La reunion di Quintorigo e John De Leo rinnova geniali invenzioni musicali che dopo 25 anni ancora conquistano e sorprendono il pubblico della Casa delle Arti di Conversano

Sia il Direttore del Cirano Post (al secolo, Pasquale Attolico) che io non sentivamo dal vivo i Quintorigo da molti anni; così abbiamo pensato di passare una serata insieme nel segno di un gruppo ormai storico nel panorama musicale italiano, partecipando alla tappa pugliese del Tour prodotto da Baobab Music di Massimo Levantini, oltremodo attratti dalla reunion con John De Leo, primo vocalist della formazione, transfuga dal 2005 dopo la pubblicazione di quattro memorabili album, Dietro le quinte (1998), Rospo (1999), Grigio (2000) e In cattività (2003).

Avere la fortuna di assistere ad un concerto di Quintorigo è una vera esperienza musicale, una “experience” come loro stessi hanno chiamato il loro progetto musicale (benchè sia evidente il riferimento a Jimi Hendrix), fondato, sia nei dischi che nei “live”, su eclettismo, contaminazione e sperimentazione.

La caratteristica principale della loro musica è la capacità di coinvolgimento dello spettatore in modo avvolgente e totale, sì che lo stesso si senta poco alla volta parte della musica stessa. Le qualità tecniche dei componenti del gruppo sono straordinarie, tanto da potersi permettere cover di J. Hendrix, D. Bowie, Deep Purple, B. Marley e molti altri ancora. E non voglio riferirmi soltanto alla tecnica musicale, ma anche e soprattutto agli arrangiamenti, tenuto conto della loro strumentazione acustica. Ricordiamo che Quintorigo hanno vinto un premio speciale della critica a Sanremo, per l’arrangiamento di “Angelina”.

E, pertanto, non ci si deve sorprendere se, grazie a Valentino BianchiGionata CostaAndrea CostaStefano Ricci, un violino si sostituisce ad una Fender Stratocaster, o se un trio di archi (violino, violoncello e contrabbasso) ed un sax si sostituiscono all’ensemble dei Deep Purple in un brano come “Highway Star”; o ancora, se questo ensemble riesce a ricreare (benchè forse con leggero ritardo) il crescendo musicale di “Heroes” del grande David Bowie (scritta insieme a Brian Eno), brani che hanno mandato in estasi la platea della “Casa delle Arti” di Conversano.

Delle loro creazioni presenti in scaletta, RospoZapping e Grigio sono certamente quelle che hanno emozionato di più il pubblico, per ragioni che non occorre ripetere: il pubblico ama comunque sentire le melodie che ricorda e che gli riportano alla memoria situazioni, persone o cose. Ma anche tutte le altre sono state accolte entusiasticamente, in particolare quella Kristo, sí! che ancora oggi appare coinvolgente come poche. In ogni caso un concertone che avrebbe meritato un pubblico ben più numeroso delle quattrocento persone circa presenti nel contenitore pugliese, tutte comunque attente e partecipative rispetto allo spettacolo che ci é stato offerto.

Il brano che più mi ha toccato è stata la cover della celeberrima “Fever”, sia (come già detto) per l’arrangiamento che per la parte vocale, nella quale John De Leo si è esibito nella sua illimitata esplosività canora. Come dice un mio carissimo e sempre presente amico, nel panorama rock italiano la voce di John De Leo è la sola che può essere accostata a quella del grandissimo Demetrio Stratos. Insomma una “experience” unica un live di Quintorigo, e così  deve aver ritenuto anche una bambina, di 8/10 anni al massimo, che ha ballato dinanzi a me per tutto il tempo.

La “reunion” di Quintorigo e John De Leo può essere foriera di grandi eventi e geniali invenzioni musicali. E’ quello che ci auguriamo, nel nome della Musica e del grande Rock.

Franco Muciaccia
Foto di Michele Piazza e Ste Brovetto

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.