
Luigi Lobuono è una brava persona. Di quelle rare, oggi, soprattutto quando si parla di politica.
È uno che ha lavorato sul serio, che la gavetta l’ha fatta davvero, che ha costruito la sua vita con le mani e con la testa. Un imprenditore discreto, un uomo pacato, lontano dalle scenografie rumorose del potere.
E adesso eccolo lì, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Puglia.
Mi fa tenerezza, lo dico senza ironia cattiva. Perché sembra finito in un gioco più grande di lui, messo lì per necessità, come una foglia di fico su un corpo politico che non sa più bene come coprirsi.
Serve un nome pulito, una faccia garbata, e Luigi ce l’ha. Ma è chiaro a tutti che la sua è una missione impossibile, una candidatura di testimonianza.
E quando arriverà la sconfitta – perché arriverà – il centrodestra troverà comodo prendersela con lui. Qualcuno dovrà pur pagare, e Luigi Lobuono, con la sua educazione e la sua mitezza, è perfetto per il ruolo del capro espiatorio.
Mi ricordo quando sfidò Emiliano per il Comune di Bari. Parlava piano, mai una parola fuori posto, eppure difendeva le sue idee con una tenacia che faceva quasi commuovere.
Allora fece tenerezza, oggi ancora di più.
Non urla, non promette miracoli, non si atteggia a salvatore. È semplicemente se stesso: un uomo perbene messo in un copione già scritto da altri.
Decaro, dall’altra parte, parte vincente senza nemmeno bisogno di fingere il contrario. Cammina sul velluto, con la tranquillità di chi sa che, anche restando in seconda, taglierà il traguardo davanti a tutti.
Vincerà, con ogni probabilità, tra il 60 e il 65%. Non è un pronostico, è buon senso. E il centrosinistra festeggerà, convinto che basti battere un avversario per avere ragione.
Io, da spettatore, resto a guardare.
Non ho mai amato la destra che da tempo sembra più un condominio litigioso che una coalizione. Ma nemmeno mi ci ritrovo nel calderone del centrosinistra, dove ogni tanto si scambia la continuità per virtù.
Così resto qui, a osservare la scena.
E quasi quasi un pensiero a Lobuono lo faccio, non per convinzione, né per protesta.
Solo per una sorta di tenerezza civile, per quell’uomo mite che entra in campo sapendo già che perderà, ma lo fa con dignità e senza rancore.
Non cambierà nulla, certo. La Puglia continuerà il suo cammino come previsto, con i soliti vincitori e i soliti sconfitti.
Ma in un tempo di rumore e arroganza, uno come Lobuono, che non urla e non finge, merita almeno un pensiero gentile.
Non un voto, forse. Ma un pensiero, sì.
Cadetto di Guascogna