
Il Teatro Petruzzelli ha ripreso la sua attività dopo la pausa estiva con un maestro concerto dedicato ai grandi compositori e alla loro amicizia: i due fratelli Haydn, Michael e Franz Joseph, e Wolfgang Amadeus Mozart.
Un omaggio a sorpresa che vede sul palco del teatro simbolo di Bari ospite la grande pianista Angela Hewitt, pianoforte solista per il concerto n. 21 Kv 467 di Mozart.
Programma importante per la serata del 4 settembre. Incipit affidato all’orchestra residente diretta da Stefano Montanari e la Sinfonia n. 37, in Sol maggiore, KV 444, attribuita a Mozart, ma composta dal piccolo di casa Haydn, Michael, per poi arricchire la compagine orchestrale, prima con Angela Hewitt al pianoforte nel Concerto n. 21, in Do maggiore, KV 467 di Wolfgang Amadeus Mozart e poi con il Coro del Petruzzelli curato dal maestro Marco Medved, e la sontuosa, e quanto mai appropriata visto l’attuale momento storico, Messa in Do maggiore, Hob: XXII “Missa in tempore belli” di Franz Joseph Haydn.
Un percorso narrativo musicale tra gioia e speranza. Ha aperto la serata l’orchestra del politeama barese in gran forma con piglio energico dando voce alla sinfonia di Haydn erroneamente attribuita per moltissimo tempo a Mozart. In realtà l’intervento mozartiano c’è, e consiste, però, in un’introduzione che il compositore di Salisburgo volle donare al suo amico Michael Haydn, che intorno al 1783 viveva un periodo di affanno artistico per questioni di salute, per cui non riusciva a stare nei tempi delle consegne delle committenze di Colloredo. Mozart donò ad Haydn prima due duetti per violino e viola, così da permettergli di non perderne il compenso, come lo stesso Colloredo aveva minacciato, e poi l’introduzione a quella sinfonia già completata, ma che fregiandosi del contribuito di Mozart, aiutò Haydn a riempire le sale da concerto e a darne grande risalto. Un incipit quello del primo movimento con un Adagio maestoso a firma mozartiana di tenore grave, carico di irrequietezza e di una maturità ben distante dagli altri movimenti composti da Michael Haydn, più aderenti a una scrittura tradizionale. Finale, quello dell’Allegro Molto del quarto movimento, dialogato tra archi, flauti, oboi e corni, una danza che ha ben disposto gli animi all’ingresso di Angela Hewitt.
Attesa pianista della scena mondiale, mente e anima del Trasimeno Music Festival, reduce dal successo dell’ultima edizione tenutasi a fine giugno, Angela Hewitt si è confermata una interprete dalla sensibilità superba e rara, nonché purista del tocco e raffinata curatrice del suono ai martelletti.
Espressione di un studio accurato e appassionato, il suo estro non è stato solo prestato al concerto KV 467, ella stessa si è fatta strumento e suono al servizio delle intenzioni musicali di Mozart.
Quest’ultimo compose il concerto mentre si trovava a Vienna nel 1785 per l’Accademia del 12 marzo. Una composizione che sembra ricercare una tregua emotiva dopo l’oscuro proto romanticismo della KV 466. Nel Concerto n. 21 Mozart definisce il raffinato rapporto tra strumento solista e orchestra, reso, tra gli altri, magnificamente nell’ampio respiro della cantilena del solista nell’Andante

L’immagine è quella di una Hewitt strumento tra gli strumenti, incarnata nella partitura mozartiana, tutt’uno con la linea evolutiva dei suoni, gesto ella stessa della direzione orchestrale. In lei sarebbe stato possibile, anche senza percepire il suono, comprendere la molteplicità degli stati d’animo agiti in quel momento dall’orchestra. Il suo innesto pianistico avveniva in modo naturale. Le sue dita danzavano tra i bianchi e i neri con leggiadra veemenza, una delicata e inflessibile precisione. Il suo volto mai teso, ma sempre assorto, lasciava leggere una beatitudine, come di chi in quel momento partecipava dell’armonia celeste. Un momento magico, durato i tre movimenti del concerto: un concerto di una bellezza sconcertante! Scrosci di mani e animi entusiasti, Angela Hewitt con il suo abito rosso cardinale ha sporcato di colore il cuore del pubblico con il suo essere musica nella musica.
Gratitudine al gesto di chiusura di Montanari, corrisposta con due bis pianistici. Dapprima ha donato, solista sullo sfondo dell’orchestra ammirata, un raffinato Scarlatti in volata. Al secondo invito a rientrare sul palco, ha semplicemente annunciato un tema dalle Variazioni Goldberg. Idillio! Una poesia senza parole, una teoria sacra di emozioni affidate all’aura intensa che aleggiava sopra le nostre teste sotto la volta del teatro. Fino all’ultima nota, quell’ultima vibrazione d’aria che il pubblico ha custodito a lungo in un geloso e sacro silenzio, esploso, infine, in un giubilo di meraviglia con un applauso così intenso da spellarsi le mani.
Dopo, nel terzo tempo, è toccato al coro del Petruzzelli farsi carico di quella intensità dando voce alla “Missa in tempore Belli” di Franz Joseph Haydn. Haydn compose l’opera nel 1796, per onorare l’onomastico della principessa Maria Ermenegilda Esterhàzy, e venne eseguita il 26 dicembre, presso la chiesa di Piaristi di Vienna, quando rumoreggiavano le disfatte belliche nel Lombardo-Veneto. Medved, maestro del coro, conferma il gran merito di saper, con sapienza e passione, prendersi cura di questo immenso patrimonio per la città di Bari che è il coro del teatro Petruzzelli.
Orchestra e coro annunciano una grande stagione al politeama barese.
Suggerimento d’ascolto: Angela Hewitt, Goldberg Variations (Medici.tv, Youtube)
Alma Tigre