La triste parabola discendente di un golpista inesperto

Vi ricordate del presidente “in pectore”, o “autoproclamato” o “pro tempore”, Juan Guaidò? Forse non saranno molte le persone che ne ricorderanno il nome, perché alla sua improvvisa notorietà ed all’esaltazione della sua figura “democratica” in contrapposizione al “delinquente” Maduro (sono parole usate dai nostri esimi politici), si é contrapposto da una quarantina di giorni un silenzio altrettanto assordante di quanto non fosse quel coro di giudizi positivi, quando non acclamazioni di tutta l’informazione mondiale (con eccezioni che si possono contare sulle dita di una mano).

Perché questo? Perché nel frattempo le reali motivazioni e coperture di quell’operazione che veniva chiamata “giusta ribellione” popolare si sono rivelate con precisione. Perché, nel frattempo, il popolo venezuelano ha respinto quello che a noi piace chiamare tentativo di golpe. Perché forti si sono levate le voci di alcuni paesi e governi contro le reiterate minacce americane. Perché, infine, il nostro aspirante golpista si é rivelato, oltre che inadeguato allo scopo che ha ispirato i suoi mandanti, anche un “dongiovanni” che devolveva in bagordi vari i finanziamenti ricevuti per il suo golpe.

Certo la storia ha del grottesco e sarebbe ridicola, se il tutto non si svolgesse sulla pelle di un popolo già martoriato da decenni di boicottaggio, di embargo e di tentativi di destabilizzazione, per fortuna sino ad oggi non riusciti. Ma per fortuna in sud America esiste una rete chiamata “rete di solidarietà bolivariana”, che costituisce un baluardo efficace ed un argine insostituibile alle manipolazioni ed alle falsificazioni dell’imperialismo, che con l’avvento di Trump ha alzato di molto il tiro. Sicché, due giorni fa, la Germania decide di ripristinare I rapporti diplomatici con il Venezuela ed il suo governo legittimo, ovvero quello di Maduro, pur essendo stata tra le prime nazioni ad accogliere il nostro golpista dongiovanni nel consesso internazionale, ed a criminilizzare l’esperienza socialista venezuelana.

Orbene, di quanto avvenuto in questi ultimi quaranta giorni, quegli stessi giornali, agenzie e reti televisive che avevano messo in piedi una gara a chi saltava per primo sul carro del vincitore (il golpista dongiovanni), non dicono una parola, che sia una. Si é passati a parlare di altri argomenti, come ad esempio l’Iran, seguendo la stessa tecnica di impostazione già usata per il Venezuela e tante altre volte in passato.

E chissà cosa ne pensa il governo italiano di quanto accaduto, vista la solerzia con cui lega e cinquestelle hanno appoggiato il nostro golpista dongiovanni allorquando si è proposto al mondo come figlioccio di Trump.

Quello che manca per ora, da noi in Europa, é una rete di controinformazione come quella bolivariana di cui si é detto prima. Ma chissà, amici e compagni, mai dire mai. Noi di certo il nostro contributo continueremo a darlo.

Lo spadaccino

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