
Ospite al Duke Jazz Club di Bari, un trio inusuale composto da Pierluigi Balducci (basso acustico), Vince Abbracciante (fisarmonica) e Roberto Taufìc (chitarra acustica). Il titolo del progetto, opera di Balducci, è “My favorite wings”. Un trio atlantico che vola sulle ali della musica fra Brasile e Mediterraneo.

Pierluigi Balducci, classe 1971, molto attivo nella sua Corato ma apprezzato e richiesto da tantissimi musicisti, anche a livello internazionale, per la sua peculiarità. Inizia la sua carriera di musicista come chitarrista classico, dedicandosi poi al basso, il suo principale strumento, ma lo strumento che predilige è il basso acustico, che è un po’ una via di mezzo tra il basso elettrico ed il contrabbasso, con un suono molto particolare. E’ difficile etichettare il suo stile musicale, che riesce a fondere il jazz di matrice afro americana con la tradizione classica e folklorica europea. Ha collaborato (e continua a farlo) con musicisti del calibro di Ernst Reijseger, Robert Bonisolo, Luciano Biondini, Michele Rabbia, John Taylor, Roberto Ottaviano, Paul McCandless, Gabriele Mirabassi, e il gruppo pugliese di world music Tavernanova. Ha composto la colonna sonora di A ma soeur, film di Catherine Breillat, in concorso al Festival di Berlino (2001). Il suo ensemble ha inciso inoltre la sigla del film di Edoardo Winspeare, Galantuomini (2008). È inoltre componente della formazione Nuevo Tango Ensamble, con cui si esibisce da anni in tutto il mondo. Attualmente insegna al Conservatorio di Matera.

Roberto Taufìc, nato in Honduras nel 1966, di origine palestinese da parte di madre, si trasferisce con la famiglia in Brasile all’età di cinque anni e a dieci anni inizia i suoi studi musicali. Inizia la sua attività musicale già a 15 anni. A 19 anni registra il primo disco di proprie canzoni con il suo gruppo “Cantocalismo”. Nel 1990 approda in Italia e per quattro anni risiede a Roma dove approfondisce i suoi studi musicali e collabora con diversi artisti. Nel 1994 parte per una tournée in Brasile accompagnando la cantante Elza Soares insieme al sassofonista Giancarlo Maurino e partecipa come arrangiatore alla registrazione del disco di Nonato Buzà con il batterista Robertinho Silva. Nel 1995 torna in Italia e si trasferisce in Piemonte dove con la cantante Simon Papa, Giancarlo Maurino e percussionista brasiliano Gilson Silveira forma il gruppo Latin Touch e registra l’album “De cabo a rabo” (1996), con special guest il violoncellista brasiliano Jaques Morelembaum. Negli anni successivicollabora, sia in studio che dal vivo, con artisti di varie estrazioni musicali come Barbara Casini, Sergio Cammariere, Gabriele Mirabassi, Maria Pia de Vito, Enrico Rava, Franco Ambrosetti, Randy Brecker, Rita Marcotulli, Fabrizio Bosso, Rosario Bonaccorso, Gianmaria Testa, Tosca, Rosalia de Souza, Marco Tamburini, Silvia Donati, Michele Rabbia, Cristina Zavalloni, Salvatore Maiore, Bob Mover, Pietro Condorelli, Flavio Boltro, Stefania Tallini, Pèo Alfonsi, Miroslav Vitous, Rino Vernizzi, Gianni Coscia, Patrizia Laquidara e altri.
Per me è stata la prima volta che ho avuto l’occasione di ascoltarlo dal vivo. Sono rimasto davvero sorpreso per una tecnica tutta personale nel suonare la sua chitarra. In alcuni momenti ho avuto difficoltà a capire come alcuni suoni venivano prodotti, nonostante fossi seduto in prima fila. Davvero una piacevole sorpresa.

Cosa dire ancora di Vince Abbracciante? Negli ultimi mesi ho già recensito altri suoi concerti, sempre con formazioni differenti. E’ davvero uno dei musicisti pugliesi più rappresentativi e completi, con una padronanza tecnica e compositiva senza pari. Già più di dieci anni fa veniva considerato una stella nascente della fisarmonica in Italia, dotato di una tecnica notevole, un senso profondo del blues e dello swing. Il francese Richard Galliano, massimo fisarmonicista jazz, da anni ha avuto parole di apprezzamento nei suoi confronti, indicandolo come colui che ha raccolto il suo testimone. Nel 2021 con il disco Terranima, nel 2022 con il disco Santuario (in duo con Javier Girotto) e nel 2024 con il disco Melodico (in duo con Andrea Sabatino) si è aggiudicato l’Orpheus Award, premio della critica per le migliori produzioni discografiche di fisarmonica, nella sezione “Musica Jazz”. Nasce ad Ostuni nel 1983. All’età di otto anni intraprende gli studi musicali con il padre Franco. Ha frequentato master class con Franco D’Andrea, Bruno Tommaso, Richard Galliano, Joelle Leandre, Steve Potts, Roberto Gatto, Dado Moroni, Jacques Mornet, Rosario Giuliani e si diploma in musica jazz, primo livello, presso il Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli sotto la guida di Gianni Lenoci e in Fisarmonica Classica, secondo livello, presso il Conservatorio “E. R. Duni” di Matera, con lode e menzione speciale. Nel 2000 vince il “25° concorso internazionale Città di Castelfidardo” e nel 2003 vince il 53° Trofeo Mondiale di fisarmonica.

Nell’idea di Pierluigi Balducci, il titolo del progetto, “My favorite wings” prende spunto da un brano composto nel 1959 per un Musical, che diverrà successivamente uno “standard jazz” grazie in particolare a John Coltrane. L’idea di sostituire ”le mie cose preferite” a “le mie ali preferite” nasce dal desiderio di compiere un viaggio musicale, spostandosi dal nostro Mar Mediterraneo al Brasile. Per elaborare la scaletta del concerto, ai due suoi accompagnatori, Balducci ha chiesto di proporre sia brani originali, sia composizioni di autori preferiti. Ne è venuta fuori una scaletta meravigliosa che ha esaltato le capacità compositive dei tre, e la riproposizioni di brani davvero speciali.

Il primo brano è stato “My favorite wings”, ovviamente composto da Balducci e che ha dato il titolo allo spettacolo. Il secondo brano è stato una composizione di Taufìc, dal titolo “Falacao” (in italiano: parlare), e a seguire una composizione di Abbracciante, “Luna”, dedicato al nostro pianeta che ogni tanto, sorgendo tra le colline, gioca quasi a nascondino. Altro brano di Balducci, intitolato “Antonio e il mare” lo ha voluto dedicare a suo nipote Antonio, e alla sua passione per il mare. A completamento della prima parte, un brano molto particolare di Abbracciante (Tango uno), che contiene due melodie diverse, una eseguita dalla fisarmonica e l’altra dalla chitarra. Due melodie indipendenti che riescono però a dialogare tra loro.

Il secondo set del concerto è iniziata con “Sohnos de valsa” (suoni di valzer), composto da Taufìc, e dedicato ai suoi genitori che amavano danzare a suon di valzer. Nell’ultima parte sono stati proposti brani non originali, ma particolarmente affascinanti e ricchi di sentimento. Su tutti, “Candango”, un brano di Ermeto Pascoal, davvero straordinario, e il brano finale del concerto: “Party in Olinda” di Toninho Horta, un vero inno alla gioia e all’allegria. L’arrangiamento di questo brano è stato realizzato da Nando Di Modugno, ovviamente presente in sala ad ascoltare i suoi amici. Per il doveroso bis è stato eseguito un brano di Henry Mancini dal titolo “Two for the road”, scritto nel 1967, colonna sonora dell’omonimo film, con Audrey Hepburn e Albert Finney, che è stato candidato all’Oscar nel 1968.

Una serata davvero magica. Ascoltare questi musicisti è davvero un piacere. Tutti noi abbiamo avuto la sensazione di volare sulle note dei loro strumenti. Una serata da favola. Sempre grazie al Duke Jazz club di Bari per le proposte raffinate.
Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro