
“To be doozy” è un’espressione americana dal significato chiaro, ma dalle origini misteriose. Alcuni dicono derivi da daisy, la margherita. Altri la collegano alla Duesenberg, auto di lusso dal fascino retrò. Ma a noi piace pensare che sia un omaggio, magari involontario, ad Eleonora Duse. Immaginate gli americani impappinarsi sul suo cognome: “Doozay”, “Doozee”, “Doosay”. Ecco, forse è nata così.
Essere doozy vuol dire essere sorprendenti, fuori dagli schemi, inclassificabili. Talvolta magnifici, talvolta disastrosi. Ma sempre indimenticabili. Ed è proprio questo che vogliamo essere: un complimento che sfugge alle regole.
Da questa idea nasce uno spettacolo impossibile da definire con una sola etichetta. Un lavoro che prende vita ispirandosi a due donne straordinarie che hanno fatto dell’arte il loro campo di battaglia e di libertà: Isadora Duncan ed Eleonora Duse.
Le loro vite sono romanzi aperti, pieni di slanci, cadute, rivoluzioni. Sono state corpi ribelli e pensieri liberi, pioniere di un’arte non addomesticata, di un femminismo istintivo e carnale, di una scena viva, non musealizzata. Hanno osato esistere fuori dalle aspettative, senza trucco, senza punte, senza concessioni alla bellezza convenzionale.
Eppure, a più di un secolo di distanza, ci troviamo ancora impantanate nelle stesse questioni: parità di genere, giusti compensi, modelli estetici irraggiungibili, repertori che odorano di naftalina.
Abbiamo guardato questa stasi e deciso: ripartiamo. Senza la pretesa di passare alla storia, ma con l’ostinazione di chi vuole cambiare prospettiva.
Ripartiamo come The Blob, l’alieno gelatiniforme del film cult: assorbendo tutto ciò che ci circonda, senza chiedere il permesso. Ci muoviamo euforiche, vestite di viola, destrutturando gesti, gettando il tutù nella buca dell’orchestra.
Siamo attrici. Siamo danzatrici. Ma prima di tutto, siamo libere.
Libere di scegliere. Di mischiare linguaggi. Di non dover sempre inventare qualcosa di nuovo a tutti i costi. Perché l’ossessione dell’originalità è, a ben vedere, un vecchio vizio.
Non siamo Duse, non siamo Duncan. Siamo due copione, sì. Ma con stile.
The Doozies è la nostra dedica alla bellezza della stranezza. Un inno all’eccesso, all’ironia, alla disobbedienza. Siamo sicure che quelle due meravigliose sovversive ci avrebbero fatto l’occhiolino.
Silvia Gribaudi
Coreografa attiva nelle arti performative dal 2004, Silvia Gribaudi mette il corpo – in tutte le sue forme – al centro di un linguaggio coreografico che unisce comicità ed impatto sociale.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Giovane Danza D’Autore con A corpo libero (2009), è stata finalista ai Premi UBU e Rete Critica con R.OSA (2017), ha vinto il Premio Danza&Danza con GRACES (2019) e il Premio Hystrio Corpo a Corpo (2021).
Le sue creazioni hanno calcato i palcoscenici dei principali festival europei. Nel 2023 ha debuttato con Grand Jeté, una produzione internazionale che coinvolge partner da Italia, Francia, Svezia, Finlandia e Repubblica Ceca.
Marta Dalla Via
Attrice, autrice, regista, Marta Dalla Via si forma tra Bologna e vari maestri della scena italiana ed internazionale. Insieme al fratello fonda la compagnia Fratelli Dalla Via, con cui vince premi importanti come Scenario (2013) e Kantor (2010).
I suoi spettacoli – tra cui Drammatica elementare e Walter, i boschi a nord del futuro – affrontano temi contemporanei con taglio originale ed ironico.
Collabora con artisti e intellettuali come Corrado Augias, Natalino Balasso, Petra Magoni, Piergiorgio Odifreddi. Nel 2019 riceve il Premio Melato per il teatro.
SPETTACOLO
Domenica 4 maggio – ore 16:30
Teatro Carcano – Corso di Porta Romana 63, Milano
Biglietti disponibili su www.teatrocarcano.com
- Poltronissima: € 38,00 / Ridotto: € 27,00
- Poltrona / Balconata: € 30,00 / Ridotto: € 24,50
info@teatrocarcano.com.
Daniele Milillo