Le sacerdotesse della voce “Faraualla” stupiscono ed incantano il numeroso pubblico dell’ultimo evento del festival barese Soul Makossa 2024

E’ calato il sipario sulla rassegna “Soul Makossa 2024”, organizzata dal Centro Interculturale Abusuan con la Direzione Artistica di Koblan Amissah, con lo spettacolo del gruppo vocale Faraualla andato in scena il 27 dicembre presso la Chiesa del Salvatore a Loseto.

Prima del concerto il saluto del Parroco, don Massimo D’Abbicco, con la speranza che le cose belle che ascoltiamo, ce le portiamo dentro nel cuore. La musica e la vita con gli altri ci aiuta a vivere bene. Scopo di questa rassegna, oltre ad offrire proposte musicali di qualità, è quella di mettere al centro le periferie. Non a caso i quattro appuntamenti della rassegna si sono svolti in luoghi lontani dal centro della città (la Chiesa della Natività di Nostro Signore a Enziteto, la Chiesa di San Sabino e la Chiesa di San Pasquale) con l’intento di colmare le distanze tra il centro della città e le sue periferie.

Il gruppo vocale composto dalle sorelle Gabriella e Maristella Schiavone, Teresa Vallarella e Loredana Savino, attivo ormai da trent’anni sul nostro territorio, propone canti e “suoni” utilizzando esclusivamente la voce, ricercando sonorità particolari e raffinate. Il loro nome proviene da un inghiottitoio di origine carsica localizzato tra i comuni di Altamura, Gravina in Puglia e Poggiorsini, il cui nome potrebbe derivare dalle parole “foro nella valle” o anche risalire alla leggendaria esistenza del temibile bandito Faraualla che, una volta catturato, venne gettato vivo nella voragine.

Un gruppo vocale molto curioso, spesso alla ricerca di musiche di altre tradizioni, e che si muovono agilmente tra stili diversi, dal classico, alla musica popolare, al jazz, trasformandole nel loro linguaggio. E’ una elaborazione della voce umana in tutti i suoi colori. A valorizzare le loro caratteristiche non possiamo non ricordare la loro partecipazione (il 24 novembre 2022) alla trasmissione RAI di Stefano Bollani, “via dei Matti numero zero” (visibile su Raiplay).

Per l’occasione sono stati presentati alcuni brani tratti dal recente album pubblicato ad aprile 2024, dal titolo “Culla e Tempesta”, dedicato all’ambiente ed al mare in particolare: un mare che ti accoglie, ti avvolge e ti culla, ma che potrebbe anche travolgerti con le sue tempeste.

Il concerto si è aperto con il brano “Un due tre Amen!”, che apre anche l’album: una libera interpretazione della favola pubblicata nel 1819 dai fratelli Grimm, “I musicanti di Brema”. Un asino, un cane, un gatto ed un gallo che si ribellano al loro padrone, scappando dalla fattoria e andando incontro a tante avventure.

A seguire, una rielaborazione tutta barese della canzone disneyana “In fondo al mar” (dal film di animazione La Sirenetta), dedicata ad un mare maltrattato e diventato un ricettacolo di rifiuti. Gli altri brani dell’ultimo CD sono stati “Culla e tempesta”, dedicata ad un mare avvolgente, con le voci che hanno ricreato il rumore delle onde del mare. “Troglos” invece è una storia dell’evoluzione del linguaggio dell’uomo e la successiva involuzione.

“Non una di meno” invece è dedicato a tutte le donne che quotidianamente vengono ammazzate da uomini compagni, fidanzati, mariti, estranei. Dare così voce a chi non ne ha più, a chi non ne può più di gridare, protestare. Un crimine orribile, vecchio come il mondo, con un nome nuovo: femminicidio. A chiudere il concerto una bella realizzazione di Bella ciao, diventato ormai simbolo non solo della lotta partigiana, ma di tutti coloro che hanno il coraggio di ribellarsi.

Gli altri brani sono stati tratti dai precedenti sei album prodotti: dal primo CD, del 1999, dal titolo omonimo (Faraualla) con i brani Elleipseis e Petra, o dall’album “Ogni male fore” (2013) con “Spina Spinella” e “Scongiuro”, un album dedicato alle suggestioni ed alla medicina popolare, non ufficiale, spesso praticata da donne, con formule che mostravano un amore nei confronti della potenza salvifica della natura e che andava di pari passo con una fede semplice, per guarire le punture di insetti, i reumatismi, i mal di testa. Dall’album Sind’ è stato presentato il brano che dà il titolo all’album.  Il bis finale, il brano Rulelaj, è una canzone popolare macedone, anche questa tratta dal primo album, Faraualla.

Il saluto di commiato è stato affidato a Paola Romano, Assessora alla Cultura del Comune di Bari, esaltando questa rassegna che è stata un messaggio natalizio cosmopolita che ha visto esercitare il “diritto alla cultura” per tutti, coinvolgendo quattro Municipi su cinque della città di Bari. Un ringraziamento a Koblan e ad Abusuan che di fatto, è una realtà culturale della nostra città e che rappresenta la città di Bari nel mondo.

Davvero un bel concerto, con attimi di pura magia, che hanno catturato il pubblico presente. La rassegna Soul Makossa si conferma ancora una volta un’occasione privilegiata per ricercare uno spirito natalizio al di fuori dei soliti canali commerciali che ormai hanno preso il sopravvento. Con l’auspicio di una futura edizione 2025. Il Natale è ormai alle spalle, ma davanti a noi abbiamo un nuovo anno tutto da colorare. Sta a noi dipingerlo con i colori dell’arcobaleno e della Pace.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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