
Martedì 4 novembre, nella Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto” di Bari, l’undicesima edizione del Bari International Gender Festival inaugura il focus di arte contemporanea, curato dall’artista Pamela Diamante. Alle 19 si taglia il nastro della mostra «Estetica della violenza» (ingresso libero, interverrà la consigliera metropolitana Micaela Paparella), la prima esposizione personale in Italia di Berna Reale (1965), una delle più rilevanti artiste performative contemporanee del panorama brasiliano. La mostra sarà poi visitabile fino al 5 dicembre 2025, con ingresso a 5 euro (biglietto intero) e ridotto (2 euro).
Berna Reale sarà protagonista di un doppio appuntamento, nella Pinacoteca “Corrado Giaquinto”: una giornata studio, che prenderà il via alle 11, in cui l’artista brasiliana dialogherà con Giuliana Schiavone, storica dell’arte e docente con un progetto di dottorato in Studi Interdisciplinari di Genere alla Universidad de Alcalá (Spagna).
Alle 19 l’inaugurazione della mostra «Estetica della violenza», un’esposizione che riunisce una selezione di opere video, dalle produzioni storiche alle più recenti, che indagano in modo critico le dinamiche della violenza esercitata dal potere, restituendone la dimensione estetica, simbolica e sociale.
Tra i lavori presentati spicca Americano (2013), in cui l’artista, correndo tra le celle di un carcere con una torcia olimpica, rievoca la figura di Prometeo, simbolo emblematico dei diritti e della libertà umana che egli donò agli uomini. In Palomo (2012) – una delle opere più iconiche dell’artista, presentata alla 56ª Biennale di Venezia, Padiglione Brasile – Reale incarna la figura del secondo cavaliere dell’Apocalisse: con museruola, uniforme poliziesca e un cavallo rosso scarlatto, genera una tensione estetica che mette in discussione l’idea di sicurezza su cui si fondano alcune istituzioni, in particolare la polizia.
In Cantando na Chuva (2014), l’artista danza il tip-tap su un lungo tappeto rosso disteso in un’enorme discarica, mentre in Rosa purpura (2014) guida un’azione corale insieme a cinquanta studentesse che sfilano per le strade di Belém con protesi orali che richiamano la cavità delle bambole gonfiabili.
In anteprima mondiale sarà presentato «MayDay» (2025), l’ultimo lavoro dell’artista, che mette a nudo la nostra dura realtà: ecosistemi soffocati dai rifiuti plastici, specchio impietoso della nostra stessa inerzia.
Il lavoro di Berna Reale si fonda sull’utilizzo del corpo come elemento estetico e politico, trasformato in strumento di denuncia delle ingiustizie e delle tensioni sociali. Le sue azioni e immagini affrontano con lucidità critica il tema della violenza, esplorandone tanto le dimensioni simboliche quanto quelle fisiche, senza eludere l’ombra della censura, che diventa parte integrante della riflessione sull’importanza dell’immagine nella difesa della libertà di pensiero.
La forza delle opere di Berna Reale risiede nella capacità di generare un’attrazione immediata, contrastata da un sentimento di repulsione: un’ambivalenza che riflette l’ironia di una società brasiliana divisa tra fascinazione e disgusto per la violenza. Centrale nel suo percorso è inoltre l’uso della fotografia, non solo come documento delle performance, ma come mezzo essenziale per prolungare, diffondere e fissare nel tempo le sue azioni, trasformandole in immagini destinate a vivere oltre l’atto performativo.
Estetica della Violenza offre così un’occasione di approfondimento sul linguaggio artistico di Berna Reale, la cui pratica performativa e visiva esplora con lucidità e coraggio i rapporti tra corpo, potere e violenza.

Berna Reale (1965 Belém do Pará, Brasile)
Mostre personali recenti: Ruídos, presso il Centro Cultural Banco do Brasil, a Brasília e Belo Horizonte, Brasile (2024); Agora: Right Now, presso la galleria Nara Roesler (2022), a New York, USA; Festa, presso il Viaduto das Artes (2019), a Belo Horizonte, Brasile; Deformation, presso la Bergkirche (2017), e Berna Reale – Über uns / About Us, presso il Kunsthaus (2017), entrambe a Wiesbaden, Germania; Berna Reale: Singing in the Rain, presso l’Utah Museum of Contemporary Art (UMoCA) (2016), a Salt Lake City, USA; Vazio de nós, presso il Museu de Arte do Rio (MAR) (2013), a Rio de Janeiro, Brasile.
Mostre collettive recenti: Brasilidade Pós-Modernismo, presso il Centro Cultural Banco do Brasil (CCBB-SP) (2022), a San Paolo, Brasile; 3rd Beijing Photo Biennial, Cina (2018); 56a Biennale di Venezia, Italia (2015); Brasile. Il coltello nella carne, presso il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano (PAC-Milano) (2018), a Milano, Italia; Video Art in Latin America, II Pacific Standard Time: LA/LA (II PST: LA/LA), presso LAXART (2017), a Hollywood, USA; Artistas comprometidos? Talvez, presso la Fundação Calouste Gulbenkian (FCG) (2014), a Lisbona, Portogallo.
Collezioni: Le opere di Berna Reale fanno parte di importanti collezioni istituzionali, tra cui: Instituto Itaú Cultural, San Paolo, Brasile; Kunsthaus Wiesbaden, Wiesbaden, Germania; Museu de Arte Moderna de São Paulo (MAM-SP), San Paolo, Brasile; Museu de Arte Moderna do Rio de Janeiro (MAM Rio), Rio de Janeiro, Brasile; e JW Collection, Atlanta, USA.
https://nararoesler.art/usr/library/documents/main/artists/69/gnr-berna-reale-portfolio.pdf
Focus arte contemporanea:
· 4 novembre, ore 11:00
Pinacoteca Metropolitana Corrado Giaquinto di Bari, Via Spalato, 19 Lungomare N. Sauro, IV piano, (Bari)
TALK: Berna Reale in dialogo con Giuliana Schiavone, curatrice e docente, ricercatrice in Studi Interdisciplinari di Genere.
Introduzione di Micaela Paparella consigliera metropolitana delegata alla valorizzazione e tutela della Pinacoteca di Bari.
Ingresso Gratuito
· 4 novembre, ore 19:00
INAUGURAZIONE MOSTRA: Estetica della violenza, a cura di Pamela Diamante.
· 21 novembre, ore 18 (ingresso libero)
Talk: Arte politica e pratiche di resistenza, Anna Simone in dialogo con Anna D’Elia
L’arte può essere uno spazio di libertà, incubatore di trasformazioni, luogo di critica, rivolta e rinascita, uno spazio per resistere alla necropolitica, alla morte, alla tristezza, alla solitudine e a tutte le passioni tristi che genera la società contemporanea, l’arte che ci piace è risveglio, cura atto di rivolta e gesto di poesia politica.
Introduzione di Micaela Paparella consigliera metropolitana delegata alla valorizzazione e tutela della Pinacoteca di Bari.
Anna Simone, Prof.ssa associata, insegna Sociologia della politica, del diritto e della devianza, Genere e Conflitti, presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma Tre. Si è occupata e si occupa di femminismi internazionali e pensiero della differenza sessuale, di diseguaglianze e giustizia sociale, del rapporto tra società e psicoanalisi, di arte e società, nonchè dell’impatto che hanno sugli attori sociali i processi di neoliberalizzazione e le trasformazioni del potere. Ha scritto numerosi saggi e volumi, svolge molte conferenze e seminari in Italia e all’estero. Ha scritto e scrive sulle pagine culturali de Il Manifesto e su vari siti di divulgazione culturale tra cui Fondazione Feltrinelli (con cui ha pubblicato il volume Politica della violenza, 2020), OperaViva, Il Lavoro Culturale, Alfa Beta. E’ tra le fondatrici del network Sociologia di posizione.
Anna D’Elia Anna D’Elia, già docente all’Università degli Studi della Basilicata, all’A. B. A. di Bari e di Roma, ha pubblicato: i volumi: Arte per il Pianeta (2023), Degas si confessa (2022), VEDERSCORRERE (2021). Ha curato numerose mostre, tra cui: Transfusioni (Fondazione Menna-Binga, 2016-2020), Riflessioni a puntate ( Fondazione Noesi, 2018 ), Pino Pascali e Luigi Ghirri: mare e cielo (Fondazione Pascali 2014-15), Artronica ( Bari 1987). Ha collaborato con il Centre Pompidou di Parigi per la mostra La Ville, Art e Architecture in Europe, 1870-1993; col Museo Reina Sofia di Madrid per Pino Pascali, la reinvención del mito mediterraneo (2001); con la Biennale di Venezia per la mostra Pino Pascali, Ritorno a Venezia, Puglia Arte Contemporanea (2011), con la Regione Friuli Venezia Giulia per la mostra Io, lei, l’altra Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste (2022). Collabora con la rivista Leggendaria.