
A cavallo degli anni ’80 e ’90, io e mio fratello andammo a trovare a Verona suo cognato, nato anche lui a Bari e trasferitosi al Nord da circa 30 anni. Non appena entrammo nel Veneto trovammo i cartelli che dicevano “benvenuti nella Padania” e successivamente addirittura la moneta padana.
In un tempo in cui era ‘regnante’ il ‘Senatur’ Bossi, io e mio fratello, antileghisti di prima ora, restammo fortemente basiti e quando raggiungemmo il nostro parente, la nostra stupefazione fu doppia perché trovammo pronte delle magliette bianche con la scritta ”Oui, je suis Terrun” (Si io sono terrone).
Con quella maglietta e con quella scritta abbiamo percorso l’intera Verona (storica capitale della Lega) e provincia tra gente che ci inviava parole di infinita malvagità e cattiveria, mentre noi eravamo fieri di essere “terroni”.
Ma cosa c’entra tutto questo lungo preambolo con il libro di Lino Patruno? C’entra, eccome, perché dopo tanti anni abbiamo avuto la conferma, matematica e poetica, del nostro orgoglio di essere “meridionali ed in particolare pugliesi”.
Nei giorni scorsi ho trascorso due ore di rara ed infinita “dolcezza” seguendo la presentazione del nuovo libro di Lino Patruno non a caso intitolato “Il Sud ha vinto”, in cui ho molto apprezzato gli interventi appassionati dell’autore, del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e di Maurizio Marangelli, neo presidente del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia.
E il Sud ha veramente vinto. Sembra una blasfemia, ma non è tale e lo spiega Lino Patruno nel retrocopertina.
Perché il Sud ha vinto?
1) perché al Sud si fanno “meraviglie”;
2) perché il Sud è la settima potenza manifatturiera dell’Europa;
3) perché il Sud è la terza economia del Mediterraneo;
4) perché il Sud è il primo produttore di energia pulita in Italia;
5) perché il Sud è il primo produttore agricolo d’Europa;
6) perché il Sud può annoverare “campioni” dell’economia e il primato di otto dei suoi fondamentali settori;
7) perché il Sud ha vinto per il controesodo dei suoi giovani che sono ritornati e stanno ritornando;
8) perché il Sud ha vinto per la sua “ricercata lentezza” e perché tutti vorrebbero vivere con il suo stile di vita;
9) perché il Sud ha vinto anche se la legge statuale l’aveva condannato ad essere solo terra di emigrazione;
10) il Sud ha vinto perché il fenomeno della emigrazione sta interessando, in maniera non marginale, il Nord “velocissimo”.
Ma come è stato scritto questo splendido lavoro sviluppato in 384 pagine? Bisogna leggerle tutte queste pagine, una per una. Poi soffermarsi a pensare, a vedere cosa c’è dietro ogni parola o concetto espresso e la magia verrà fuori. Perché non si tratta del solito pamphlet di tipo economico, ma di una storia di rivoluzione del Sud dove domina il parlare collettivo e la musica – si, la musica – che accompagna in ogni sua dimensione le pagine del libro.
Infatti, al dato puramente matematico e oggettivamente riscontrabile, fa da contrappasso l’elogio della lentezza che Patruno, richiamando Papa Francesco e Italo Calvino, identifica con la “leggerezza che non significa superficialità”-
E allora Patruno suggerisce un’assonanza originale, modificando la parola Salento in Sa-Lento o, meglio, Sa di Lento: mica male l’assonanza che identifica il nome con il modo di vivere.
Quindi la lentezza, la leggerezza, la non superficialità, rappresentano gli elementi cardine della modernità, e cioè il Sud “lento” è molto più moderno del Nord “veloce e rapido”.
Non a caso viene anche ricordato che Lino Patruno, quando era Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, chiese l’assegnazione al Salento del Nobel della Pace perché tale importante parte della nostra regione è stata definita “Arca di pace” per il suo ruolo nella promozione della coesione sociale e della pace tra le comunità,
Il libro per il suo alto contributo sociale ed economico sarà presentato al Salone del Libro di Torino alle h.18,15 del 17 maggio 2025. E io sarò li – e certamente non solo io – perché – credetemi – io sono orgoglioso di essere meridionale: “Oui, je suis Terrun”! Forever!
Nicola Raimondo