
Dalla televisione al teatro, Domenico Iannacone continua ad esplorare nuovi linguaggi per raccontare il reale. Con il suo inconfondibile stile neorealistico, trasforma le inchieste giornalistiche in un’esperienza intima, fatta di riflessione e denuncia. Il 1 e 2 febbraio, alle ore 21.00, il Teatro Giordano di Foggia ospiterà lo spettacolo “Che ci faccio qui in scena”, parte della stagione teatrale promossa dall’Amministrazione comunale in collaborazione con Puglia Culture.
In questo spazio raccolto, lontano dai limiti del piccolo schermo, Iannacone crea un dialogo diretto con il pubblico, portandolo per mano nei luoghi che ha attraversato. Tra emozioni condivise, ricordi, bellezza degli incontri e rabbia per ciò che viene negato, il palcoscenico si fa veicolo di verità spesso invisibili.
Le storie dimenticate trovano voce
Le storie più straordinarie sono quelle che spesso ignoriamo, piccole e nascoste tra le pieghe di una realtà troppo rumorosa. È questo il cuore del teatro di narrazione di Domenico Iannacone: ridare vita a ciò che rischia di andare perduto.
Sul palcoscenico, le sue inchieste televisive si trasformano in racconti vivi, capaci di rompere le distanze e coinvolgere gli spettatori in un viaggio fatto di emozioni autentiche. Il teatro diventa così un luogo civile, dove emergono bisogni collettivi, diritti dimenticati e verità taciute.
Grazie a immagini che evocano volti, periferie e vissuti, e a parole che amplificano la percezione emotiva, Iannacone guida il pubblico nelle profondità del Paese, mostrandone il volto più sincero.
Domenico Iannacone: una carriera tra giornalismo e racconto
Nato nel 1962 a Torella del Sannio (CB), Iannacone ha iniziato la sua carriera giornalistica collaborando con testate regionali. È stato inviato per trasmissioni di successo come Ballarò e Presa Diretta su Rai3. Ha ideato e condotto il programma I dieci comandamenti per sette edizioni, mentre dal 2019 è al timone di Che ci faccio qui, tra i programmi di approfondimento più apprezzati di Rai3.
La sua capacità di raccontare il reale gli è valsa numerosi riconoscimenti, tra cui cinque Premi Ilaria Alpi, il Premio Paolo Borsellino (2015), il Premio Goffredo Parise (2017) e il prestigioso Premiolino nel 2022. Con il documentario Lontano dagli occhi ha conquistato premi internazionali come il Civis Media Prize di Berlino e il Peace Jam Jury Awards di Montecarlo.
Il suo stile si muove tra il cinema neorealista e il reportage giornalistico, rendendolo una voce unica nella narrazione del reale.
Daniele Milillo