Nella quiete apparente della cittadina turca di Demre, sorta sulle rovine dell’antica Myra, un annuncio ha scosso il mondo archeologico – e, diciamolo, anche l’orgoglio dei baresi -. Secondo quanto riportato da “Repubblica”, edizione Bari, gli archeologi turchi, impegnati da anni in una campagna di scavi certosina, hanno rinvenuto un sarcofago che potrebbe appartenere nientemeno che a San Nicola, il Santo che con il tempo si è trasformato da vescovo venerato a Babbo Natale. E adesso, il sospetto che le celebri reliquie custodite nella Basilica di Bari non siano esattamente quelle giuste potrebbe mandare in crisi più di un devoto.
La scoperta è stata guidata dalla docente universitaria Ebru Fatma Findik, che ha definito il ritrovamento “un passo inaspettato ma delizioso” (forse meno delizioso per i fedeli baresi ma soprattutto per i forestieri). Il sarcofago è emerso in un’area della chiesa di San Nicola a Demre, dove da anni si sospettava potesse trovarsi la vera tomba del vescovo di Myra, morto nel 343. Realizzato in pietra calcarea locale e privo di decorazioni, il coperchio del sarcofago ha già scatenato un turbine di ipotesi. “Una scritta potrebbe confermare l’identità del defunto”, ha dichiarato Findik. E se quella scritta parlasse chiaro, per Bari si prospettano giorni – per così dire – complessi.
Facciamo un passo indietro: nel 1087, ben 62 intraprendenti marinai baresi – diciamolo pure, con uno spirito di iniziativa che oggi vedremmo forse solo in un assalto ai saldi del Black Friday – si imbarcarono per Myra con una missione chiara: riportare le ossa di San Nicola a Bari. Secondo le cronache, le prelevarono dalla tomba turca con una velocità degna di un furto di scena in un film d’azione. Il risultato? Quelle reliquie sono custodite da oltre nove secoli nella Basilica di San Nicola a Bari, oggetto di devozione e pellegrinaggi da parte di migliaia di fedeli inebriati dai profumi del ragù, delle sgagliozze e delle popizze nell’attesa spasmodica di cosa ne sarà delle mitiche orecchiette ultimamente bistrattate e messe in dubbio sulla loro autenticità, un po’ come, appunto, San Nicola, del resto “similes cum similibus congregantur”.
Ma se gli archeologi turchi avessero ragione, quei marinai potrebbero aver riportato a casa non il Santo originale, bensì un “sostituto”. E no, non sarebbe la prima volta che la storia ci regala un simile scherzo.
Naturalmente, una scoperta del genere non poteva che capitare a Bari, città che vive di passioni e paradossi. Mica sarebbe successo a Napoli, dove San Gennaro rinnova il miracolo a ogni richiesta, o a Milano, dove Sant’Ambrogio regna con austera certezza e nemmeno a Venezia e a Siracusa dove la condivisa Santa Lucia è una certezza al pari di Sant’Agata e Santa Rosalia, rispettivamente a Catania e a Palermo. No, è Bari a trovarsi in bilico tra la gloria di un culto millenario e il rischio che qualcuno un giorno dica: “Ops, scusate, ci siamo sbagliati”.
Gli archeologi non cantano ancora vittoria. “Esistono varie ipotesi sul luogo di sepoltura di San Nicola, ma la collocazione esatta resta incerta”, ha spiegato Findik. Tuttavia, il sarcofago ritrovato nella chiesa di Demre rappresenta un indizio importante, che potrebbe riscrivere una storia consolidata da secoli. E la coincidenza che il ritrovamento sia stato annunciato proprio il 6 dicembre, giorno dedicato al Santo, non passa inosservata. Una burla del destino? O un indizio divino?
Se il sarcofago di Demre risultasse davvero quello del Santo originale, i baresi potrebbero trovarsi a dover ricalibrare il loro culto. Che ne sarà della famosa Basilica? E del turismo religioso? E, soprattutto, delle decine di ristoranti che propongono piatti ispirati al Santo? E cosa ne sarà dello Stadio “San Nicola”? Come, eventualmente, verrà denominato? “San Sabino”, vescovo e protettore di “scorta” di Bari, il cui corpo è custodito in Cattedrale (essendo nato a Canosa di Puglia, dubbi sull’autenticità delle ossa non dovrebbero essercene)? Forse, dopo secoli di devozione, i fedeli preferiranno chiudere un occhio (o entrambi) e continuare a venerare le reliquie eventualmente ignote come sempre. Del resto, che si tratti di San Nicola o di un sacerdote anonimo, la fede non si misura in certificati di autenticità. Almeno così dicono.
Non vi è dubbio che i prossimi capitoli di questa storia si preannuncino intriganti. Riuscirà Myra a reclamare il suo Santo? Bari saprà riderci sopra? Una cosa è certa, anzi due: Babbo Natale è troppo diplomatico per prendere posizione, e poi finalmente l’eventuale successivo patrono non sarà protettore dei forestieri, ma solo dei baresi come in tutte le città del mondo. E allora sarà cosa buona e giusta intitolare lo stadio di calcio al nuovo Santo, così penserà solo ai giocatori e ai tifosi del Bari e non ai giocatori e ai tifosi avversari forestieri. Chissà che non sarà la volta buona per il Bari di vederlo stabilmente in serie A con affaccio nelle competizioni europee.
Cadetto di Guascogna