La dimensione “altra” del ‘Teatro della Fortezza’ in “Qui è Altrove. Buchi nella realtà”, il film di Gianfranco Pannone dedicato ad Armando Punzo ed alla sua Compagnia presentato a ‘La Cittadella degli Artisti’ di Molfetta

C’è in provincia di Pisa una cittadina di meno di diecimila abitanti, si chiama Volterra, è stata una delle più importanti città-stato etrusche e conserva ancora diversi edifici medievali tra i quali spicca, sul punto più elevato del colle dove sorge la città, la Fortezza Medicea. C’è a Volterra un uomo che dal 1988 entra nella Fortezza tutti i giorni, dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 19 (a volte anche fino alle 21) e che della Fortezza ha fatto un teatro; quest’uomo magro, vestito con semplicità e rigore, è Armando Punzo: regista e drammaturgo campano approdato a Volterra nel 1982 che sei anni dopo nella Fortezza ha iniziato a lavorare per un teatro lontano dai circuiti tradizionali, confrontandosi con persone che non fossero professionisti, senza assecondare le dinamiche e le consuetudini del sistema, fondando La Compagnia della Fortezza.

Il teatro è diventato così il terzo protagonista della quotidianità nella Fortezza, inserendosi tra l’istituzione carcere e i detenuti. Sì perché la Fortezza è un carcere, considerato uno dei più duri e punitivi d’Italia e diventato – grazie alla prima esperienza in Italia di teatro in carcere – un istituto modello, luogo di rieducazione civica e non solo di espiazione penale. Connotazione imprescindibile della Compagnia della Fortezza è l’orientamento verso l’esito artistico del lavoro fatto attorno al teatro. Lungi da ogni fine che sia dichiaratamente e primariamente trattamentale, rieducativo, risocializzante, l’impostazione data da Punzo è stata quella di lavorare nell’interesse del teatro e delle arti e dei mestieri del teatro.

È partita proprio da qui la rivoluzione per il carcere di Volterra e, di riflesso, anche per l’attenzione rivolta alla qualità artistica dell’operato della Compagnia della Fortezza nella quale a nessun detenuto viene chiesto il reato per cui è stato condannato ma viene chiesto di lavorare con rigore e disciplina sulle arti del teatro. I risultati raggiunti hanno ben presto portato alle prime esperienze pilota di presentazione degli spettacoli della Compagnia all’esterno delle mura del carcere: dal 1993 la Compagnia ha cominciato ad essere regolarmente invitata e ospitata nei principali teatri, festival e rassegne italiani. Armando Punzo e la Compagnia della Fortezza, attraverso la pratica quotidiana del teatro, producono in media uno spettacolo all’anno, tradizionalmente presentati a luglio all’interno del carcere durante il Festival VolterraTeatro e portati in tournée nei maggiori teatri, festival e rassegne.

Nell’estate del 2023, il regista Gianfranco Pannone segue con la sua troupe il lavoro di Punzo e i suoi attori fino allo spettacolo di debutto. Contemporaneamente, filma gli incontri durante le masterclass curate da registi delle compagnie partecipanti al progetto Per aspera ad astra provenienti dalle varie esperienze di teatro-carcere attive in Italia. È così che nasce una dimensione altra, una dimensione che non è più solo teatro, non è più carcere, non è solo masterclass, è tutto questo messo insieme ma è anche tutto questo dissolto nelle esperienze che ciascuna compagnia porterà nel proprio territorio alla fine dell’esperienza a Volterra. Nel taglio registico di Pannone tutte le persone che prendono parte all’esperienza dello spettacolo in prova sono lì per lavorare: tanto gli operatori culturali quanto gli operatori di sicurezza quanto i detenuti che sono attori prima che reclusi, questa è la dimensione dell’altrove che entra in carcere: essere uno con il tuo talento e con il tuo impegno e non più e non solo uno con il giudizio che la società ha di te. Una dimensione, a pensarci bene, che tocca chiunque salga su un palcoscenico.

Simona Irene Simone

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