamento. Appaiono in loro Pippo e Amalia, i personaggi del film di Fellini, lei che alla fine parte, dopo l’ultima esibizione nello squinternatissimo show televisivo che li ha riuniti, torna al paese e alla famiglia, lui che non si sa che cosa farà dopo. Già, che cosa ci aspetta, dopo? Cosa aspetta Pippo, seduto sconsolato su una panchina, dopo che lei è salita sul treno?
Massimo Marino, Doppiozero
Nel nuovo spettacolo di Deflorian/Tagliarini c’è un momento in cui accade qualcosa; senza fuochi d’artificio, ma con quella semplicità che ormai è una caratteristica precisa e vetta estrema di un certo fare teatro assimilabile alle pratiche del duo artistico. (…) Deflorian e Tagliarini non si toccano mai, eppure vengono continuamente toccati, manipolati nel loro apparire, dalle truccatrici – queste quasi sempre in scena riescono a manifestare una presenza evidente ma all’occorrenza invisibile; nonostante la lontananza fisica Daria e Antonio sono vicinissimi. Non c’è qui il carico di malinconia con cui si chiude il film di Fellini, però emerge con evidenza la fragilità dell’artista di fronte alla vita, quella caducità che certamente appartiene a tutti gli esseri umani ma che nel caso degli artisti del palcoscenico si aggrava di una imponderabilità ulteriore.
Andrea Pocosgnich, Teatro e Critica
Se il passeggiare è un muoversi senza meta, in cui lo scopo è nell’atto stesso, così Deflorian e Tagliarini si muovono e discorrono, e in quel muoversi e discorrere è l’azione che genera la parola, l’attività che diventa obiettivo: ne risulta un’analisi frammentata ma omogenea, sempre poi richiamata dal centro gravitazionale del tavolo da trucco, il loro tavolo della verità. Da esso, nel finale, lo specchio sarà rimosso, permettendo ai due di guardarsi negli occhi, come ciascuno guarderebbe sé stesso. Tutto ciò è porto con il tono specifico dei due interpreti/ autori, una grazia che sembra sospesa ma è aggrappata saldamente alle cose, un agio che non è comodità, in un pianissimo costante ma non uniforme, smosso e doloroso nella superficie, opera di suprema intesa agogica, musicale.
Carlo Lei, Krapp’s Last Post
Flusso di pensieri, monologo interiore, come il duo ci ha abituato nel corso degli anni. Vecchiaia in arrivo, nostalgia della gioventù. Ironia e malinconia. Deflorian e Tagliarini scivolano in Ginger e Fred, nelle battute del film a cui arrivano e che presto abbandonando, in sapiente equilibrio. «Tutto finto e tutto vero». Passano i minuti, davanti ai nostri occhi di colpo diventano vecchi, grazie al make up. Tutto in evidenza, eppure. Coup de théâtre, quando ce ne accorgiamo: quanta arte e quanta bellezza nel loro saper rinnovare, in noi guardanti, lo stupore.
Michele Pascarella, Gagarin Orbite Culturali
INFORMAZIONI
Data e orario
Giovedì, venerdì ore 20.30
PREZZI
Intero 25 €
Prevendita e prenotazione 1 €
Info e prenotazioni
+39 0269015733 biglietteria@teatrofontana.it.