
Nel lanificio dove aspro clamore
Cupamente la vôlta ampia percote,
E fra stridenti rôte
Di mille donne sfruttasi il vigore,
Già da tre lustri ella affatica. — Lesta
Corre a la spola la sua man nervosa,
Nè l’alta e fragorosa
Voce la scote de la gran tempesta
Che le scoppia dattorno. — Ell’è sì stanca
Qualche volta; oh, sì stanca e affievolita!..
Ma la fronte patita
Spiana e rialza, con fermezza franca:
E par che dica: Avanti ancora!… — Oh, guai,
Oh, guai se inferma ella cadesse un giorno,
E al suo posto ritorno
Far non potesse, o sventurata, mai!… —
Non lo deve; nol può. — Suo figlio, il solo,
L’immenso orgoglio de la sua miseria,
Cui ne la vasta e seria
Fronte del genio essa divina il volo,
Suo figlio studia. — Ed essa all’opificio
A stilla a stilla lascierà la vita,
E affranta, rifinita.
Offrirà di sè stessa il sacrificio;
E la tremante e gelida vecchiaia
Offrirà, come un dì la giovinezza,
E salute, e dolcezza
Di riposo offrirà, santa operaia,
Ma il figlio studierà. — Temuto e grande
Lo vedrà l’avvenire; ed a la bruna
Sua testa la fortuna
D’oro e di lauro tesserà ghirlande!…
[Ada Negri – Madre operaia]

Sull’argine fangoso e desolato,
sotto il ciel che s’oscura,
come ingiunto gli fu veglia il soldato
e guarda la pianura.
Non un canto lontan, non un susurro
dai muti casolari;
non un allegro fil di fumo azzurro
s’alza dai focolari.
Sol di bimbi affamati un gemer lento
sembra morir lontano…
La fame, la miseria e lo spavento
pesan sul triste piano!
Pensa il soldato: – «Ahimè, lacrime umane,
noi vi freniam con l’armi!
Oggi, se a casa mia non c’è più pane
ci saranno i gendarmi!»
[Olindo Guerrini – Sciopero in risaia]

Compiendo il mio mestiere
pietra con pietra, penna a penna,
passa l’inverno e lascia
luoghi abbandonati,
abitazioni morte:
io lavoro e lavoro,
devo sostituire
tante dimenticanze,
riempire di pane le tenebre,
fondare di nuovo la speranza.
Non è per me altro che la polvere,
la pioggia crudele della stagione,
non mi riservo niente
ma tutto lo spazio
e lì lavorare, lavorare,
manifestare la primavera.
A tutti devo dar qualcosa
ogni settimana e ogni giorno,
un regalo di colore azzurro,
un petalo freddo del bosco,
e già di mattina sono vivo
mentre gli altri si immergono
nella pigrizia, nell’amore,
e sto pulendo la mia campana,
il mio cuore, i miei utensili.
Ho rugiada per tutti.
[Pablo Neruda – Ai miei obblighi]
Grazie Pasquale!!