Totò, la destra e le elezioni

In Puglia si avvicinano le elezioni regionali.

Il centrosinistra, che governa da vent’anni, schiera Antonio Decaro. Non è il “must” della sinistra, non è il poster boy da appendere in cameretta: è piuttosto l’uomo che ha amministrato Bari, nel bene o nel male.
E già questo, in tempi grami, è quasi un titolo di merito.

Il problema – se così vogliamo chiamarlo – è che dall’altra parte del campo non c’è nessuno.
Il centrodestra, più che un avversario, sembra un’ombra.

Il paragone sportivo viene da sé: è come se un tennista numero 1325 del ranking ATP decidesse di sfidare Sinner a Flushing Meadows. La partita finirebbe prima ancora del sorteggio del campo. E forse lo sanno, perché al momento nessuno si è fatto avanti. Nessuno, forse, ha il coraggio di sfidarlo, tanto sa bene come finirà. È un po’ come Italia-Germania nelle partite di calcio che contano: noi vinciamo sempre, loro fanno sempre i conti con la delusione.

In compenso, la destra nazionale riempie i comizi parlando di America, come se Trump fosse il sindaco di Foggia, o di Gaza, con l’unico accorgimento di non disturbare il “caro, carissimo” Netanyahu. Sull’Italia, invece, silenzio quasi religioso: meglio non rischiare che dai cassetti escano dati scomodi e statistiche impietose.

E allora in Puglia, dove la sfida vera non c’è, il centrodestra manda in avanscoperta qualche soldato di ventura: non proprio stinchi di santo, viste le ultime vicende giudiziarie locali che hanno più il sapore della cronaca nera che della politica. Pedine sacrificali in una partita a scacchi dove il re non si vede, i cavalli non arrivano e gli alfieri si sono persi per strada.

Decaro, con la sua concretezza un po’ ruvida, sembra destinato a vincere più per assenza di avversari che per slanci epici. Ma a volte la politica è proprio questo: esserci. In una regione dove il centrosinistra continua a occupare la scena e il centrodestra sembra preferire la platea ululante, borgatara, trumpiana, sessista e becera, Decaro non ha bisogno di essere il migliore possibile. Gli basta essere quello presente.

E’ sempre bene dare a Cesare quel che è di Cesare.
Come diceva Ennio Flaiano: “La situazione politica in Italia è grave, ma non è seria”.
In Puglia, invece, è quasi comica.

Cadetto di Guascogna

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