Francesco De Gregori live a Molfetta: una storia di coraggio, di altruismo e di fantasia

Una torrida serata di fine agosto è troppo presto per i morsi della nostalgia di un’altra estate, ma è il momento giusto per un altro giro della memoria attorno alle canzoni di Francesco De Gregori, a ogni tour, dal 1989. Il palcoscenico è in una location d’eccezione: la Banchina di San Domenico di Molfetta per “The Best Music Festival”.

L’emozione resta immutata nel veder salire sul palco una formazione che vede perlopiù elementi storici, a partire dal Capobanda: Guido Guglielminetti (basso e contrabasso) con Paolo Giovenchi (chitarre) e Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino), Carlo Gaudiello (pianoforte), Primiano Di Biase (hammond), Simone Talone (percussioni) e Francesca La Colla (cori).

La prima parte del concerto è dedicata alla velocità, raccontata attraverso sguardi molto differenti tra loro. C’è il fuochista che quella velocità è costretto a subirla (“L’abbigliamento di un fuochista”), chi come il capitano Smith è certo di poterla governare per stabilire un nuovo record di traversata oceanica (“I muscoli del capitano”), e chi come “Bufalo Bill” coglie le opportunità offerte dalla costruzione della ferrovia, simbolo del progresso, e diventare celebre sterminando bufali (e indiani).

Il coraggio è quello di salire sul palco senza le proprie chitarre, ma solo con un’armonica e qualche sigaretta, per lasciare spazio al resto della band

Altruismo, sì, anche. L’opening act, affidato a Angela Baraldi, non poteva non presupporre un duetto con lei in “Anidride Solforosa”, verso la fine, evocando lo spirito profetico, maledettamente odierno, di Lucio Dalla, cui non abbiamo mai creduto abbastanza.

E la fantasia? Quale fantasia porta con sé una carriera lunga cinquant’anni? Parte dalla scaletta, punteggiata sì dai pezzi arcinoti a quattro generazioni di pubblico, ma con perle che, per stessa ammissione del Principe, solo lui e una sparuta minoranza dei fan canta da cima a fondo, su tutte “L’uccisione di Babbo Natale”.

Gli arrangiamenti, inoltre, potendo poggiare su una quantità non enumerabile di esibizioni, possono spaziare nella ritmica e nella ricchezza strumentale.

Andando avanti si comprende come l’avvio del concerto dedicato alla velocità non è casuale, perché la velocità è competizione, “la velocità -ammonisce dal palco- uccide” e allora il cuore del concerto è un grido contro la guerra. In sequenza “Generale”, “Numeri da scaricare”, “Il cuoco di Salò”. E a chi oggi gioca a fare la guerra il messaggio è che “La Storia” nessuno la può fermare

Il congedo dai fan è un ballo collettivo di piazza: “Buonanotte Fiorellino”, alla luce del Faro di Molfetta, un hammond che rende il valzer un’atmosfera tra il sogno e il circo.

De Gregori ha annunciato “Nevergreen” per l’autunno, un tour che toccherà i teatri con date aperte a 200 persone a serata, per ora soltanto al Teatro Out Off di Milano, speriamo di rivederlo anche da queste parti, confermando un amore, ricambiato, per la Puglia che per fortuna non lo sta abbandonando.

Pasquale Bonasora
Photocredit Giacomo Rossiello
per PDL Comunicazione e Eventi

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