A Bari si inaugura la personale d’arte contemporanea di Miranda Santoro e Roberto Capriuolo “Il silenzio dell’eco”

Si inaugura oggi, 4 febbraio, e sarà visitabile sino a tutto il 15 febbraio a Santa Teresa dei Maschi in Bari la personale d’arte contemporanea di Miranda Santoro e Roberto Capriuolo Il silenzio dell’eco“, a cura di Maria Catalano, Marcella Gravela e Miguel Gomez

Durante il vernissage, il 4 febbraio 2023 alle ore 18.00, si svolgerà la performance – action body painting – trasmutazione minotauro “Fedifrago – la mia mente parla” di Roberto Capriuolo a cura di Roberto Capriuolo, Adriana Ostuni e Donato Tambone.

Due percorsi che hanno come filo conduttore – Il filo di Arianna – donne per Miranda le immagini di donne si dipanano come matasse nel tempo, matasse che richiamano la sua cultura classica tramutata poi in una manualità artistica molto particolare. Innanzi tutto Miranda traccia un percorso, un sottile filo che attraverso queste figure di donne ripercorre movimenti e modi artistici. Sono presenti tele che rievocano nature morte del manierismo tardo barocco come in “Colori e sapori” acrilico su tela 60×60.

Madonne in atteggiamento languido con particolari Preraffaelliti, ma senza gli sfondi naturalistici, per poi attraversare un momento impressionista di “Oanna sola e pensosa” olio e acrilico su tela 70×100, o la ballerina che richiama palesemente le ballerine di Degas sino alle due donne soggetto dei due ritratti: Svetlana, olio su tela 120×100 e Desiree, olio su tela 120×80 palesi
citazioni, anche se molto rivisitate, del secessionista viennese Egon Shiele. Miranda è coinvolta intensamente e personalmente in queste figure di donna. Sono donne ora ironiche e compiacenti, ora pungenti, ora madri accorate, ora donne abbandonate, mai comunque scontate. Una vera galleria di personaggi. Il fruitore sarà grato a Miranda Santoro per queste opere prodotte e messe a disposizione di nuovi occhi.

In una continuità particolare, sia con le opere di Miranda Santoro, ma soprattutto con la precedente personale “Frammenti di donna”, tenuta nel cuore dei Sassi di Matera Roberto Capriuolo dà voce, come nel suo stile eclettico e plurimaterico al mondo femminile. Roberto confronta più donne usate e sacrificate nel ruotare della vicenda del mostro Minotauro. In questa sua nuova creazione artistica e performance, per Roberto le donne su cui srotolare il racconto sono due Pasifae ed Arianna. Due donne tradite dai propri sentimenti. Pasifae, irretita dal re del mare Poseidone, tradisce il potente re di Creta Minosse, da cui Poseidone si ritiene offeso. Il re del mare, dona a Minosse un bellissimo toro bianco da sacrificare in suo onore. Minosse decide di non sacrificarlo, ma di utilizzarlo per montare le sue greggi. Ulteriore affronto. Pasifae si invaghisce del toro, in una furiosa passione, per questo cedimento sarà penalizzata dalla nascita del Mostruoso Minotauro, un uomo con testa di Toro che si ciba di carne umana. Per non scatenare ulteriormente Poseidone, Minosse, provato dalla perdita di suo figlio Androgeno da parte degli Ateniesi, decide di tenere il Minotauro. Per lui fa costruire il Labirinto. Gli Ateniesi, per sancire la pace offrono in sacrificio sette fanciulli e sette giovanette ogni anno, da dare in pasto al Minotauro entro il Labirinto in cui è stato richiuso.
Al terzo anno Teseo, figlio del re Ateniese Egeo, si offre volontario per infiltrarsi nel Labirinto ed uccidere il Minotauro. Se la missione riesce Teseo rientrerà ad Atene issando Vele bianche, in caso di fallimento, le vele saranno nere. Il mito narra che Teseo, giunto a Creta, susciti l’interesse di Arianna e Fedra, figlie di Minosse. Arianna, innamorata perdutamente, decide di aiutare Teseo, andando contro il padre, consigliandosi con Dedalo, l’architetto progettista del Labirinto. Arianna dona a Teseo una spada ed un gomitolo, per non perdersi e riuscire a ritrovare la via di fuga una volta ammazzato il Minotauro. In effetti, questo filo conduce alla salvezza Teseo e le altre vittime sacrificali. Teseo illude Arianna di amarla e salpa portandosi dietro anche Fedra, con l’intenzione di sposare Arianna. Dimentica però di cambiare le vele, suo padre, vedendo le vele nere, in preda alla disperazione, si suicida lanciandosi da una scogliera in quel mare che prende il suo nome: Egeo.
Ma il dramma non è ancora completo, Arianna viene abbandonata da Teseo sull’isola di Naxos (Nasso) è sola, abbandonata dall’uomo che aveva aiutato contro suo padre, rischiando la vita. Piange, piange così tanto da intenerire il Dio Dioniso che arriva su uno splendido carro per portarla con se e sposarla. Arianna rappresenta l’anima che guida l’essere umano, il filo stesso rappresenta il filo della nostra vita, dei nostri pensieri, il perderci nelle situazioni complicate della nostra vita. Dioniso la nostra ancora di salvezza e speranza.

Nasce così la performance FEDIFRAGO ”la mia mente parla”, in questo processo di espiazione, l’uomo sconfigge i propri mostri nel labirinto del Minotauro attraverso un processo di trasmutazione pittorica in volti mostruosi; plasma il proprio io con l’argilla, e sospeso tra razionale e irrazionale, elabora nuove forme di desiderio e follia.
Un tema espletato da noti artisti e scrittori e dall’inizio del 900 anche nel cinema.
Sono comunque le donne sia strumenti, sia vittime di questa grande tragedia, come sempre.

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